Dopo la revoca europea comminata nel 2009, l'11 febbraio 2010 i notificanti del piretroide Bifentrin hanno presentato alle autorità francesi nuova domanda di iscrizione in allegato 1, corredando il dossier di nuovi studi che dovrebbero aver sanato le lacune che erano risultate fatali per il prodotto. L'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha riassunto in un documento pubblicato sul suo portale le risultanze di questa ulteriore valutazione.
Ce la farà questa volta?
Le ragioni di una revoca
La decisione di non inclusione è stata comminata in seguito a criticità di natura tossicologica e ambientale, quasi sempre riguardanti metaboliti e isomeri. Vediamo quali risposte sono state fornite con la nuova documentazione. Le nuove informazioni sono sottolineate.
a) non è stato possibile escludere la presenza di metaboliti rilevanti nel suolo e nelle acque, con la conseguente impossibilità di effettuare la valutazione del rischio per le acque sotterranee. Nel dossier aggiornato la valutazione del rischio è considerata accettabile, anche se sono ancora richiesti approfondimenti sul metabolita 4'-OH bifenthrin. Probabilmente dovrà essere cancellato l'uso su ornamentali in campo.
b) Il rischio per gli organismi acquatici era eccessivo in tutti gli scenari proposti, con l'eccezione di invertebrati e alghe. Il nuovo dossier evidenzia che il rischio per gli acquatici è accettabile, anche se rimane un punto aperto sulle potenzialità di bioaccumulo della sostanza.
c) Approfondimenti sul rischio per organismi non bersaglio: mammiferi, artropodi, piante, e macro organismi del suolo. L'adozione della linea guida dell'Efsa pubblicata nel 2009 ha evidenziato che il rischio è accettabile, fatto salvo le già citate potenzialità di bioaccumulo, che dovranno essere ancora approfondite.
d) Rischio per i consumatori da approfondire, specialmente per quanto riguarda gli isomeri. Il nuovo dossier ha risolto il problema degli isomeri, ma mancano alcune prove residui su cavoli a testa, uso rappresentativo.
e) Potenziale rischio di contaminazioni delle acque sotterranne dal parte del metabolita “TFP acid”: risolto.
f) Rischio inaccettabile per i vertebrati acquatici: risolto.
g) Rischio per i mammiferi in seguito ad avvelenamento secondario da parte dei lombrichi: risolto.
h) Il rischio di bioaccumulo nella catena alimentare degli organismi acquatici rimane da approfondire.
i) Rischio per gli artropodi non bersaglio: rimane alto e verranno richieste delle misure di mitigazione del rischio e di approfondire la tossicità residuale della sostanza nei confronti degli artropodi non bersaglio e la potenzialità di ricolonizzazione.
In conclusione
La conclusione dell'Efsa indica un notevole miglioramento della situazione, anche se l'ultima parola spetta ovviamente ai rappresentanti dei 27 stati membri
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Fonte: Agronotizie