Molinate, bentazone e propanile. Chi lavorava in risaia un quarto di secolo fa aveva soprattutto queste tre sostanze attive a disposizione. Poi arrivò il bensulfuron metile. E tutto cambiò. Londax® 60 DF: così si chiamava il nuovo arrivato ed era commercializzato da Du Pont de Nemours. Fu infatti il colosso di Wilmington, nel Delaware, che negli Anni 80 e primi Anni 90 stravolse la cultura dei diserbi lanciando sul mercato solfoniluree studiate per i cereali, per il mais, per il riso, la soia e la barbabietola da zucchero. In principio, gli agricoltori guardarono al prodotto quasi con sospetto: un barattolino grande quanto una lattina di Coca-Cola. Così piccolo che un ettaro di risaia stava comodamente sul palmo della mano. Ben diverso dalle taniche da 5 o 10 litri che erano abituati a maneggiare. Ben diverso anche l'effetto pure all'apertura della confezione: niente puzze, niente liquidi che sapevano di chimico lontano un chilometro. Il granulare che si presentava ai loro occhi era pulito, omogeneo, facile da dosare e da stoccare. Quasi fosse un rito alchemico, bastava buttarlo nella botte e in un istante quel mucchietto di granuli spariva come per magia, dissolvendosi nell'acqua lasciandola pressoché trasparente. Ben diverso però anche il prezzo, molto superiore a quello dei comuni erbicidi fin lì usati. Ma anche questo contribuiva all'immagine di prodotto "marziano" che Londax® 60 DF si era in breve guadagnato. Magari i risicoltori sbiancavano un po' al momento di pagare il rivenditore, forse più delle stesse malerbe dopo il trattamento, ma al momento del raccolto erano ben più che contenti della spesa sostenuta. Oggi, a distanza di 25 anni il bensulfuron metile è come un atleta maturo, che deve lottare ogni giorno contro concorrenti più giovani e brillanti. Ma come ogni vecchio leone del gruppo, ogni tanto sa tirare ancora la sua zampata vincente.

 

I formulati in commercio

 

Cinque sono i formulati che contengono bensulfuron metile ( per vedere tutti i formulati clicca qui). Tre di loro sono come il loro antesignano: granulari al 60% di sostanza attiva. Tra questi troviamo ancora lui: Londax® 60 DF, commercializzato da Cerexagri. Sul mercato vi sono poi Lirius Plus (Chimiberg) e Koron WDG di Gowan Italia. Questi formulati si propongono per il controllo delle principali infestanti non graminacee della risaia. Caratterizzati dalla bassa dose d’impiego (100 g/ha) e da un'ottima selettività per il riso, vengono assorbiti soprattutto per via fogliare, ma in parte anche dalle radici. Da lì vengono traslocati ai meristemi delle malerbe provocandone l’arresto della crescita. Già a 4-6 ore dal trattamento le piante sensibili cessano di crescere. Dopodiché, nel giro di 7-10 giorni, compaiono i sintomi chiaramente visibili come l'arricciamento delle foglie e le zone clorotiche. A questi sintomi seguono a ruota anche le necrosi di sezioni di foglie e steli. Infine, la morte delle infestanti si completa in 2-3 settimane. Questo effetto ritardato causò in principio allarme negli agricoltori, abituati com'erano a vedere le malerbe letteralmente "bruciare" subito dopo il diserbo. Poi, come a tutte le cose, si abituarono anche a questo effetto ritardato, ritornando a coltivare anche in materia di diserbi quella dote che fa parte della tradizione contadina: la pazienza.

 

Spettro d'azione e consigli d'impiego


Nello spettro di bensulfuron metile ricadono Alisma spp., Butomus umbellatus, Bolboschoenus marittimus, Schoenoplectus mucronatus, Tipha spp., Sparganium, Cyperus spp., Potamogetum spp. e Heteranthera spp. (nei primi stadi di sviluppo). Su quest'ultima famiglia di malerbe migliora sensibilmente l'azione un'altra solfonilurea: il metsulfuron metile. L'abbinamento di metsulfuron metile (2%) a bensulfuron metile (50%) ha dato origine agli altri due formulati in commercio (vedi), i quali peraltro mostrano una marcia in più su infestanti difficili come Leersia oryzoides. Pull® 52 DF, di Cerexagri, va impiegato anch'esso a 100 g/ha e va posizionato nei diserbi più o meno come i formulati a base di solo bensulfuron metile. I prodotti vanno impiegati in condizioni di risaia umida (0-1 cm d’acqua) oppure uniformemente sommersa con 5-10 cm d’acqua. Il trattamento viene normlamente eseguito in una finistra temporale compresa fra i 20 e i 40 giorni dalla semina, in combinazione con specifici giavonicidi. Dopo il trattamento in risaia umida è bene attendere 24-48 ore prima di reintrodurre l'acqua nelle risaie. Dopo il trattamento su risaia sommersa, invece, il livello dell’acqua non deve essere mai superiore a 10-12 cm e l’acqua dovrà rimanere ferma nelle camere per almeno 5 giorni. Infine, nei terreni bibuli che tendono ad asciugarsi è preferibile lasciar asciugare completamente la risaia prima di immettere nuova acqua. Dato che le due solfoniuree sono attive soprattutto per contatto e assorbimento fogliare, è raccomandabile trattare su infestanti giovani e in attiva crescita.

 

Nota: i formulati selezionati fra i diversi disponibili in banca dati sono stati scelti in funzione della presenza di materiali scaricabili messi a disposizione delle aziende. Questo per favorire eventuali necessità di specifici approfondimenti da parte del lettore