Il colza è una delle colture oleaginose più coltivate al mondo. Questa particolare pianta, appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, viene utilizzata principalmente per l'ottenimento di olio commestibile e non solo. In Europa, la sua coltivazione è diffusa soprattutto nella parte centro settentrionale ma, da qualche decennio, la superficie coltivata è in aumento anche in Italia.

 

La sua coltivazione rappresenta per gli agricoltori un'ottima opportunità sia in ambito economico sia in ambito agronomico in quanto, data la sua natura di coltura miglioratrice del terreno, impatta in modo positivo sulle componenti delle colture successive grazie a numerosi benefici.

Il colza è un valido alleato per la riduzione di infestanti e parassiti, per la rigenerazione della fertilità del terreno diminuita dalle colture precedenti, per la valorizzazione dei terreni poveri e aridi e per migliorare la qualità della sostanza organica del suolo e la produttività delle colture successive. Inoltre, gioca un ruolo significativo nella sostenibilità ambientale. La sua capacità di crescere in terreni meno fertili e di resistere a condizioni climatiche avverse la rende una coltura resiliente e facilmente adattabile a più contesti produttivi.
Un altro aspetto importante per quanto riguarda la sostenibilità del colza è relativo ad uno dei suoi impieghi, ovvero la produzione di biocarburanti che contribuiscono alla riduzione delle emissioni di gas serra. Il biodiesel prodotto, infatti, è un'alternativa più pulita dei combustibili fossili tradizionali.

 

Negli ultimi anni si è dimostrato un'ottima scelta anche in ambito economico. L'andamento del mercato dimostra una continua crescita con domande elevate sia per olio alimentare sia per biodiesel. La buona redditività della coltura e i bassi costi di produzione la rendono una valida alternativa all'investimento sui cereali autunno vernini mantenendo comunque il profitto alto grazie al prezzo di mercato favorevole.

 

Il colza può essere destinato sia alla produzione alimentare sia alla produzione di biodiesel

Il colza può essere destinato sia alla produzione alimentare sia alla produzione di biodiesel

(Fonte: Kws Italia Spa)

 

Un altro degli aspetti degni di nota nell'inserimento del colza in rotazione e della sua coltivazione è la raccolta anticipata, rispetto ai cereali autunno vernini, in media di 10 giorni. Questo permette di liberare il terreno in anticipo rispetto a molti cereali, avvantaggiando l'agricoltore che vuole approfittare della semina di varietà o colture dal ciclo vegetativo più lungo. Inoltre, il colza non comporta problemi di micotossine.

 

Questa coltura si inserisce perfettamente nello schema Pac. Il suo periodo di raccolta, che avviene tipicamente entro il mese di giugno, la rende un'alternativa concreta e un aiuto significativo nella programmazione di un secondo raccolto come, ad esempio, quello della soia.

 

Varietà e consigli di coltivazione

Nella coltivazione del colza uno degli aspetti più importanti è la scelta dei giusti ibridi.
Kws, società sementiera specializzata nella coltivazione del colza, nei paesi del Centro e Nord Europa propone ibridi ben noti e affermati non solo per la loro potenzialità produttiva, ma anche per la qualità e la sanità che garantiscono al momento della raccolta.

 

Per l'Italia Kws propone quattro ibridi altamente produttivi che coprono cicli vegetativi che vanno dal precoce al medio:

  • Gordon Kws, ciclo medio precoce ed altamente produttivo in tutte le condizioni. Ha un'eccellente resistenza all'allettamento e può contare su un'ottima sanità. Imbattibile in ambienti fertili e dotati;
  • Kws Granos, la novità Kws dall'ottima stabilità comportamentale nel tempo. Molto sano e uniforme e adatto a qualsiasi terreno è in grado di riprendersi facilmente anche in condizioni di siccità;
  • Alvaro Kws, colza precoce dotato di un ottimo adattamento territoriale che lo rende produttivo e competitivo in tutte le tipologie di ambiente;
  • Kws Sauros Cl, colza dal ciclo medio, altamente produttivo e tollerante, resistente agli erbicidi a base di imidazolinoni.

Altri aspetti a cui occorre prestare attenzione sono i corretti avvicendamenti colturali, nonché la corretta preparazione del suolo in epoca di semina. Occorre evitare la formazione di suole di lavorazione che limitano la capacità di approfondimento della radice fittonante del colza e la formazione di crosta superficiale.

 

Dopo la semina, che dovrebbe avvenire entro la fine del mese di settembre, è importante controllare attentamente la presenza di parassiti animali e/o fungini che vanno eliminati con specifici interventi. Alla ripresa vegetativa di fine inverno va completata la concimazione azotata, con uno o due passaggi in funzione dello stato della coltura.
Al momento della raccolta è bene controllare l'umidità, raccolte troppo tardive favoriscono l'apertura delle silique con conseguente perdita di seme. È buona pratica evitare le ore più calde della giornata per la raccolta e curare con attenzione la regolazione della mietitrebbia, in particolare la velocità dell'aspo e quella di avanzamento.