La produzione alimentare ha subito una penalizzazione specifica, circa 0,7%, per il calo della produzione saccarifera 2006, letteralmente “amputata" (–60,1% sul 2005) dalla Ocm (Organizzazione Comune di mercato) di comparto varata a Bruxelles. Si può stimare perciò che la crescita di produzione 2006, a parità di giornate e scremata dalla distorsione legata al saccarifero, sia stata +1,6%: praticamente a ridosso del +1,7% (a parità di giornate lavorative) del 2005. Allargando lo sguardo a un arco temporale più ampio, la produzione alimentare si è comportata in modo comunque encomiabile. Nel periodo 2000-2006, è cresciuta del +9,5%, con un tasso medio annuo del +1,6%. Mentre il totale industria, in parallelo, è sceso di –1,1 punti, con un calo medio annuo del –0,2%. Ne esce un differenziale annuo di trend di 1,3 punti, non trascurabile e che dimostra le grosse capacità anticicliche del settore in un periodo lungo e difficile. Gli acquisti delle famiglie hanno continuato a languire. L’articolo Lo sfuso tra economia ed ecologia è su Largo Consumo 10/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1,Tab2.
Banane: Dopo una controversa riforma degli scambi Ue, situazione dei consumi più confusa in Italia. Metà delle 500.000 tonnellate di banane vendute annualmente in Italia è Chiquita.
Le banane consumate nella Ue a 25 provengono per il 67% dall'America Latina, per il 16% dalla stessa Comunità Europea e per il restante 17% dai Paesi Acp (Cameroon, Costa d’Avorio e Caraibi). Il dato raccolto nel 2005 mostra consumi sui 257 milioni di cartoni da 18,7 kg e consumi pro-capite di banane nell'Unione a 25 intorno ai 10-11 kg l'anno. Il dettaglio Paese per Paese mostra i seguenti consumi pro-capite, in ordine decrescente: Svezia 17 kg; Gran Bretagna e Slovenia 15; Danimarca e Finlandia 14; Malta e Portogallo 13; Austria e Cipro 12; Germania e Irlanda 11; Spagna 10; Repubblica Ceca, Francia, Grecia alla pari dell’Italia con 9 kg; Estonia, Belgio-Lussemburgo, Olanda e Slovacchia 7; Lettonia e Ungheria 6; Polonia 5 e infine Lituania con 4 kg. Dopo la nuova regolamentazione comunitaria si è assistito a una diminuzione del prezzo medio. Le vendite Chiquita negli ultimi 12 mesi sono cresciute di circa un 10-15%, malgrado l’aumentata concorrenza con l’ingresso di nuovi competitors. L’articolo La banana nella giungla dei prezzi è su Largo Consumo 10/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Ortofrutta. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1, Tab2.
Packaging: Il regolamento europeo sui materiali a contatto degli alimenti obbliga a utilizzarli in modo responsabile. Prossime disposizioni per prevenire i rischi da sostanze migranti.
La rintracciabilità dei materiali a contatto con gli alimenti è prevista dall’articolo 17 del regolamento Ce 1935/04 che abbraccia la filiera produttiva dalla materia prima al consumatore, passando per la produzione, la trasformazione, l’utilizzo presso le industrie alimentari e la distribuzione. Si esplica a 2 livelli: i sistemi adottati all’interno della struttura di ogni singolo operatore della filiera produttiva al fine di collegare ogni articolo prodotto con i materiali utilizzati; la trasmissione delle operazioni lungo la catena dalla produzione all’utilizzo del materiale o dell’articolo, risalendo ai materiali costituenti ciascun prodotto. Nell’agosto 2008 entrerà in vigore il regolamento 2003/2006 relativo alla buone pratiche di fabbricazione (gmp) degli imballaggi che comprende indicazioni sull’uso degli inchiostri. Entro aprile 2008 poi dovrà essere recepita la direttiva 2007/19/CE. Prescrive prove di migrazione in liquidi simulanti i diversi prodotti alimentari. L’articolo Rintracciare, non solo conservare è su Largo Consumo 10/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Imballaggio di prodotto,Sicurezza, certificazione, tracciabilità della filiera agroalimentare. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.
Punto di vendita: L'ortofrutta ha un ruolo chiave nell’attirare il cliente. Ripensarlo in modo strategico significa comprenderne le potenzialità di offerta e comunicarle come valore.
