Secondo Elettricità Futura, associazione che rappresenta oltre cinquecento imprese attive nella produzione di energia elettrica, nella rivendita, nella distribuzione e nei servizi legati all'energia, per raggiungere gli obiettivi del Piano REPowerEU al 2030 occorre installare entro quell'anno 84 GW di rinnovabili, di cui 57 da fare con il fotovoltaico. Di recente poi il G7 ha alzato ancora l'asticella degli obiettivi. L'associazione ha parlato recentemente, durante uno dei convegni di Macfrut 2024, all'interno del "Salone dell'Agrivoltaico by Key".
Per raggiungere gli obiettivi fissati, anche l'agrivoltaico avrà un ruolo importante."Raggiungere i target richiesti al 2030 richiederebbe, evitando le aree di pregio, l'utilizzo dello 0,5% della Sau italiana. Oggi - ha spiegato Cosetta Viganò, responsabile Affari Normativi e Regolatori di Elettricità Futura - a livello nazionale, i terreni agricoli che ospitano installazioni di pannelli valgono lo 0,13%. Inoltre - ha sottolineato - gli impianti non implicano impermeabilizzazione dei terreni o coperture permanenti. Una volta finito il ciclo di vita dell'impianto la superficie usata per il fotovoltaico torna al suo utilizzo precedente".
Secondo Italia Solare, associazione del terzo settore che si dedica esclusivamente al fotovoltaico e alle integrazioni tecnologiche per la gestione intelligente dell'energia, 4,2 milioni di ettari di superficie agricola in Italia sono abbandonati, una cifra che aumenta di 120mila ettari ogni anno. Italia Solare ha relazionato, sempre al Macfrut 2024 di Rimini, durante un convegno intitolato "Sostenibilità economica dei sistemi agrivoltaici, tra sperimentazione e maturità del mercato", sottolineando come per raggiungere gli obiettivi del Pniec (Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima, Ndr) basterebbero 40mila ettari e quindi meno dell'1% delle superfici non utilizzate.
Mentre il quadro normativo all'interno del quale dovrà muoversi nei prossimi anni l'agrivoltaico, non solo quello finanziato tramite fondi Pnrr, si sta chiarendo, la bozza di Decreto Ministeriale Aree Idonee ha avuto infatti nei giorni scorsi il via libera della Conferenza Unificata Stato, Regioni e Comuni, Rolando Roberto, vicepresidente di Italia Solare, ha chiarito quali sono le configurazioni di collaborazione che possono esserci fra industria e agricoltura per quanto riguarda la produzione di energia elettrica.
Come collaborare con le aziende energetiche
"Noi riteniamo come Italia Solare - ha affermato Rolando Roberto - che la collaborazione con il mondo agricolo sia fondamentale per lo sviluppo del settore. Ci sono diversi modelli di collaborazione, ma per l'agrivoltaico non si può prescindere dalla presenza attiva dell'azienda agricola. Chi fa l'investimento per la parte elettrica non ha competenze in attività agricola, serve quindi un soggetto che possa garantire per venti/trenta anni la coltivazione".
"Per quanto riguarda i modelli di collaborazione, è possibile - ha continuato Rolando Roberto - che l'investimento venga fatto interamente dell'agricoltore: è l'agricoltore che decide di investire nella tecnologia e quindi di continuare a fare la sua attività e nel frattempo di differenziarla, avrà anche un reddito dalla vendita di energia. Un altro modello prevede una collaborazione con un soggetto terzo che potrebbe essere un operatore elettrico o un investitore. Stiamo parlando dell'Ati, quindi di un'associazione temporanea di imprese dove ognuno decide, in maniera privatistica, di mettere delle risorse a disposizione, quindi magari coinvestire sulla realizzazione dell'impianto agrivoltaico. Sia sulla parte elettrica, sia sulla parte anche agricola, ogni soggetto dà garanzie in base a quelle che sono le proprie capacità economico finanziarie. Un'altra possibilità è che l'agricoltore ceda il diritto di superficie o di vendere i terreni perché non è più interessato, in questo caso sarà un soggetto terzo a farsi carico di realizzare sia la parte elettrica sia di portare avanti la coltivazione, servirà a questo punto un'azienda agricola terza che garantisca che l'attività agricola sia portata avanti per l'intera vita dell'impianto".
