Prosegue su AgroNotizie la rubrica dedicata a migliorare la conoscenza delle pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci, obiettivo dell'iniziativa Bayer AgriCampus.
 
Per un uso consapevole degli agrofarmaci

Quando si finisce un trattamento l'unico desiderio è quello di fermarsi e riposarsi, soprattutto se la giornata è stata faticosa. Eppure prima di godersi il meritato riposo è buona norma procedere alla pulizia, interna ed esterna, dell'irroratrice. Una operazione non solo prevista dalla legge, ma che è anche necessaria per preservare la corretta funzionalità della macchina e tutelare persone e ambiente.

Quando infatti si utilizzano le irroratrici, siano esse atomizzatori o barre, parte della miscela fitoiatrica finisce sulla macchina stessa. E nel serbatoio, anche se la pompa non pesca più liquido, rimangono sempre dei residui di miscela.

Bisogna quindi sempre procedere al lavaggio interno ed esterno delle irroratrici. "E' necessario per evitare fermi macchina dovuti all'azione della miscela fitoiatrica sull'attrezzatura. Inoltre, se non si eliminano i residui interni e si procede al riempimento della botte con un nuovo agrofarmaco, si possono verificare fenomeni di incompatibilità chimica e fisica, oltre che di cross-contamination", spiega ad AgoNotizie Paolo Balsari, professore dell'Università di Torino e coordinatore del progetto Topps-Prowadis che ha identificato le buone pratiche necessarie a prevenire l'inquinamento diffuso e puntiforme da agrofarmaci.

"Il rischio infatti è quello di procedere all'applicazione di una miscela contaminata dai residui del trattamento precedente, con effetti potenzialmente dannosi". Basti pensare a cosa accadrebbe se dopo un trattamento con un erbicida selettivo si procedesse all'applicazione di un fungicida su una coltura suscettibile all'erbicida stesso.
 
Lava correttamente l'attrezzatura dopo il trattamento
Clicca su questo sito per scaricare la scheda completa

Oltre al lavaggio interno bisogna procedere anche a quello esterno. "Prima di tutto per evitare che attorno agli orifizi degli ugelli si possano accumulare dei residui che impediscano l'uscita della miscela. In secondo luogo perché la superficie dell'attrezzatura è una fonte di possibile contaminazione, ad esempio in caso di pioggia, per l'ambiente e gli astanti", conclude Balsari.

Non bisogna infatti dimenticare che le aree maggiormente contaminate da agrofarmaci (inquinamento puntiforme) sono proprio quelle in cui avviene la preparazione della miscela, la gestione dei prodotti reflui e la pulizia dell'irroratrice. Luoghi che quasi sempre sono in azienda. Tale inquinamento costituisce dal 40 al 90% della contaminazione da agrofarmaci delle risorse idriche (Fonte: Topps Prowadis), in quanto le acque reflue vengono per lo più smaltite al suolo o nei cosi d'acqua.
Grafico
(Fonte foto: Progetto Topps)
 

Lavaggio delle attrezzature: in campo o in azienda?

Esiste una sostanziale differenza tra le operazioni di lavaggio effettuate in azienda e quelle in campo. Nel primo caso si deve attrezzare un'area con una pavimentazione impermeabile (come il cemento), proporzionata alle dimensioni delle macchine da pulire e dotata di un accesso all'impianto idrico aziendale.

La piazzola deve essere munita di un sistema di raccolta delle acque in un apposito serbatoio e di un circuito per separare le acque piovane da quelle contaminate. La miscela risultante dallo svuotamento dei serbatoi e le acque contaminate provenienti dalla pulizia delle irroratrici devono essere smaltite attraverso ditte specializzate oppure attraverso sistemi di biodegradazione, come Phytobac.
 
Come deve essere l'area dove lavi le attrezzature?

"Uno degli aspetti più importanti per evitare l'inquinamento puntiforme è avere un'area di lavaggio impermeabile e ben dimensionata, nella quale sia possibile dividere correttamente le acque contenenti i reflui fitoiatrici dalle altre acque (piovane, altri lavaggi,..). Il 'kit area di lavaggio' di Mybatec permette la separazione delle acque in totale sicurezza e aiuta a contrastare il rischio di inquinamento puntiforme", spiega ad AgroNotizie Alessandro Spaudo di Mybatec.

Il vantaggio di effettuare i lavaggi in campo è quello di evitare la realizzazione di una struttura ad hoc. Ma richiede che in campo ci sia la disponibilità di acqua pulita o che i mezzi siano forniti di un serbatoio per il lavaggio delle macchine stesse. Inoltre le operazioni devono avvenire lontano da corpi idrici o zone sensibili, preferibilmente nell'ultimo appezzamento trattato e variando sempre l'area di lavaggio durante l'anno.
 

La pulizia interna ed esterna delle irroratrici

Alla fine di ogni trattamento si può procedere ad un risciacquo o ad una pulizia completa dell'interno del serbatoio. Si procede ad un lavaggio sommario della botte quando si deve proseguire con i trattamenti sulla stessa coltura o con lo stesso agrofarmaco.
 
I consigli per prevenire l'inquinamento puntiforme

La pulizia sarà invece più accurata quando ci si prepara a trattare una coltura diversa dalla precedente con un agrofarmaco differente. Oppure quando si prevede che l'irroratrice resterà ferma a lungo (ad esempio prima dell'inverno) oppure quando deve essere sottoposta a manutenzione. I lavaggi interni possono essere effettuati con una lancia a mano oppure sfruttando i sistemi di auto-lavaggio presenti su alcuni modelli.