Uno sguardo ai Paesi all’avanguardia per la gestione del freschissimo prefigura, per i punti vendita italiani, uno scenario futuro che prospetta grandi possibilità di sviluppo in termini di presentazione, organizzazione del reparto, ampliamento dell’offerta al consumatore. Tutto ciò rappresenta una prospettiva di innovazione ancora da sviluppare appieno. Quanto all’offerta di prodotti innovativi (se si eccettuano IV e V gamma) il reparto sembra scontare una difficoltà a fare evolvere l’assortimento verso prodotti a più alto contenuto di servizio. Proprio per il ruolo strategico del reparto all’interno del punto di vendita, a fronte della difficoltà delle aziende di produzione a innovare, si può pensare che una funzione di stimolo debba averla la distribuzione come è già accaduto con l’introduzione dei prodotti a lotta integrata e con il biologico e nulla ci vieta di pensare che anche in un’azione di segmentazione il ruolo delle maggiori insegne potrebbe essere decisivo. L’articolo Incrementare il valore di reparto è su Largo Consumo 10/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Ortofrutta,Attrezzature e tecnologie per il commercio. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1.
Frutta secca: Buone le prospettive del mercato della frutta secca in cui la gdo riesce a incidere più della marca. Le finanze dei produttori sono però indebolite dai costi.
La frutta secca si conferma un settore dagli interessanti margini di sviluppo, specie nelle merceologie più meno legate a un consumo stagionale e in quelle dove viene utilizzata come ingrediente per dolci. Nonostante il trend positivo della frutta secca confezionata, venduta nelle grandi superfici moderne, l’andamento dei consumi nel mercato evidenzia un andamento altalenante di anno in anno. La penetrazione tra i consumi familiari si aggira intorno al 35-40%, ma le opportunità di crescita sono legate all’incremento della frequenza e dei momenti di consumo. Dall’analisi dei bilanci di alcuni protagonisti del settore (EuroCompany, Life, Madi Ventura, Murano, Noberasco, Befana), tutte le aziende hanno fatto registrare incrementi di fatturato più o meno consistenti nel corso dell’ultimo esercizio storico, ma quanto ai margini operativi, espressi in percentuale sul fatturato, tutte, a parte Noberasco e Besana, registrano contrazioni, a causa dell’incidenza del costo della materia prima. L’articolo Essiccati fruttano meglio è su Largo Consumo 10/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1, Tab2, Tab3, Tab4.
Olio di oliva: Incrementare la qualità dei processi della produzione. E’ l’idea di un progetto di filiera destinato a favorire gli impieghi energetici dei residui.
Dalla lavorazione delle olive si genera quasi un 80% di rifiuti, di cui il 60% in forma liquida (acqua di vegetazione) e il 40% solida (sansa). Ciò vuol dire che ogni anno in Europa occorre trattare e smaltire circa 8,5 milioni di tonnellate di rifiuti inquinanti, 5 dei quali costituiti da reflui derivati dall’acqua utilizzata per i differenti processi produttivi e per il lavaggio degli impianti (fino a tre volte al giorno). Alla fine del ciclo quest’acqua – che contiene contaminanti come polifenoli, olio, minerali e particolato – se non depurata e smaltita, rappresenta, insieme ai residui solidi, una seria minaccia per l’ecosistema. Da questa preoccupazione è nato nel 2004 il progetto Inasoop (Integrated approach to sustainable olive oil and table olive production), per ridurre l’impatto ambientale delle sanse e delle acque reflue da parte dei frantoi. Il principale strumento identificato per questo è un sistema armonizzato di standard di qualità ambientale (Eqs) su base volontaria. L’articolo efficienza fino agli scarti è su Largo Consumo 10/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Olio di oliva. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1.
Fonti alternative: A valutarne le prospettive di investimento nell’eolico, il solare e le biomasse è l’Indice trimestrale Ernst & Young, un documento che riguarda 25 Paesi.
Nella panoramica di tutte le fonti rinnovabili, gli Stati Uniti continuano a mantenere il primato grazie ai programmi già adottati la cui politica è stata ora fatta ora propria da altri Stati dell’Unione, mentre, dal secondo posto della classifica, potenziano le proprie capacità India e Spagna. La Germania ha annunciato ulteriori sostegni allo sviluppo offshore dell’eolico che andranno a combinarsi alla già forte presenza di risorse interne sia nell’eolico che nel solare. Entrano nella graduatoria dei competitori anche Polonia, Brasile e Giappone, relegando alle posizioni più basse Austria e Finlandia. A breve termine la Cina chiude il gap con la Gran Bretagna annunciando il progetto East China Sea Bridge di piattaforme eoliche offshore che forniranno 100 MW in più entro il 2009: nel Paese l’installazione di turbine a vento è praticamente raddoppiata dal 2005 al 2006 e gli analisti prevedono che l’obiettivo dei 5 MW verrà ampiamente soddisfatto prima della scadenza fissata per il 2010. L’articolo Un punteggio allo sviluppo sostenibile è su Largo Consumo 10/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Energia: fonti, consumo ed effetti ambientali. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1, Tab2.
e notizie riportate sono pubblicate da Largo Consumo - Rivista di Economia e Marketing sulla filiera dei beni di consumo
Per approfondimenti: Largo Consumo - 10/2007 www.largoconsumo.info
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Fonte: Largo Consumo