Comunque si configuri il rapporto fra impresa agricola e operatore elettrico, l'agrivoltaico, da Linee Guida elaborate da un gruppo di lavoro del Ministero della Transizione Ecologica che comprende Crea ed Enea, può definirsi come "un sistema complesso, essendo allo stesso tempo un sistema energetico e agronomico". Dal punto di vista spaziale, il sistema agrivoltaico può essere descritto come un "pattern spaziale tridimensionale", composto dall'impianto agrivoltaico, e segnatamente dai moduli fotovoltaici e dallo spazio libero tra e sotto i moduli fotovoltaici, montati in assetti e strutture che assecondino la funzione agricola, o eventuali altre funzioni aggiuntive, spazio definito "volume agrivoltaico".
Esistono diversi gradi di integrazione fra produzione agricola e produzione di energia elettrica, escludendo l'impianto fotovoltaico a terra dove non esiste un uso combinato del suolo e che è studiato per massimizzare la produzione di energia, si può avere l'agrivoltaico base, l'agrivoltaico avanzato e l'agrivoltaico meritevole di finanziamenti da parte del Pnrr.
Antonio Federico Lazzarin, Solar Development Team leader Italia di BayWa r.e. ha parlato durante uno dei convegni dedicati al tema che si sono succeduti a Macfrut 2024. Precisamente Lazzarin ha relazionato durante il convegno "Agrivoltaico: quadro di riferimento, criticità, prospettive, esperienze pratiche", organizzato proprio da Elettricità Futura e ha raccontato diverse esperienze dell'azienda multinazionale, fra le più importanti nella filiera delle energie rinnovabili.
Crop-PV: caratteristiche e differenze rispetto al FV intensivo
(Fonte foto: Tratta dalla presentazione di Antonio Federico Lazzarin, Solar Development Team leader Italia di BayWa r.e.)
In particolare BayWa r.e ha cercato di mettere a fuoco le diverse situazioni che si possono configurare quando si tratta di progettare impianti agrivoltaici che puntino a massimizzare la produzione di energia e la produzione agricola, contemporaneamente. L'azienda ha esperienza in diversi sistemi di coltivazione, dai cereali alla produzione di foraggio e fieno, dall'allevamento di bovini e ovini alla produzione di frutta come mele, pere e piccoli frutti, all'apicoltura.
Sinergie produttive tra agrivoltaico e coltivazione agricola
"L'obiettivo primario - ha detto Antonio Lazzarin durante l'evento - è quello di raggiungere gli obiettivi del Pniec e farlo producendo energia a un costo competitivo". Alcune configurazioni di agrivoltaico infatti comportano costi maggiori per la produzione di energia elettrica, quello che più si discosta dai costi di un sistema di fotovoltaico a terra è l'agrivoltaico sopraelevato su impianti frutticoli. "Gli adattamenti tecnici necessari per coltivare cereali in impianti agrivoltaici comportano l'aumentare l'interfila dei pannelli o l'adeguare il parco macchine, scelta resa più facile appoggiandosi a contoterzisti. I cavidotti vanno posati a una profondità maggiore per evitare interferenze con operazioni di lavorazione del terreno, le strutture vanno poi alzate sul livello del suolo per ridurre al minimo l'ombreggiamento, infine bisogna predisporre fasce tagliafuoco. Il problema degli incendi infatti si può risolvere con un layout adeguato".
Per la produzione di foraggio, gli adeguamenti studiati dall'azienda sono molto simili a quelli previsti per i cereali, mentre per il pascolo di animali di taglia grande, come i bovini, ci sono numerose altre attenzioni. "Una caratteristica importante - ha spiegato ancora Lazzarin - è la doppia modalità di conduzione del fondo. C'è infatti un momento in cui ci sono gli animali al pascolo e un momento in cui devono passare i mezzi meccanici e questi passano diverse volte l'anno, per seminare, per la raccolta del foraggio. Quando il bestiame è al pascolo i moduli fotovoltaici non oscillano più di 10 gradi per evitare il contatto con il bestiame".
Cow-PV: principi operativi
(Fonte foto: Tratta dalla presentazione di Antonio Federico Lazzarin, Solar Development Team leader Italia di BayWa r.e.)
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