Tra le varie avversità che affliggono le api da miele, ce n'è una che forse è meno nota, ma non per questo meno pericolosa.
Anzi, proprio per essere poco conosciuta rischia di essere più insidiosa e causare danni che magari vengono confusi con quelli di altre problematiche.
Si tratta di Senotainia tricuspis (Meigen), una mosca della famiglia dei Sarcofagidi, che assomiglia per forma, dimensione e colore a una comune mosca domestica.
E non si tratta di un insetto alieno, arrivato da qualche altra parte del mondo. È una specie originaria della zona euroasiatica e mediterranea, presente in quasi tutti i paesi del Mediterraneo e dell'est Europa.
La si può riconoscere da altre mosche che le assomigliano per una banda bianca in mezzo ai 2 grandi occhi composti di colore rossastro e, soprattutto, per il suo comportamento.
Comportamento che è stato descritto anche in un articolo recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Insects dal gruppo di ricerca del professor Antonio Felicioli dell'Università di Pisa, di cui posso vantarmi di far parte.
A differenza di altre mosche, Senotainia tricuspis la possiamo osservare sul tetto o sulla parete davanti delle arnie intenta a cacciare, o meglio a scegliere un ospite su cui deporre le sue larvette.
Da qui poi la possiamo vedere scattare in volo e tornare a posarsi dopo pochi secondi più o meno nello stesso posto da cui era partita.
Senotiania tricuspis infatti è un parassitoide delle api da miele, cioè un insetto le cui larve si nutrono delle api ancora vive, fino a portarle a morte per poi uscirne e andare a impuparsi nel terreno per completare la metamorfosi.
Gli esemplari di Senotainia che possiamo osservare sulle arnie infatti sono femmine gravide in attesa di un'ape da parassitizzare.
Una volta individuata la vittima, la mosca si alza in volo, plana sopra l'ape e le depone una larvetta sul dorso. Una sequenza di azioni velocissima, di circa 1/6 di secondo, tanto che il nostro occhio non riesce a percepire e che è stato possibile documentare con l'analisi di numerosi filmati a rallentatore realizzati presso l'apiario sperimentale dell'Università di Pisa.
L'unica cosa che possiamo osservare ad occhio nudo quindi è la mosca che scatta in volo e torna da dove era partita, un comportamento che è stato battezzato beecatcher (acchiappa api), per analogia con il comportamento di un piccolo uccello, Muscicapa striata (Pallas) chiamato in inglese flycatcher (acchiappa mosche), che aspetta le sue prede su un ramo, le prende e torna a posarsi sullo stesso ramo di partenza.
Senotainia tricuspis è un insetto così detto larviparo, perché non depone uova, ma piccole larve (una cosa frequente in molti Sarcofagidi). E le depone direttamente sul torace dell'ape.
Non è ancora chiaro come la larvetta penetri nel corpo dell'ape, ma una volta entrata inizia a nutrirsi dei muscoli alari dell'ape e crescere.
Il danno provocato alla muscolatura alare dell'ape rende il volo sempre più difficile, poi impossibile, e negli ultimi stadi è possibile osservare delle api con le ali o con una sola ala ormai bloccata in posizione aperta, un sintomo che viene chiamato ali a K, per la somiglianza con la lettera dell'alfabeto.
Poi l'ape va incontro a morte e la larva di Senotainia esce, praticando un largo foro sul torace, e va ad impuparsi nel terreno, dove finirà la sua metamorfosi e sfarfallerà come mosca adulta.
Una larva di terza età di Senotainia tricuspis che esce dal torace di un'ape da miele
(Fonte: Antonio Felicioli - Università di Pisa)
Senotania tricuspis quindi attacca solo le api bottinatrici che escono in volo. Ma una femmina di Senotainia può avere fino a 600 larvette, quindi alcune decine di mosche possono causare danni anche pesanti agli alveari, che in casi gravi tendono ad essere spopolati, pur avendo una regina attiva e una covata sana.
Una sintomatologia che assomiglia a quella della nosemosi, dovuta a Nosema ceranae, o ad altre malattie o eventi che portino a una elevata mortalità delle api adulte, come avvelenamenti, predazioni, perdita di api bottinatrici per impatto con i veicoli in vicinanza di strade molto trafficate.
Gli attacchi si hanno in estate, stagione in cui la mosca è attiva, e spesso sono stati documentati casi di spopolamento gravi in Toscana, Calabria e Sardegna, in particolare nelle zone costiere, ma non solo.
Verificare la presenza di Senotainia tricuspis è abbastanza semplice: si può osservare se è in azione sugli alveari o raccogliere in un vasetto chiuso da una garza alcune api bottinatrici, aspettare alcuni giorni e vedere se dai loro cadaveri escano delle larve della mosca.
Più difficile è il controllo. In casi gravi si possono utilizzare delle trappole cromotropiche bianche con colla entomologica da mettere sulle arnie. Trappole che sono attrattive per le mosche ma non per le api, avendo cura però di toglierle ogni volta che si devono aprire gli alveari, perché in quel caso, anche le api possono finire sulla colla.
Importante, in caso di infestazione, è stare attenti agli spostamenti degli alveari. Le api parassitizzate ancora vive trasporteranno infatti le larve di Senotainia tricuspis con loro.
Se si deve spostare degli alveare da una zona in cui c'è la mosca, ad altre in cui Senotainia tricuspis non è stata osservata, è consigliabile fare lo spostamento in tardo autunno o ad inizio primavera, quando le api parassitizzate sono ormai tutte morte e le mosche hanno finito o non hanno ancora iniziato l'attività di deposizione.
Per approfondire
Bedini G., Boni C.B., Coppola F., Sagona S., Giusti M., Pinzauti M., Felicioli A. (2023) - Host-Parasitoid Relationship between Apis mellifera (Linnaeus, 1758) and Senotainia tricuspis (Meigen, 1838) (Diptera, Sarcophagidae): Fly Aggression Behavior and Infestation Rates of Senotainiosis - Insects14(5), 415.