A caratterizzare questa tornata di modifiche l’ampliamento della base ampelografica che si arricchisce di due vitigni autoctoni siciliani, per altro molto noti: il Nero d’Avola per i rossi ed il Grillo per i bianchi.
In particolare, il Nero d’Avola è ammesso anche per i rosati, e sia questo vitigno a bacca nera che il Grillo entrano a far parte della menzione sulle bottiglie. Il Grillo entra anche come uvaggio dal quale è possibile ottenere lo spumante bianco, il Nero d’Avola tra quelli per i rosati fermi le bollicine rosè.
Per la produzione di vini bianchi, anche vendemmia tardiva, passito, superiore e riserva la Doc Sicilia dovrà garantire la derivazione da uvaggi di Inzolia, Catarratto, Grillo, Grecanico e Chardonnay - da soli o congiuntamente - per almeno il 50%;
La Doc Sicilia, per la produzione dei vini rossi, anche nella vendemmi tardiva, passito o riserva, dovrà garantire l’ottenimento del vino da uvaggi di Nero d’Avola, Frappato, Nerello Mascalese, Perricone e Syrah da soli o congiuntamente, per almeno il 50%. Stessi vitigni , da soli o congiuntamente, per almeno il 50, concorrono anche per la vinificazione dei rosati.
“Sono felice che nella doc Sicilia ci siano due dei vitigni autoctoni più noti il Grillo e il Nero d'Avola. La Sicilia fa un altro passo avanti per dare valore alle nostre eccellenze - dice in una nota l’assessore regionale all’Agricoltura delle Regione Sicilia, Antonello Cracolici, che ricorda anche come - Da oggi chi imbottiglierà Grillo e Nero d'Avola dovrà farlo in Sicilia, crescerà così la capacità di imbottigliamento e di dare maggiore valore ai produttori di uva. Andiamo avanti così. Senza piangerci addosso, portiamo la buona Sicilia nel mondo e daremo più benessere ai siciliani”.