Sono passati quasi tre mesi da quando, lo scorso 4 maggio, sono ufficialmente riprese le attività produttive per il comparto dell'agromeccanica italiana in seguito allo stop imposto dalle disposizioni del Governo per far fronte alla pandemia da coronavirus.

L'industria nazionale, nonostante la situazione di evidente svantaggio dovuto al diverso trattamento rispetto all'agromeccanica europea, ritenuta attività essenziale e quindi rimasta produttiva, ha risposto proattivamente cercando di mettere in campo una straordinaria capacità organizzativa utile ad una ripresa il più rapida possibile.

In ogni caso, gli effetti della chiusura nazionale sono ad oggi poco valutabili e si vedranno nel medio periodo. "Il diverso trattamento ha regalato alle aziende italiane una penalizzazione in termini di competitività" conferma Antonio Salvaterra, direttore marketing Argo Tractors.
"Se escludiamo ricambi e service che mai si sono fermati, siamo ripartiti trovando, tutto sommato, una buona risposta del mercato".
 
Antonio Salvaterra, direttore marketing di Argo Tractors
Antonio Salvaterra, direttore marketing Argo Tractors
(Fonte foto: Argo Tractors)

Al netto del danno causato dai mesi di chiusura, e sono ormai noti i dati del mercato Italia al termine di questo primo semestre 2020, "siamo sui livelli di giugno 2019. Il mercato si è abbastanza stabilizzato. In termini di macchine ritirate il risultato è naturalmente calato con maggiore sofferenza del segmento dei frutteti ma - precisa il manager - non si tratta  di una dinamica legata esclusivamente al Covid-19. Lo scorso anno c'è stato un buon livello di ricambio con importanti investimenti in questa fascia di prodotto ed è fisiologico aspettarsi un trend meno performante. Sul campo aperto, chi aveva pianificato ha scelto comunque di investire e questo è indice di un buon grado di fiducia. Ciò che un po' ci penalizza nella ripresa è la difficoltà che riscontriamo con alcuni fornitori e che, facendo parte di una filiera molto integrata, un pochino ci ha rallentato, per poi tornare a livelli normali nell'ultimo mese".


Un futuro da scoprire

Sulla seconda parte dell'anno Salvaterra stima un'aurea di incertezza non solo per il mercato Italia, ma in generale. "Per ora possiamo vedere un orizzonte nel medio termine non così negativo, sempre contestualizzato all’anno eccezionale che stiamo vivendo. Se fino a un mese e mezzo fa avevamo l'idea che il mercato potesse assestarsi con un calo generalizzato compreso tra -10 e -15%, oggi invece possiamo sperare in una forchetta tra il -5 e -10% rispetto allo stesso periodo del  2019. Con una visione ancora più ottimistica, si può ipotizzate un assestamento tra 0 e -5% che, in un anno come questo, sarebbe un segnale comunque positivo".

Gli incentivi messi sul piatto, ci conferma il manager, suscitano interesse da parte dei clienti che chiedono e si informano. "Chi ha la possibilità di investire - spiega Salvaterra - pur a fronte di una situazione di incertezza generale chiaramente percepita, colloca la filiera agricola tra le attività fondamentali e sente  i propri investimenti più protetti. Il 2021 non lo vediamo assolutamente nero. I fattori in gioco sono tanti ma vogliamo essere ottimisti per vedere e cogliere le occasioni dove ci sono".
 

R&D: lungimiranza di un Gruppo made in Italy

La scelta di una produzione made in Italy (i tre quarti del valore delle macchine sono generati internamente) porta Argo Tractors ad avere una coerenza e una cultura imprenditoriale vincolate alla mission ed al modo di essere aziendale.
Risultato non da poco di questi tempi che, insieme ad un continuo lavoro in Ricerca e Sviluppo, ha permesso al Gruppo di imporsi sul mercato mondiale e di entrare nel gotha della meccanica agricola.

Novità nella gamma media e bassa arriveranno in occasione di Eima International, svela Salvaterra, che conferma come le scadenze sugli emissionamenti abbiano già da tempo indirizzato il Gruppo verso un piano di sviluppo e processo produttivo volti a valorizzare le soluzioni tecnologiche. In tal senso, prosegue l'impegno di Argo Tractors nell'attività con rete IDEAgri (Isobus digital electronic agriculture) che coinvolge un consorzio di aziende occupate a sviluppare la tecnologia Isobus. "Mettiamo a disposizione strumenti e tecnologie per sviluppare e diffondere l'Isobus rendendolo fruibile anche su attrezzature (anche  meccaniche) prodotte da aziende che da sole non avrebbero i mezzi interni per sviluppare autonomamente sistemi connessi. Operiamo molto nell'ambito specialistico per far uscire l'Isobus dal solo settore campo aperto. Il nostro approccio vuole valorizzare il distretto della meccanizzazione agricola italiana che pensiamo abbia molto da dire, forte di un'esperienza pluriennale, centenaria in qualche caso, da mettere a frutto".

Tra i prodotti di punta di casa Argo, il nuovo Rex 3F, la Serie 7 Landini il cui family feeling sarà declinato su tutte le famiglie prodotto e naturalmente la Gamma McCormick. "Oltre alle novità prodotto, il nostro pubblico potrà apprezzare una evoluzione del posto di guida e dell'area operatore, ormai sempre più paragonabile ad un vero e proprio ufficio. Abbiamo osservato - fa notare Salvaterra - che negli ultimi dieci anni c'è stata, in particolare negli specializzati da frutteto e vigneto, un'evoluzione in termini di utilizzo dell’operatore che ha quasi raddoppiato le ore di permanenza sul trattore. Non mi riferisco solo alle piccole realtà ma anche ad aziende con dimensioni importanti che cercano di massimizzare  l’investimento in tecnologia trattoristica. Non più solo prodotto quindi: ora si deve offrire un pacchetto completo di servizi, manutenzione programmata, estensioni di garanzia, servizi digitali e comfort".