I suoi giudizi, a quanto pare, sono troppo funzionali agli interessi delle multinazionali. Questo è in sostanza il motivo dell’invasione della sede parmense dell’Efsa(1), ovvero l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, quella per intendersi che esprime i pareri scientifici favorevoli o contrari all’autorizzazione degli ogm a livello europeo. Un gruppo di alcune decine di persone, orbitanti si dice intorno ai locali “centri sociali”, è quindi entrato nella sede dell’Ente e avrebbe creato alcuni momenti di tensione con le Forze dell’ordine. L’obiettivo dichiarato era quello di attirare l’attenzione sui processi europei di autorizzazione degli ogm. I manifestanti considerano infatti nullo il lavoro dell’Efsa in quanto, secondo loro, si limiterebbe solo a valutare dossier forniti dalle multinazionali che quegli stessi ogm propongono. Quindi, non vi sarebbe a dir loro terzietà di giudizio, trasformando in tal modo le autorizzazioni in atti di fiducia nelle industrie.
Sempre per voce di uno degli organizzatori della protesta, esisterebbero poi fior fiore di ricerche e di scienziati che avrebbero dimostrato la pericolosità delle colture biotech e quindi, come logica conclusione, i dossier delle multinazionali devono per forza essere falsi.
Forse nelle discussioni di quei “centri sociali” non si sono mai toccati alcuni aspetti che magari avrebbero chiarito meglio il panorama delle autorizzazioni. Infatti, già nel farmaceutico e in agricoltura le registrazioni di nuove sostanze attive sono concesse a seguito di valutazione di dossier forniti dalle aziende, le quali si devono sobbarcare i costi necessari all’effettuazione dei test. Test alquanto costosi, visto che agli aspetti tossicologici di laboratorio si aggiungono, per gli agrofarmaci, anche gli studi di tipo ambientale e residuale. Dai pochi dossier sufficienti negli Anni 80, le documentazioni richieste sono salite nel tempo e oggi è necessario un furgone per trasportarle tutte. Per fortuna, esistono anche i supporti magnetici.
Gli investimenti per le aziende sono quindi lievitati, passando dai pochi milioni di dollari ad alcune decine di milioni. Spese che a nessuna multinazionale fa piacere sostenere. Se però venissero, putacaso, trovate scorciatoie, facendo si che un farmaco o un agrofarmaco venissero registrati in modo facilone, o peggio ancora grazie a tangenti, cosa accadrebbe? Accadrebbe che al primo problema di ordine sanitario o ambientale quella multinazionale sarebbe chiamata a pagare in solido. E si parla di centinaia di milioni, di euro o di dollari, a seconda del continente. In altre parole, un'azienda rischierebbe letteralmente di scomparire.
Agli scettici che non credessero a tali scenari, ove le multinazionali che sbagliano pagano cari i propri errori, gioverà magari ricordare cosa successe nel 2001 a Bayer per il Lipobay, ritirato dal mercato a seguito delle accuse di aver provocato 52 morti. Non vi erano stati né inganni né frodi: era stato solo un malaugurato caso  di interazione indesiderata fra farmaci, i quali presi singolarmente non presentavano rischi per la salute. Però i morti vi erano stati e il giorno stesso dell'annuncio del ritiro del farmaco il titolo Bayer, quotato a Francoforte, perse il 16% del valore, toccando il minimo il 17 agosto, quando precipitò a soli a 33,6 marchi tedeschi. In pratica, circa un terzo del valore assoluto di Bayer si dissolse nel nulla. Un danno di svariati miliardi dell’attuale euro. Per qualcosa di molto meno ferale, ovvero una contaminazione accidentale di semi convenzionali con semi ogm, la stessa azienda dovette patteggiare nel 2006 un risarcimento di 750 milioni di dollari a favore di 11 mila agricoltori staunitensi. In altre parole, se sbagli paghi. E a prezzi così salati da levar qualsiasi voglia di fare i furbi.
Ecco perché le multinazionali effettuano ogni loro ricerca in condizioni di Glp, ovvero Good laboratory practice, come pure si affidano a contractors terzi che effettuano le prove nelle proprie strutture indipendenti. La stessa cosa accade per gli ogm, gli organismi più controllati in assoluto sulla Terra. Se infatti può capitare di introdurre un nuovo alimento senza troppi controlli, tipo sull’allergenicità, come accadde per il kiwi, la papaya, il mango eccetera, altrettanto non succede con gli ogm, i quali vengono setacciati in modo fine alla ricerca di ogni possibile aspetto di criticità.
Quanto poi alle ricerche di “scienziati indipendenti”, sarà bene ricordare ai manifestanti che la galassia di questi ricercatori annovera anche personaggi come Gilles Séralini, i cui lavori di laboratorio continuano a circolare su web come “prova provata” quando invece sono stati sbugiardati da una miriade di altri scienziati ancor più indipendenti, visto che almeno loro non avevano alcun libro da lanciare sul mercato.
I problemi gastrici ai maiali? Smontata. L’impatto sulla farfalla Monarca? Smontata. I tumori nei topi? Smontata. La tossina Bt nel sangue delle donne Canadesi? Smontata. E si potrebbe continuare ancora a lungo, perché la lista delle ricerche definite “Junk science” (scienza spazzatura) sono molte.
Resta quindi solo un dubbio: i manifestanti volevano davvero aprire un dibattito, oppure la loro intenzione era quella di intimidire l’Efsa? Perché secondo certe teste la realtà è quella che immaginano loro e se qualcuno dimostra che le cose stanno diversamente, è quest'ultimo che deve cambiare registro. Un po’ come successe a Galileo e Giordano Bruno, ai quali venne chiesto di abiurare le proprie teorie scientifiche perché non gradite allo statu quo imposto dal fanatismo religioso che imperava in quei secoli bui. Galileo cedette, abiurando e salvandosi la vita. Giordano Bruno no, preferì morire sul rogo, senza abiurare.
Non è ancora chiaro se per l’Efsa sia già pronta qualche pira. Di certo la richiesta di abiura è stata recapitata in modo forte e chiaro. Perché azioni come quelle di Parma sconfinano dalla semplice protesta per approdare alla più banale e becera intimidazione.
 
