“Con questo primo vertice abbiamo assolto al mandato conferitoci in occasione del summit di Toyako lo scorso anno e aperto un nuovo corso, all’insegna della massima condivisione delle strategie per combattere la fame e per difendere e promuovere la sicurezza alimentare. Mi auguro che questa tre giorni sia servita a farvi innamorare dell’agricoltura”.
Con queste parole il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia si è rivolto ai giornalisti concludendo i lavori del primo Vertice dei ministri dell’Agricoltura i cui risultati verranno presentati, il prossimo giugno, al G8 dei Capi di Stato e di Governo alla Maddalena, in Sardegna.
Il Vertice si è chiuso, a Cison di Valmarino, con l’impegno, come è scritto nella Dichiarazione finale dei ministri, “ad utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per ridurre gli effetti negativi dell’attuale crisi finanziaria sulla povertà e la fame, a rafforzare e incoraggiare una produzione alimentare sostenibile, aumentare gli investimenti in agricoltura e nella ricerca”.
 
Lotta alla speculazione, difesa delle identità produttive nel rispetto del libero mercato e centralità della produzione agricola nell’agenda della politica. Sono questi i grandi obiettivi per raggiungere i quali è stata particolarmente rilevante l’azione della presidenza italiana.
Fra gli impegni contenuti nella Dichiarazione, intitolata “L’agricoltura e la sicurezza alimentare al centro dell’agenda internazionale”, sono contenuti anche due punti essenziali, che Zaia ha indicato come i grandi risultati per l’Italia: “evitare la concorrenza sleale, le distorsioni del mercato agricolo, incluse le misure restrittive all’export, come concordato in ambito G20 e rimuovere gli ostacoli all’utilizzo sostenibile dei fattori della produzione agricoli”.
Obiettivi sostenuti anche dalla Repubblica Popolare Cinese, che in conferenza stampa ha sottolineato come si sia raggiunta una visione comune sulla strategia per affrontare la crisi economica e alimentare. Il ministro cinese Niu Dun ha infatti spiegato che bisognerebbe varare regole comuni che “non creino ostacolo al commercio ma è importante conservare un certo sistema di dazi, l’unico modo per permettere la crescita dei Paesi in via sviluppo”. La Cina ha sostenuto anche che “occorre tagliare i dazi doganali non corretti per permettere la creazione di un commercio sostenibile di prodotti agricoli”.
 
Il ministro Zaia ha sottolineato la posizione del suo omologo cinese, che, insieme alla soddisfazione espressa dalle Organizzazioni internazionali per l’accoglimento dei loro desiderata nella Dichiarazione conclusiva, sono segni esemplari che il Vertice sarà momento spartiacque nella storia dell’agricoltura mondiale.
I ministri hanno preso atto dell’ urgente bisogno di aiutare i Paesi in via di sviluppo e i Paesi in economia emergente ad espandere la propria produzione agricola e alimentare e ad aumentare gli investimenti, sia pubblici che privati, in agricoltura, nell’agri-business e nello sviluppo rurale”. Insieme a questo, i ministri invieranno ai leader mondiali che si riuniranno in Sardegna anche altri importanti messaggi, come quello di una “necessaria maggiore condivisione con gli altri Paesi di tecnologie, processi e idee per aumentare la capacità delle istituzioni nazionali e regionali e dei governi e per promuovere la sicurezza alimentare".
E ancora, “occorre monitorare ed effettuare ulteriori analisi sui fattori che possono determinare la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole, incluso la speculazione. Va incoraggiata – scrivono ancora i ministriuna strategia coordinata a livello internazionale e finalizzata a migliorare l’efficienza delle filiere agroalimentari".
 
Zaia ha ribadito “che continueremo ad impegnarci, ciascuno per la sua parte, perché si ridefiniscano regole comuni ed eque per il commercio internazionale, che possa svolgersi sempre in un mercato libero ma senza affamare nessun agricoltore e consentendo ai Paesi in via di sviluppo una crescita sana e duratura”.
Del resto, come si sottolinea nella Dichiarazione, i ministri desiderano “sostenere il ruolo di mercati bene funzionanti come mezzo per migliorare la sicurezza alimentare. Continueremo a esplorare varie opzioni in merito a un approccio coordinato per la gestione degli stock”.
Nel punto 8 della Dichiarazione, il ministro Zaia ha indicato altri due grandi risultati riconosciuti all’Italia: “dobbiamo porre l’agricoltura e lo sviluppo rurale al centro della crescita economica sostenibile, rafforzando il ruolo delle famiglie agricole e dei piccoli agricoltori facilitando il loro accesso alla terra, rafforzando il ruolo delle donne, l’uguaglianza di genere e il ricambio generazionale. La sicurezza alimentare richiede politiche mirate a garantire la effettiva gestione e l’uso sostenibile delle risorse naturali". “Il riconoscimento dell’importanza delle piccole imprese e di quelle familiari – ha commentato Zaia - è un traguardo importante per un Paese come il nostro, dove la dimensione media delle aziende è di sei ettari”.
 
Crescita e sviluppo passano da un aumento della produzione agricola, che va bilanciata con la produzione di energia rinnovabile da biomasse, “in modo da fornire una risposta ai nostri fabbisogni energetici, economici, ambientali, agricoli e, allo stesso tempo, non compromettere la sicurezza alimentare”, come stabilito dalla Dichiarazione della Conferenza di Alto Livello sulla Sicurezza Alimentare Mondiale del giugno 2008. Iministri hanno sottolineato l' “appoggio al processo consultivo e di rapida costituzione della Global Partnership secondo gli orientamenti forniti dalla Dichiarazione di Toyako.”.
 
“Abbiamo messo nero su bianco il mondo che vogliamo: un mondo in cui la fame non sia più una piaga per 140 milioni di bambini e non uccida un miliardo di persone all’anno; un mondo in cui l’accesso al cibo e ad alimenti salubri, sufficienti e nutrienti sia, in una sola parola, un fatto normale. Sono molto soddisfatto – ha aggiunto il Zaia - che gli occhi del mondo siano stati puntati per tre giorni su un settore determinante per il nostro futuro, un settore troppo spesso ignorato e non considerato un’attività produttiva nobile e importante. Abbiamo voluto, uniti, rimettere questo tema al centro dell’attenzione dei media e lavoreremo perché sia anche il cuore dell’agenda politica del futuro”.