Le alte temperature di fine luglio 2024 non hanno fatto dimenticare quanto successo in primavera, con piogge battenti, ripetute e abbondanti che hanno letteralmente sommerso i campi di mais appena seminati.
I mesi sono passati e i danni di quegli allagamenti hanno assunto forme diverse, visibili anche a occhio nudo passando in prossimità dei campi. A seguire, una raccolta fotografica di come appaiono molti campi di mais nel cremonese, nelle aree a ridosso di Adda e Po.
In alcuni casi sono ben visibili le aree che hanno patito maggiormente, complice anche una sistemazione del terreno non ottimale che ha permesso all'acqua di ristagnare molto a lungo in ampie aree degli appezzamenti.
Difformità di sviluppo
Uno dei sintomi più vistosi dei ristagni idrici è la difformità di sviluppo fra differenti aree all'interno dei medesimi appezzamenti. Nella foto seguente si nota come la coltura abbia ingranato marce diverse a seguito dei ristagni idrici. La porzione inferiore dell'appezzamento mostra infatti il mais in evidente ritardo rispetto al resto del campo.
Nell'area a quota minore il mais, pur in forte sofferenza, è comunque sopravvissuto alla sommersione, ma ha accumulato un visibile ritardo nel ciclo vegetativo
(Fonte: Donatello Sandroni)
Spesso si notano affiancati appezzamenti di prima semina e di seconda. Nel campo di sinistra si apprezza una maggior uniformità di sviluppo vegetativo, mentre in quello a destra (dettaglio della foto sopra) si può vedere ancora il disallineamento vegetativo su base spaziale.
La semina di seconda intenzione ha dato risultati più omogenei quanto a sviluppo della coltura
(Fonte: Donatello Sandroni)
Anche quando i danni da ristagno idrico siano stati meno gravi, si possono ancora notare differenze nella colorazione della coltura, segno che la produttività delle diverse piante non potrà essere la stessa alla raccolta.
I differenti livelli di verde indicano che la coltura non sta beneficiando in modo uniforme delle risorse del terreno. La produttività non potrà che patirne
(Fonte: Donatello Sandroni)
Mancato sviluppo e accettazione del danno
In alcuni casi, le piantine sono morte causa asfissia e l'agricoltore non ha ritenuto utile agire in alcun modo per compensare la perdita. Come risultato si deve perciò accettare che alcune superfici rimangano nude e quindi improduttive.
Nella foto sopra e in quella seguente, le perdite si sono concentrate nelle aree del campo a quota inferiore, ma la loro disposizione non ha permesso di intervenire in alcun modo, dovendo solo contabilizzare una perdita netta quando la mietitrebbia o la trincia entreranno in campo
(Fonte: Donatello Sandroni)
(Fonte: Donatello Sandroni)
Quando il danno è pressoché totale
In prossimità delle aree golenali del Po, alcuni campi sono stati completamente sommersi per la quasi totalità della superficie. Nessuna azione correttiva è stata seguita, in attesa di tempi migliori. A seguire, la foto scattata in primavera, al termine del periodo piovoso, e quella recente di fine luglio.
Dopo alcune settimane dalla fine delle piogge ampie porzioni dei campi risultavano ancora sommerse, ospitando rane per la felicità degli aironi e di altri uccelli ad habitus alimentare simile
(Fonte: Donatello Sandroni)
A distanza di due mesi, l'acqua è scomparsa, lasciando ben visibili i danni da sommersione
(Fonte: Donatello Sandroni)
C'è chi ha riseminato
In alcuni casi gli agricoltori hanno optato per la risemina. Nella foto seguente si nota come l'area andata perduta è stata riseminata seguendo approssimativamente il profilo di quanto sopravvissuto e cresciuto nel frattempo. Auguri al contoterzista che dovrà raccogliere le due differenti porzioni in tempi altrettanto differenti.
Vistosa la differenza fra le colture seminate in tempi diversi. La forma dell'area andata perduta ha comunque permesso una risemina, per quanto un po' "fantasiosa"
(Fonte: Donatello Sandroni)
Nella due foto a seguire, la situazione di un campo nelle vicinanze dell'Adda. Nella prima è riportata la condizione di sommersione della parte vicina alla strada. Nella seconda si vede invece il campo completamente riseminato. In tal caso, l'agricoltore ha reputato fosse meglio sobbarcarsi il costo di una seconda semina piuttosto che accettare i danni di un minore raccolto.
Foto scattata a fine maggio, con l'evidente stato di sommersione delle porzioni inferiori del campo. Anche in tal caso, la sistemazione del terreno non ha aiutato a minimizzare gli avvallamenti, amplificando gli effetti della sommersione (
Fonte: Donatello Sandroni)
Medesimo appezzamento di cui sopra immortalato però a fine luglio. Come si vede, la risemina è stata completa
(Fonte: Donatello Sandroni)