Nella brumosa cittadina di Oulu i 25 ministri agricoli della Ue si confrontano sul futuro dell' agricoltura europea, un tema chiave per la presidenza finlandese. Un confronto estremo perché la Politica agricola comune, creata negli anni 50, quando le prospettive economiche di quella che era l’Europa d’allora erano completamente diverse, è legata strettamente alla storia dell'Unione europea più di qualsiasi altro progetto comunitario.
Non poteva esserci dunque un luogo più raccolto, tra gli spazi sconfinati delle fattorie finlandesi e il verde brillante delle sue foreste, per cominciare a dare una voce alle tante opinioni sul futuro di un modello così complesso e così autenticamente europeo.
Sugli scenari prossimi dell'agricoltura comunitaria il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Paolo De Castro, presente a Oulu, ha rimarcato "la necessità di guardare a nuovi strumenti in favore della competitività per la Politica agricola comune, studiando misure che aiutino le imprese a essere più presenti e forti sul mercato internazionale". Il ministro Paolo De Castro pensa in particolare a "soluzioni per la gestione del rischio in agricoltura e sostenere la promozione sui mercati attualmente residuale rispetto al bilancio, affrontando anche le problematiche legate alla concorrenza sleale e anche l'etichettatura dei prodotti".
Sul fronte strettamente finanziario il bilancio a metà percorso sulla Pac, sottolineano gli esperti, comporterà sicuramente alcuni aggiustamenti ad esempio nell'ambito del pagamento unico degli aiuti da parte della Ue. A questo proposito De Castro sta valutando con molto interesse "la possibilità in futuro di un aiuto regionalizzato, ossia "spalmato" sui beneficiari di una regione e basato sulla superficie agricola". E' fuor di dubbio che il confronto sulla Pac dopo il 2013 coinvolga non soltanto i ministri agricoli della Ue ma una compagine istituzionale più vasta a cominciare dai capi di stato e di governo.

Anche se il futuro del modello agricolo europeo non è legato soltanto al sistema delle quote latte, a Oulu si è parlato anche di questo. Il ministro Paolo De Castro si è trovato sostanzialmente d'accordo con la commissaria Ue all'Agricoltura, Mariann Fischer Boel. "Da un punto di vista personale sono pienamente d'accordo con la posizione della commissaria quando afferma che per il futuro il sistema delle quote latte non è appropriato. L'Italia sarebbe favorevole quindi ad uno smantellamento graduale del sistema che andrebbe ben studiato".
Il regime delle quote latte è in vigore dal 1985 ed è stato prorogato fino al 2014-2015. Ci si sta chiedendo se sia opportuno intervenire su questa materia in occasione del bilancio a metà percorso previsto per il 2008.
Il ministro già in occasione del suo primo mandato come titolare del Dicastero dell'Agricoltura, aveva posto la questione, chiedendo il cambio di un sistema " troppo rigido dal punto di vista tecnico ed economico". "Siamo consapevoli, ha dichiarato De Castro, che una soppressione del sistema avrà conseguenze probabili sulla produzione e sui prezzi" ritenendosi più che mai convinto che "questo sistema non possa durare all'infinito".
E' noto che sul tema del futuro delle quote latte le posizioni all'interno della compagine comunitaria divergono sensibilmente. La Francia vuole mantenere le quote anche dopo il 2014-2015 e dello stesso parere è anche la Finlandia. Una grossa incognita invece è rappresentata dalla Germania, che si appresta a prendere la presidenza Ue dal gennaio 2007 e che ancora non ha definito un parere preciso in merito. Il Lussemburgo ritiene, pur con qualche reticenza, che "il tempo è quasi maturo per abolire il sistema dopo il 2014-2015", lo precisa il ministro Fernand Boden. Sono invece nettamente favorevoli all'abolizione del sistema sia l'Olanda che la Danimarca.

Foto by Anna Kirsten Dickie
Fonte: Agricoltura Italiana Online