Il 20 marzo 2024 è stato rinnovato l'Accordo quadro per il mais da granella di filiera italiana certificata, valido per il triennio 2023-2025. L'accordo è stato sottoscritto da numerose delle principali organizzazioni del settore maidicolo in rappresentanza dell'industria mangimistica, dei produttori agricoli, del mondo cooperativo, degli stoccatori nonché delle ditte sementiere e dei consorzi di indicazioni geografiche: Associazione Italiana Maiscoltori, Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari (composta da Agci, Associazione Generale Cooperative Italiane, Confcooperative-Fedagripesca e Legacoop Agroalimentare), Assalzoo, Compag, Aires, Origin Italia ed Assosementi.

 

L'accordo essenzialmente prevede l'applicazione di specifiche premialità per la granella di origine certificata e, qualora concordata tra le parti, per la sostenibilità e/o per specifiche caratteristiche qualitative del mais raccolto, che vanno ad aggiungersi al prezzo di acquisto che le parti potranno decidere di fissare in base a due diverse opzioni, scegliendo di legarlo all'andamento delle quotazioni delle borse merci oppure fissando un prezzo definito. L'accordo quadro, inoltre, risponde ai requisiti richiesti per accedere al Fondo della Sovranità Alimentare, che richiede la sussistenza di contratti di filiera almeno triennali e che puntino a certificare la produzione nazionale.

 

Mais, prezzi e produzione

Attualmente, il mais per uso zootecnico di produzione nazionale alla Borsa Merci di Milano - con aflatossine B1 inferiore a 0,005 parti per milione e Don inferiore a 4 ppm, è quotato tra i 213 ed i 215 euro alla tonnellata. Un prezzo che negli ultimi tre anni ha perso oltre il 6%, considerando che sulla stessa piazza il 23 marzo 2021 era quotato tra 227 e 229 euro alla tonnellata, mentre, come noto, i costi di produzione sono continuati a lievitare.

 

Eppure, il mais da granella rappresenta, ancora oggi, la prima coltivazione cerealicola nazionale: nel 2023, secondo Istat pari a oltre 53 milioni di quintali grazie a quasi mezzo milione di ettari investiti, capace di sviluppare nell'intera filiera un giro d'affari per l'economia italiana di circa 130 miliardi di euro, secondo una stima di Cia-Agricoltori Italiani. Questo, nonostante il Paese abbia perso, in dieci anni, oltre il 50% del suo potenziale produttivo e, così, la piena autosufficienza. L'intesa è stata salutata positivamente dalle organizzazioni agricole e dalle centrali cooperative, in vista di un possibile rilancio della coltura.

 

Cia, accordo raccoglie sfida cruciale

"L'intesa raggiunta - sottolinea Cia - arriva a ribadire la forte coesione tra tutti gli attori coinvolti, dalla produzione alla commercializzazione, passando per lo stoccaggio e la trasformazione, rispetto al valore strategico di uno strumento chiave dei contratti di secondo livello per il granturco a uso zootecnico".

 

"Con il mais tutt'altro che al riparo dalla crisi, tra costi alti di produzione e prezzi bassi pagati agli agricoltori, l'accordo va - per Cia - nella direzione di una maggiore stabilità e tutela necessaria al settore e alla filiera zootecnica, intervenendo in modo significativo sul piano delle premialità, legate all'origine made in Italy certificata, della sostenibilità e delle qualità delle produzioni".

 

La perdita di produzione dell'ultimo decennio è per Cia una "Situazione che preoccupa e che investe l'accordo quadro di una sfida cruciale per la salvaguardia di una materia prima insostituibile per gli animali".

 

Copagri, accordi di filiera condizione per dare un futuro al settore

"Riunire intorno a un tavolo e mettere dalla stessa parte i produttori e le cooperative agricole, gli essiccatori, i centri di raccolta e l'industria mangimistica è una conditio sine qua non per assicurare un futuro al settore primario, dimostrando con i fatti di credere e di puntare con decisione sulla strada degli accordi e dei contratti di filiera, favorendo al contempo l'aggregazione e l'incontro tra la domanda e l'offerta". Lo sottolinea il presidente della Copagri, Tommaso Battista, commentando la firma del nuovo accordo quadro per il granturco da granella di filiera italiana.

 

"Soprattutto nel comparto maidicolo, di importanza strategica per le filiere agro-zootecniche-alimentari del Paese, per l'alimentazione animale e per le produzioni a denominazione d'origine, non si può prescindere dal fare sistema tra la produzione, lo stoccaggio, la trasformazione e la commercializzazione", rimarca Battista, ricordando che "il mais rappresenta a tutti gli effetti una delle maggiori produzioni agricole del nostro Paese, la cui distribuzione appare maggiormente concentrata nelle aree settentrionali".

 

Il presidente di Copagri ha poi sottolineato l'importanza dell'accordo in questa fase - caratterizzata dal calo delle superfici investite - anche per la stabilità che va ad agevolare, incentivando la programmazione della produzione e riconoscendo e valorizzando il prodotto con le premialità relative all'origine nazionale e alla sostenibilità.

 

Confcooperative, primo passo verso maggiori superfici

"L'accordo siglato sulla produzione e coltivazione del mais segue e migliora quello del precedente triennio e focalizza maggiormente l'attenzione sulla provenienza nazionale del mais da granella prodotta in Italia al fine di contrastare, attraverso la qualità e l'origine, gli enormi quantitativi importati dall'estero. L'accordo segna un primo piccolo passo che speriamo possa tradursi in disponibilità di maggiori superfici ma anche un più alto riconoscimento economico per i produttori. Auspichiamo inoltre che più accordi di questo tipo possono essere realizzati anche in altre filiere". Così il presidente di Fedagripesca Confcooperative Carlo Piccinini commenta la firma del nuovo Accordo quadro sul mais da granella.

 

"Nell'accordo viene promossa e incentivata inoltre la produzione di un mais con caratteristiche qualitative sempre più elevate, anche con riferimento al tema della sostenibilità e del nuovo Fondo di Sovranità Alimentare che richiede appunto la presenza di un contratto di filiera almeno triennale per potervi accedere" commenta infine il presidente Piccinini.