Nel frattempo, sebbene lontano anni luce dai “centri sociali” di Parma, Sergio Bolzonello, vice presidente e assessore all’Agricoltura del Friuli Venezia Giulia, ha annunciato con orgoglio la modifica della legge regionale del 2011 circa l’impiego in agricoltura di Ogm. La giunta regionale ha quindi approvato il divieto alle semine di ibridi geneticamente modificati sul territorio regionale.
Pesanti le sanzioni, le quali sono previste fra i 5 e i 50 mila euro e che saranno erogate dal Corpo forestale regionale. Pronto l’applauso di Coldiretti la quale, secondo quanto riportato dal Messaggero Veneto(2), avrebbe affermato che «Non possiamo permettere che si ripetano fatti come quelli della primavera 2013 con la messa a coltura di sementi Ogm che hanno compromesso l’equilibrio ambientale del territorio circostante».
Una compromissione che peraltro non risulta agli atti nemmeno dello stesso Corpo Forestale, il quale ha eseguito i controlli sulla diffusione del polline gm al di fuori dei campi di Giorgio Fidenato, l’ariete italiano pro-ogm.
 
La battaglia pro e contro ogm quindi continua, fra Leggi proibizioniste e invasioni intimidatorie. E le probabilità di vincere sono davvero poche per il fronte dei favorevoli, perché l’Italia non è Paese dove le colture biotech abbiano molte probabilità di entrare. Perché fanno male? No, le mangiamo da decenni. Perché devastano la biodiversità? No, perché anche questa bufala è stata sbugiardata da ricerche effettuate in mezzo Mondo. Perché faranno crollare l’agroalimentare di pregio? Nemmeno, visto che in Spagna(3), ove si coltivano oltre 100 mila ettari di mais Bt, lo stesso seminato da Giorgio Fidenato tanto per capirsi, il prosciutto Pata Negra continua a essere il salume più costoso del Pianeta e a esportare alla grande con prezzi che fanno impallidire concorrenti di pregio come il Culatello di Zibello. Peraltro, negli ultimi anni gli Spagnoli si sono anche risparmiati 150 milioni di euro di importazioni, essendosi prodotti in casa 850 mila tonnellate di mais in più. Mais che prima del Bt veniva importato dai Paesi nordamericani.
No, niente di quanto sopra. Gli ogm in Italia non entreranno perché l’Italiano è il popolo europeo più specializzato nel perdere i treni anche quando gli passino sotto il naso. Sta bene nel suo paesino di provincia, facendo sempre le stesse cose, senza gradire troppe novità. Si lamenta perché c'è la crisi, perché piove, perché non vince ai Mondiali, ma quando è chiamato a sfidare il futuro si arrocca dietro una strana accondiscendenza verso minoritari comitati del No.
E di solito segue elettoralmente non tanto chi ha ragione, ma chi è più scaltro a persuadere di averla.
 
 
(1) Invasione Efsa: http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/140320b.htm
 
(2) Legge anti-ogm Fvg: http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2014/03/22/news/divieto-di-semine-ogm-multe-fino-a-50-mila-euro-foto-video-1.8900137
 
(3) Ogm in Spagna: http://isaaa.us5.list-manage1.com/track/click?u=90d9912fca3d624d294e24b28&id=c5f00c1c86&e=aaf265276b