La ricerca, pubblicata su Proceedings of the national academy of sciences of the United States of America, Pnas, la rivista ufficiale dell’Accademia delle scienze americana, si basa sul ruolo degli oligogalatturonidi: frammenti di pectina che sono generati autonomamente e naturalmente dalla pianta quando subisce l’attacco di microorganismi o danni meccanici e che la rendono più resistente a patogeni come batteri e funghi.
Giulia De Lorenzo, docente di Fisiologia vegetale, ha affermato: “Il sistema immunitario, sia negli animali che nelle piante, viene attivato attraverso la percezione di segnali molecolari indicatori di una situazione di pericolo in particolare, frammenti prodotti dalla degradazione della pectina, importante componente della parete cellulare che circonda ogni cellula vegetale, sono riconosciuti come segnali di pericolo”.
“Queste ricerche mostrano come il controllo della pectina e della presenza degli oligogalatturonidi nei tessuti possa essere utilizzato per ottenere piante di interesse agronomico resistenti a un gran numero di malattie infettive, senza l’uso di anticrittogamici pericolosi per la salute umana e per l’ambiente - afferma Felice Cervone, coordinatore del gruppo di ricerca - e offrono ulteriori possibilità di impiego e sviluppo di strategie per la protezione delle piante”.
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