Il filtro a cestello posto nell'apertura principale del serbatoio viene difficilmente pulito efficacemente dagli ugelli lava-serbatoio. Per questo deve essere rimosso e sciacquato separatamente. Per pulire le tubazioni si fa invece semplicemente circolare acqua pulita nel sistema.
Come effettuare la pulizia?
L'acqua presente in botte dopo il lavaggio, se effettuato in campo, deve poi essere espulsa riprendendo il trattamento della coltura con basse pressioni ed elevata velocità, in modo da non creare problemi di fitotossicità, oppure stoccata in azienda e poi smaltita correttamente.

Per eliminare i depositi di agrofarmaci dalla superficie esterna della macchina è buona norma procedere ad una pulizia esterna con una lancia a mano, cercando di non utilizzare volumi eccessivi di acqua e di non utilizzare alte pressioni. E' anche possibile utilizzare delle spazzole per facilitare la rimozione dei depositi.
Progetto Topps
(Fonte foto: Progetto Topps)
 

Il lavaggio delle attrezzature in campo: dalla teoria alla pratica

"Per effettuare la pulizia della macchina direttamente in campo è preferibile disporre di un'irroratrice equipaggiata con serbatoio lava impianto, ugello/i lava serbatoi, valvola a tre vie per escludere il ricircolo dalla pompa al serbatoio e lancia per il lavaggio esterno collegata al lava impianto", è riportato sulla guida Topps 'Il lavaggio interno ed esterno delle macchine irroratici'.

Ecco dunque le quattro fasi per un lavaggio in campo a regola d'arte.
  • Fase 1: Dopo aver verificato che il residuo di miscela fitoiatrica in botte sia minimo si può attivare il sistema lava-serbatoio alimentato con acqua pulita. In questa fase è bene lasciare la valvola a tre vie del circuito idraulico in posizione tale che il liquido ricircoli nel serbatoio stesso. La miscela ancora presente nel serbatoio verrà così diluita.
  • Fase 2: Dopo aver chiuso il ricircolo nel serbatoio e riattivato l'alimentazione della pompa dal serbatoio principale, procedere all'erogazione della miscela diluita attraverso gli ugelli, distribuendola direttamente sulla coltura fino all'esaurimento.
  • Fase 3: Mantenere chiuso il ricircolo nel serbatoio e alimentare la pompa con il serbatoio lava impianto. In questo modo l'acqua pulita del serbatoio ausiliario pulirà il circuito e gli ugelli. Concludere l'operazione quando dagli ugelli esce acqua pulita.
  • Fase 4: Risciacquare esternamente l'irroratrice con la lancia a mano.

Per massimizzare l'effetto pulente è buona norma ripetere le fasi 1, 2 e 3 almeno tre volte. In questo modo si può assicurare una pulizia completa della macchina.
 

Il lavaggio delle attrezzature in azienda: dalla teoria alla pratica

Il lavaggio dell'irroratrice in azienda è sicuramente più agevole in quanto c'è disponibilità di acqua pulita in abbondanza. Tuttavia richiede la costruzione di una piazzola ad hoc, a meno di non dotarsi di un'area di lavaggio removibile, e di doversi occupare dello smaltimento della miscela fitoiatrica proveniente dal lavaggio, destinandola ad esempio ad un biobed come Phytobac.

Le fasi di lavaggio in azienda sono simili a quelle effettuate in campo.
  • Fase 1: Risciacquare l'interno del serbatoio con la lancia a mano e scaricare l'acqua di risciacquo nella piazzola che verrà convogliata al serbatoio.
  • Fase 2: Riempire l'irroratrice di acqua pulita ed effettuare il risciacquo dell'impianto idraulico azionando gli ugelli. In questa fase bisogna avere cura di prevenire la dispersione nell'ambiente delle goccioline schermando gli ugelli con una copertura e spegnendo l'eventuale ventola.
  • Fase 3: Effettuare il lavaggio esterno della macchina con la lancia a mano.


Eliminare lo sporco per una agricoltura pulita

La maggior parte degli agricoltori già oggi effettuata la pulizia delle irroratrici, ma per mancanza di tempo e di informazioni attendibili spesso la esegue in maniera non corretta. Effettuare la pulizia interna ed esterna delle irroratrici è una operazione che solo in un primo momento può sembrare difficile da eseguire, ma che una volta appresa si può ripetere con facilità, con un dispendio di tempo limitato.

E i benefici sono enormi: eliminazione del problema dell'inquinamento da agrofarmaci, allungamento della vita dell'irroratrice e una difesa più efficace delle colture. Per questo è l'agricoltore il primo a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per l'iniziativa AgriCampus.

Pulire correttamente le irroratrici non è solo un obbligo previsto dal Pan (punto 5 dell'allegato VI), ma è anche un gesto di riguardo nei confronti dell'ambiente e delle persone che vivono il territorio.
 
Bayer AgriCampus è un'iniziativa lanciata da Bayer Crop Science Italia con l'obiettivo di promuovere l'uso consapevole degli agrofarmaci.
Image Line è partner e su AgroNotizie ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo

Appuntamento a dicembre per la nuova puntata di Bayer AgriCampus dedicata agli ugelli antideriva.



Questo articolo fa parte delle collezioni: