Puglia, Emilia Romagna, Veneto e Provincia Autonoma di Trento al lavoro, insieme alle associazioni di categoria danno vita al contratto di filiera del ciliegio. L'accordo è stato presentato ufficialmente ieri, 29 settembre 2022 a Bari nella sede del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, con in collegamento da remoto il presidente del Consorzio della Ciliegia della Susina e della Frutta Tipica di Vignola, Andrea Bernardi, il direttore Consorzio Melinda, Paolo Gerevini, il direttore del Consorzio Ciliegia di Vignola Igp, Walter Monari, e il presidente del Consorzio Ciliegia di Marostica Igp, Giuseppe Zuech.


Contratto di filiera ciliegio, strumenti e obiettivi

Insieme, da nord a sud, queste realtà territoriali - con riferimento al ciliegio dolce - rappresentano nella campagna 2022 il 57% della produzione cerasicola nazionale ed oltre l'80% della produzione di ciliegie di qualità in Italia.

 

Il nuovo accordo di filiera ha lo scopo di rilanciare la cerasicoltura italiana, puntando innanzitutto sulla ristrutturazione degli impianti di produzione, l'ammodernamento delle strutture di lavorazione, investimenti che godono di una intensità massima di agevolazione dal 40% al 50% in funzione della regione di ubicazione degli investimenti.

 

Altro pilastro del contratto di filiera sono gli investimenti sulla promozione dei marchi, le attività di ricerca mirata al miglioramento della produzione, con l'innovazione varietale in testa: tutti incentivabili fino al 100% della spesa ammissibile.

 

Sul tavolo la concreta possibilità di conquistare nuovi mercati all'estero, dove l'Italia ha esportato - secondo Eurostat - nel 2020 ben 4.892,3 tonnellate di ciliegie, raddoppiando l'export e sfondando soprattutto in Germania. Ma c'è anche la spina nel fianco rappresentata dalle importazioni da contrastare in Italia, con Grecia, Spagna e Turchia che in volumi hanno aumentato le loro vendite sul territorio nazionale del 22% tra 2019 e 2020.

 

Il contratto di filiera ciliegio - per quanto attiene la destinazione degli investimenti - ha già una sua articolazione territoriale prevalente dei beneficiari, anche se si presenta ancora in divenire:

  • Puglia: agricoltori, organizzazioni di produttori, cooperative e commercianti di ciliegie;
  • Emilia Romagna: agricoltori e commercianti di ciliegie;
  • Trentino: lavorazione e commercializzazione ciliegie;
  • Veneto: lavorazione e commercializzazione ciliegie.

È questa la tanto attesa reazione alle periodiche crisi di prezzo,che colpiscono il comparto cerasicolo, dovute alla mancanza di coordinamento tra produttori e allo strapotere dei buyer della Gdo, fino ad oggi in grado di condizionare pesantemente le dinamiche di mercato e la redditività delle imprese agricole, come AgroNotizie® ha più volte documentato in questo articolo e in questo.

 

Le dichiarazioni in conferenza stampa

"L'obiettivo finale è dare il giusto valore a tutte le componenti della filiera - ha spiegato il vicedirettore di Confagricoltura Bari, Gianni Porcelli, che nel ricordare come il contratto di filiera preveda investimenti che vanno da un minimo di 4 milioni a un massimo di 50 milioni, con importi finanziabili a singolo soggetto di minimo 400mila euro, ha sottolineato: "Abbiamo superato di gran lunga la soglia minima di investimenti finanziabili e c'è ancora tempo per presentare altri progetti, ma bisogna affrettarsi, perché la scadenza per prendere parte al contratto di filiera ciliegio è stata fissata al 24 ottobre prossimo".
 
"Il Contratto di filiera del Ciliegio ci permette di valorizzare due areali importantissimi tra la Bat e il Sud Est Barese, votati alla coltivazione delle ciliegie. Lo facciamo in un'ottica di sinergia multi regionale - ha ricordato l'assessore all'Agricoltura di Regione Puglia, Donato Pentassuglia - guardando ai mercati in maniera diversa. Io ringrazio tutti coloro che stanno mettendo in campo questo lavoro di collaborazione integrata. Dobbiamo unire le forze e traguardare risultati che nessuno dà per scontati. Questo è un punto di partenza rispetto ad un tema che il Mipaaf mette in atto: noi ci crediamo molto ai contratti di filiera". 


"È strategico lavorare sulla programmazione dei nuovi sistemi di impianto, sull'agricoltura di precisione, quindi su nuove cultivar, precoci e tardive, cambiare gli impianti - ha inoltre affermato Pentassuglia - perché non si abbia tutto il prodotto concentrato in un periodo molto breve di tempo. Con questo contratto di filiera dedicato al ciliegio facciamo massa critica, senza demolire la storia dei prodotti, cogliendo un'opportunità che va data al sistema agroalimentare, in questo caso alla filiera cerasicola".


L'assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Alessio Mammi, rivolgendosi all'assessore regionale Pentassuglia, ha ringraziato sottolineando che, "con questo progetto, state dimostrando di essere un esempio per il Paese, anche per altre filiere frutticole. Il mio ringraziamento va alla Regione Puglia, a tutte le regioni coinvolte e naturalmente alle imprese, protagoniste di questa operazione".

