Ammontano ad oltre un miliardo e 235 milioni i danni inferti ai 29.305 agricoltori di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana e Umbria, che hanno visto nella tarda primavera del 2023 i propri vigneti divorati dalle peronospora a causa delle piogge persistenti prima e poi delle elevate temperature, susseguirsi di due eventi che hanno scatenato l'infezione del fungo patogeno, con conseguenze enormi sulla produzione tanto di uva da tavola quanto di vino nella scorsa campagna. A fronte di questo disastro verranno ripartiti 47 milioni di euro dal Fondo di Solidarietà Nazionale, ma in due tempi: 7 milioni saranno subito disponibili, mentre per gli altri 40 milioni bisognerà attendere ancora un po'.

 

Il dato si evince dalla tabella che descrive l'entità dei ristori che saranno accordati ai viticoltori sulla base del Decreto Legge 10 agosto 2023, n. 104, convertito con modificazioni dalla Legge 9 ottobre 2023 n. 136, contenuta nel Decreto del ministro dell'Agricoltura che ha ripartito tra le regioni le disponibilità del Fondo di Solidarietà Nazionale per gli interventi compensativi dei danni causati dall'infezione di peronospora.

 

Il provvedimento, che venerdì 26 luglio 2024 ha avuto il via libera dalla Conferenza Stato Regioni - ed ora è alla firma del ministro Francesco Lollobrigida -  procede innanzitutto alla ripartizione proporzionale delle risorse disponibili - quelle della Legge n.136/2023 - pari a 7 milioni di euro, suddividendone una quota di 2,8 milioni, pari al 40% delle disponibilità, tra tutte le 29.305 imprese e riservando la restante quota di 4,2 milioni, pari al 60% delle disponibilità, alle 23.304 imprese che hanno autocertificato in domanda di aver sostenuto i costi finalizzati ai trattamenti preventivi di contrasto agli attacchi di peronospora.

 

Inoltre, il Decreto dispone l'utilizzo del medesimo criterio di proporzionalità sul totale di risorse assegnate alla misura ai fini del riparto degli ulteriori 40 milioni di euro, previsti dal Decreto Agricoltura (Decreto Legge 15 maggio 2024, n. 63, convertito dalla Legge n. 101 del 12 luglio 2024), tenendo conto anche delle ulteriori domande che nel frattempo verranno perfezionate.

 

Nella tabella sotto riportata, ecco come saranno suddivisi i ristori tra gli agricoltori nelle 11 regioni interessate dai danni da peronospora, limitatamente ai primi 7 milioni di euro già resi disponibili. Per "domande con flag" si intendono le domande con autocertificazione dei costi sostenuti per i trattamenti preventivi contro la peronospora.

 

 Tabella Decreto Ministeriale Riparto fondi ristoro danni da peronospora 2023

(Fonte: Decreto Ministeriale del ministro dell'Agricoltura approvato in Conferenza Stato Regioni il 26 luglio 2024)

 

Il perché di tale riparto è spiegato nella relazione tecnica al Decreto Ministeriale: "applicando il principio di preferenza riservato agli agricoltori che hanno dichiarato di aver effettuato i trattamenti fitosanitari di prevenzione, analogamente a quello utilizzato per la ripartizione dei fondi siccità 2023, di cui al Regolamento di Esecuzione (UE) 2023/1465 della Commissione, adottato a seguito di intesa presso la Conferenza Stato Regioni con Decreto del Ministro 25 ottobre 2023, concernente la ripartizione tra le regioni che, oltre alla declaratoria della siccità, hanno avuto la dichiarazione di stato di emergenza in relazione alla situazione di deficit idrico, cui la norma riservava un trattamento prioritario".

 

"Analogamente al criterio adottato per il riparto dei fondi relativi alla siccità - si legge ancora nella relazione - si propone di riservare il 60% della disponibilità agli agricoltori che hanno effettuato trattamenti preventivi, da privilegiare rispetto a coloro che non sono intervenuti per tentare di rallentare la diffusione della patologia ed il restante 40% a tutte le imprese agricole che hanno subìto danni dalla peronospora". Proposta accolta dalla Conferenza Stato Regioni e che a breve sarà ratificata dal ministro.

 

Infine la relazione precisa: "la soluzione prospettata consentirà ad Agea di ridurre i tempi dei pagamenti, in quanto si utilizza lo stesso principio, riadattandolo, già utilizzato per alla siccità a valere sul Fondo per la Riserva di Crisi".