La strategia prescelta non è solo di tipo sanitario - gli abbattimenti selettivi dei capi positivi - ma si basa anche su di un più forte aiuto agli allevatori colpiti dalla zoonosi e sul ripristino di condizioni idrogeologiche del territorio tali da evitare allagamenti: un fenomeno che oggi favorisce l'infezione.
L'iniziativa nasce dal persistere di criticità in una specifica area della provincia di Caserta, ad oltre due anni dal varo del "Piano straordinario 2019-2020 per il controllo delle malattie infettive della bufala mediterranea italiana in Regione Campania", varato dall'ente regionale nel 2018. La zona colpita coinvolge circa 40 allevamenti tra i comuni di Castel Volturno, Cancello ed Arnone, Grazzanise e Santa Maria La Fossa, rientranti nell'area di produzione della mozzarella campana Dop e che rappresentano l'epicentro produttivo del latte bufalino, per l'elevata concentrazione di mandrie.
La sintesi del documento
Il documento inviato alle istituzioni parte dalla considerazione che ad oggi sono state avanzate due ipotesi di intervento per debellare la malattia dagli allevamenti bufalini: la vaccinazione dei capi, accompagnata dall'abbattimento degli animali malati, o l'abbattimento selettivo. Si tratta di due ipotesi che tracciano scenari completamente diversi. E le due ipotesi vengono nel documento esposte sommariamente, con tutte le possibili conseguenze e gli eventuali rimedi da assumere.Vaccinazione, rischio svalutazione del prodotto
Nel caso della vaccinazione il Consorzio di tutela teme speculazioni nella filiera della Mozzarella di bufala campana Dop. Infatti, l'Istituto zooprofilattico avrebbe previsto un'ipotesi di piano vaccinale con l'estensione territoriale non solo alle circa 58 stalle coinvolte, ma ad un'area più grande dove operano oltre 360 stalle. Le norme comunitarie, in tal caso, classificherebbero tutta la Regione Campania come "indenne con vaccino", a differenza delle altre regioni con la Dop.Una tale strategia - secondo i timori di Consorzio tutela Mozzarella di bufala campana e delle organizzazioni agricole - potrebbe scatenare impatti negativi sul latte di bufala prodotto in Campania. Sul piano commerciale si andrebbe a generare una differenziazione tra regioni incluse nell'area Dop con conseguenti effetti sull'immagine e quindi sul valore della materia prima, con ricadute pesanti sul piano economico.
Sul piano mediatico l'effetto a valanga potrebbe travolgere e la commercializzazione della Mozzarella di bufala campana Dop e anche del latte bovino e ovino, dando fiato agli speculatori sui mercati italiani, europei e mondiali, in particolare dove previsto l'obbligo di indicazione in etichetta di prodotto proveniente da animali vaccinati.
Abbattimenti selettivi
Invece, con agli abbattimenti selettivi, la profilassi prevede solo ed esclusivamente un impatto sugli allevamenti dove sono state riscontrate positività alla brucellosi. Il Consorzio di tutela stima in questo caso un numero di animali ed una quantità di latte tali da non avere ripercussioni significative sull'offerta di mozzarella di bufala Dop. Tutto a fronte non solo di adeguati indennizzi per gli allevatori, ma anche di un piano strategico di risanamento e di riassetto dei territori interessati dalla zoonosi.Coldiretti, ristori e opere infrastrutturali
"È evidente - sottolinea Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania - che gli abbattimenti vanno accompagnati con ristori per gli allevatori, garantendo tempi certi e un'assistenza sanitaria costante da parte del servizio veterinario dell'Asl"."Inoltre, come abbiamo tante volte evidenziato, è necessario prevedere interventi infrastrutturali per evitare che nell'area coinvolta si verifichino periodicamente allagamenti - conclude Loffreda - dovuti alla cattiva manutenzione della rete idrica superficiale, innescando così la diffusione della zoonosi. Così facendo si potrà arrivare ad una soluzione chirurgica e rapida, senza compromettere il mercato della mozzarella di bufala campana Dop.