 

"Questo progetto - ha proseguito Mammi - è molto bello perché ha una strategia di medio lungo periodo" perché "punta sugli investimenti aziendali, sulla ricerca che va implementata. Dobbiamo investire sulla valorizzazione, sulla conoscenza e promozione sul mercato. È quindi un progetto completo, strutturale, non spot e la sua forza sta nell'unità di intenti della filiera, unità della produzione, trasformazione e commercializzazione, unità tra territori".

 

Anche Romano Masè, dirigente generale del Dipartimento Agricoltura Provincia di Trento, intervenuto in video conferenza, ha rivolto il suo ringraziamento alle Regione Puglia, alle associazioni e ai presidenti dei consorzi coinvolti. Il suo apprezzamento è per un'azione che coinvolge quattro regioni creando "connessione tra territori e realtà diverse. Una connessione virtuale tra eccellenze. I contratti di filiera danno l'opportunità di fare sinergia e noi, come Paese, ne abbiamo davvero bisogno. Bene, quindi - conclude - che attori diversi, insieme al sostegno delle amministrazioni, sappiano sviluppare queste progettualità".


Il presidente del Consorzio della Ciliegia della Susina e della Frutta Tipica di Vignola, Andrea Bernardi, e il direttore del Consorzio Ciliegia di Vignola Igp, Walter Monari, hanno ricordato: "Già dieci anni fa lanciammo una nostra idea, si chiamava Ciliegia Italia, ed era un marchio ad ombrello che puntava comprendere tutte le ciliegie italiane di qualità, in modo da sfruttare il diverso calendario di raccolta: oggi, con questo contratto di filiera, riproponiamo la stessa idea contando sul fatto che ora i tempi sono maturi per questo genere di iniziative".


Il direttore del Consorzio Melinda, Paolo Gerevini, ha sintetizzato così lo spirito del contratto di filiera e i suoi obiettivi essenziali: "Dobbiamo dare ai clienti qualità e servizio, ma anche i prezzi che ci chiedono, dobbiamo battere i competitor, pertanto siamo obbligati ad elevare ancora qualità e servizi, al consumatore è necessario continuare ad assicurare la qualità e la distintività del prodotto italiano, infine vogliamo accrescere la capacità degli agricoltori di fare reddito nel tempo, grazie ad investimenti mirati".

 

Secondo il presidente del Consorzio Ciliegia di Marostica Igp, Giuseppe Zuech "È cambiato il modo di produrre, pertanto occorre migliorarsi e confrontarsi tra colleghi, lavorando insieme, anche per marcare la presenza su altri e nuovi mercati. Occorre fare sistema - ha concluso - per affrontare i cambiamenti in atto".


"Grazie alla Regione che ci ospita e agli interventi di altre regioni, oltre al partenariato che ha deciso di avallare questo progetto - ha ricordato il presidente provinciale di Confagricoltura Bari-Bat Massimiliano Del Core -, abbiamo colto la necessità e l'opportunità di recuperare il passo per il settore produttivo in difficoltà anche alla luce di quanto è stato fatto altrove. L'obiettivo che tutti abbiamo è che il comparto cerasicolo affronti con nuova energia il mercato".


Alla presentazione del contratto di filiera ciliegio hanno preso parte Giuseppe Di Noia, presidente provinciale Cia, Tommaso Gigante, vicepresidente Copagri Puglia e Vincenzo Patruno, presidente Fedagri Confcooperative Puglia.

 

Ciliegie, numeri e territori

Fin qui il contratto di filiera, ma ecco la mappa della cerasicoltura italiana e in particolare delle regioni che prendono parte al contratto di filiera. Nel 2022 - secondo l'Istat - il ciliegeto Italia si estende su una superficie di 29.279 ettari, 28.609 dei quali in produzione e che hanno offerto una produzione di oltre 113mila e 600 tonnellate. E le ciliegie raccolte e commercializzate nel 2022 sono state pari quasi a 108mila tonnellate, in crescita sul 2021 di quasi 14mila 900 tonnellate (+16%). Un incremento produttivo quello del 2022 in parte spinto anche dall'entrata in produzione di 634 ettari in più di frutteto rispetto all'anno precedente (+2,26%), oltre che da condizioni meteo che hanno favorito lo sviluppo dei frutti, ove presenti adeguati impianti irrigui, nonostante i danni inferti dalle grandinate.


In questo quadro la Puglia è la regione maggior produttrice di ciliegie in Italia nel 2022, e detiene con le sue oltre 33mila tonnellate il 30,5% della produzione italiana, il 65% delle superfici investite in produzione pari a 18.640 ettari di terreno.


L'Emilia Romagna nel 2022 schiera 2.059 ettari di ciliegio in produzione (7,2% del totale nazionale), dai quali ha raccolto 14mila e 440 tonnellate di piccoli frutti rossi, pari al 13,4% della produzione italiana.


Il Veneto ha a disposizione ciliegeti in produzione per 1875 ettari (6,6% del totale nazionale), con i quali nel 2022 ha raccolto 12.124 tonnellate di ciliegie, pari ad oltre l'11,2% della produzione italiana.

 

Infine la provincia autonoma di Trento è forte di investimenti in ciliegio per 280 ettari che rendono nel 2021 un raccolto da 2.100 tonnellate.

 

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