In tempo di Covid-19 calano infortuni mortali e denunce sul lavoro in agricoltura. A dirlo i nuovi dati dell'Inail secondo cui nel 2020 c'è stata una diminuzione del 25,2% di casi mortali nel settore agricolo e una flessione delle denunce del 19,6%. Dalla rilevazione dell'Inail emerge che il comparto agricolo nel 2020 ha occupato quasi un milione di lavoratori (912mila per la precisione) contribuendo per il 2,2% al valore aggiunto prodotto dall'economia italiana.

In base all'analisi dell'istituto i casi mortali denunciati in agricoltura sono passati da 151 nel 2019 a 113 nel 2020; in evidenza il fatto che "in questo caso la riduzione più consistente, da 131 a 96 (meno 26,7%), è stata registrata dagli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro".
Inoltre la "difficoltà nella fornitura di materie prime per la produzione di beni essenziali" per via dell'emergenza sanitaria e "l'improvvisa scarsità della manodopera, specialmente stagionale, provocata dal lockdown globale e dalla chiusura delle frontiere, si sono tradotte in una notevole contrazione del numero delle denunce di infortunio sul lavoro in agricoltura".

Il calo registrato che emerge dal confronto dei dati mensili dell'Inail al 31 dicembre del 2019 e al 31 dicembre del 2020 è pari al 19,6%. Nel periodo gennaio-dicembre 2019 i casi denunciati erano stati 32.692, mentre nell'anno successivo sono scesi a 26.287. Le limitazioni imposte dal lockdown - viene spiegato - hanno reso ancora più sensibile la diminuzione degli infortuni in itinere, avvenuti cioè nel percorso di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, dalle 1.600 denunce del 2019 alle 1.187 del 2020 (meno 25,8%).

Ampliando lo sguardo dell'analisi al periodo 2015-2019, viene rilevato come "il trend decrescente del numero delle denunce in agricoltura fosse già presente prima del 2020" anche se in proporzioni diverse; "nell'arco del quinquennio le denunce presentate all'istituto sono passate da 38.021 a 33.063, diminuendo 'soltanto' del 13,0%. Su base annuale la riduzione media è stata del 3,4%, con un meno 1,9% nel 2019 rispetto al 2018".

Chi si infortuna di più sono gli uomini, e la causa più frequente è lo scivolamento. Nel 2019 sono stati denunciati 27.031 infortuni da parte di lavoratori agricoli contro i 6.032 delle lavoratrici. La fascia di età più a rischio per i maschi è quella tra i 50 ed i 54 anni, con 3.709 denunce nel 2019, il 13,7% del totale. Le donne si infortunano più frequentemente nella fascia immediatamente successiva: l'Inail nel 2019 ha ricevuto 1.148 denunce da lavoratrici di età compresa tra 55 e 59 anni.
Lo scivolamento è la causa di infortunio preminente. Nel quinquennio 2015-2019 ha rappresentato il 26,9% del totale degli infortuni riconosciuti dall'istituto. A seguire la "perdita di controllo totale o parziale di una macchina", che rappresenta il 21,9% degli infortuni accertati. In questo caso l'incidenza è maggiore tra gli agricoltori maschi (23,2%) rispetto alle femmine (16,3%). A essere coinvolto nella maggior parte dei decessi è il trattore, sia alla guida che per altri problemi legati al mezzo.

Ma in risposta - si fa presente - sono arrivati gli incentivi per l'ammodernamento del parco macchine agricolo. Tra gli strumenti di sostegno economico per la salute e la sicurezza in agricoltura. La sostituzione dei mezzi obsoleti tra gli interventi per ottenere lo 'sconto per prevenzione'.  I bandi che si sono succeduti hanno imposto il rispetto di requisiti sempre più specifici rispetto alle caratteristiche dei trattori. E per esempio quelli finanziabili con il bando pubblicato nel 2020, in particolare, dovranno essere dotati di cabina con struttura di protezione in caso di ribaltamento. In risposta ai decessi provocati da malori durante l'attività lavorativa, sono arrivati i dispositivi indossabili che consentono un monitoraggio in tempo reale dei parametri vitali, i cosiddetti 'wearable devices'; ovvero dispositivi elettronici direttamente indossati dal lavoratore che forniscono anche l'esatta localizzazione.

Le malattie professionali denunciate sono risultate in diminuzione dell'8%; nei cinque anni dal 2015 al 2019 si è passati da 12.267 a 11.287. Se si prendono in considerazione soltanto le malattie per le quali è stata accertata una correlazione con l'attività svolta, la flessione è ancora più evidente, dai 6.686 casi del 2015 ai 5.440 del 2019 (meno 18,6%). Più di tre patologie su quattro (il 75%) interessano il sistema osteomuscolare e il tessuto connettivo, seguite dalle patologie del sistema nervoso (17,3%) e dell'orecchio (5,1%). Tra il 2015 e il 2019 tutte le malattie dei lavoratori agricoli hanno registrato un decremento, a eccezione dei tumori e delle patologie della pelle.