'Il Gusto della Cooperazione' è la quinta guida ai prodotti cooperativi edita da Fedagri–Confcooperative e la seconda della Collana delle Guide regionali, dopo 'Sua Eccellenza il Piemonte', presentata nel 2007.

Tra aneddoti sul rinomato vitigno emiliano Sangiovese che deve il suo nome all'intuizione di un frate cappuccino che lo definì 'Sangue di Giove' e sui tortellini, cantati dal poeta ottocentesco Giuseppe Ceri, fino alle ricette tipiche regionali come le tagliatelle alla bolognese, la frittata all'aceto balsamico e lo stracotto alla parmigiana, questa guida si snoda lungo un percorso enogastronomico prezioso, in cui sono riportati gli indirizzi delle cooperative che producono e vendono. Il volume presenta anche un interessante risvolto pratico, proponendosi di far conoscere ai suoi lettori l'offerta dei molti agriturismi della regione dove è possibile vivere una vacanza all'insegna del gusto, della tradizione e della storia.

'Difficile contenere in una sola pubblicazione la sapienza e il sapore che caratterizzano le produzioni enogastronomiche di questa regione – ha detto il presidente di Fedagri–Confcooperative, Paolo Bruni che con 26 prodotti d'eccellenza vanta il primato italiano del maggior numero di denominazioni di origine controllata. Alcuni prodotti emiliani, come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano e il Prosciutto di Parma sono, in assoluto, i prodotti a denominazione più conosciuti e venduti, sia sul mercato nazionale che su quelli esteri. Insieme al Prosciutto San Daniele rappresentano il 90% del fatturato derivante dai prodotti a denominazione italiani che sono oltre 170'.

'In Emilia-Romagna il settore agroalimentare è caratterizzato dall'ampia e radicata presenza della cooperazione nelle fasi di produzione, trasformazione e commercializzazione – ha aggiunto Giovanni Bettini, presidente di Fedagri–Confcooperative Emilia-Romagna – dimostrazione ne è la rilevante percentuale di prodotto controllato che in tutti i principali settori che oltrepassa il 50% della produzione regionale complessiva'.

'Quella dell'Emilia-Romagna – ha concluso l'assessore all'Agricoltura dell'Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni – è un'agricoltura che, anche grazie ad una straordinaria trama di imprese cooperative, si caratterizza per la forte valorizzazione delle capacità professionali degli addetti, per il rispetto dei valori ambientali e di salubrità, per l'intreccio tra il futuro dell'innovazione tecnologica ed il passato della tradizione più autentica e, infine, per la capacità di fare delle piccole e medie imprese agricole un 'sistema' cooperante e competitivo sui mercati interni ed internazionali'.

'In Emilia-Romagna le cooperative agricole hanno registrato i loro più straordinari successi – ha aggiunto Bruni – per dimensioni aziendali e fatturato, ma anche come risposta economica ad un'industria alimentare che è orgoglio e vanto per tutto il Paese'.

Al sistema cooperativo emiliano-romagnolo sono direttamente collegati 205 punti di vendita diretta, che hanno contribuito a migliorare il rapporto di fidelizzazione tra produttore e consumatori, permettono di risparmiare sui prezzi al consumo dei prodotti agroalimentari di qualità fino al 20% (rispetto a grande distribuzione e dettaglio tradizionale) e anche di individuare più velocemente le tendenze d'acquisto dei consumatori.

'Ci siamo chiesti come la cooperazione poteva intervenire nell'attuale congiuntura economica caratterizzata da alti prezzi al consumo dei generi alimentari, tendenza che si protrarrà anche nei prossimi anni – ha detto Bruni – e come prima azione abbiamo voluto indagare il canale della vendita diretta che mostra una sempre maggiore attenzione da parte dei consumatori, attratti dalla qualità ma anche dal risparmio che questa strada può assicurare'.

Dallo studio condotto nella regione emerge che i 205 punti vendita hanno realizzato nel 2006 oltre 75,8 milioni di euro di fatturato. Ciò significa che nell'anno in questione sono stati venduti:

  • 27.000 quintali di formaggio (in prevalenza Parmigiano Reggiano)
  • 200.000 ettolitri di vino
  • 40.000 quintali di frutta e verdura
  • 38.000 quintali di carne e salumi

Il tasso di crescita rispetto all'anno precedente è stato del 10%. A crescere di più è stato il settore della carne e dei salumi (+29%), quello lattiero caseario (+11%) e quello ortofrutticolo (+5%).

'A fronte di questi risultati – ha continuato Bruni – abbiamo lanciato un progetto per la mappatura nazionale dei punti vendita e per la realizzazione di un Marchio Cooperativo Collettivo di qualità (integrativo e non sostitutivo di quelli aziendali) in grado di identificare chiaramente i prodotti selezionati delle cooperative agroalimentari di Confcooperative e la loro rete di punti vendita'.

"La vendita diretta non è la panacea di tutti i problemi della commercializzazione (filiera troppo lunga, intermediazioni, potere forte della Gdo, concorrenza straniera, prodotti contraffatti) – ha concluso il presidente di Fedagri – ma può contribuire a dare ossigeno ai bilanci delle cooperative ed essere una conveniente alternativa per il consumatore finale che risparmia senza rinunciare alla qualità dei prodotti '.