"L'aggregazione è un fattore decisivo per la competizione. Il mondo agricolo deve fare sul serio". E' un'esortazione ad intraprendere un nuovo percorso, quella di Luciano Sita, assessore alle Attività produttive del Comune di Bologna, in apertura del convegno annuale di Legacoop agroalimentare. E' un invito all'integrazione, come strada per recuperare marginalità e liberare risorse per l'innovazione e l'internazionalizzazione.

"Opportunità: l'aggregazione come fattore di successo nel mercato agroalimentare": titolo del convegno - tavola rotonda, ma anche linea guida per l'evoluzione del settore.

Lo scenario economico-finanziario globale e le perduranti difficoltà del settore agroalimentare rendono indispensabile per l'impresa cooperativa, come per qeulla privata, un'attenta riflessione sul proprio ruolo nella filiera produttiva e nell'approccio al mercato. I successi aziendali di chi ha saputo "pensarsi in grande" dando vita ad alleanze dimostrano come, attraverso efficaci processi di aggregazione, si possano recuperare risorse per accrescere la propria competitività e fronteggiare le sfide del mercato, cogliendone appieno le opportunità.

"Un caso esemplare - cita Giovanni Luppi, presidente Legacoop Agroalimentare (nella foto a fianco) - si può ritrovare anche nelle sinergie fra imprese cooperative e imprese private: Gsi, la joint venture tra Senfter e Unibon Salumi."

Giovanni Luppi - Legacoop agroalimentare"Di fronte ai tanti problemi del settore, acuiti da una crisi epocale che presumibilmente manifesterà i suoi effetti sulla economia reale per tutto il corso del 2010 - continua Luppi - la cooperazione deve saper fare quel cambio di passo, quando non anche di direzione, indispensabile per mantenere competitività, crescere sul mercato e contribuire attivamente al rilancio del comparto agroalimentare nazionale."

"Occorre avviare efficaci processi di integrazione aziendale e di aggregazione, e recuperare efficienza nei cicli produttivi e nella funzione commerciale, per liberare le risorse necessarie da investire in innovazione, internazionalizzazione, diversificazione". Luppi parla anche di una nuova cultura imprenditoriale che possa valorizzare ulteriormente l'utilità distintiva della cooperazione.

Il processo di aggregazione come leva di sviluppo dell'agroalimentare italiano è stato il tema della presentazione di Francesca Benini, partner di Eurogroup Consulting. Il punto di partenza è un'analisi sull'evoluzione della catena del valore nel settore agroalimentare, con riferimento a settori quali il lattiero/caseario, il vitivinicolo e quello delle carni rosse.

Perché le operazioni di fusione e acquisizione creino valore in modo duraturo, sono fondamentali una coerenza strategica del business e un'efficace gestione dell'integrazione che deriva dal processo riorganizzativo.

"Per il contesto italiano - sottolinea Francesca Benini - si è avuto conferma che le fusioni e acquisizioni, sono spesso funzionali a processi di consolidamento industriale, soprattutto nel mondo della piccola e media impresa, dove il tema della crescita dimensionale rimane una priorità strategica. Tuttavia molte aggregazioni non hanno funzionato e i motivi possono essere diversi: sovrastima delle sinergie di costo e di crescita della top line, mancanza di un timing rigoroso e di una chiara leadership, scelta del management non sempre adatto al nuovo modello organizzativo, con conseguente mancanza di una chiara comunicazione degli obiettivi e delle strategie."

L'aggregazione è una possibile leva di sviluppo. Le sfide indotte dal potere contrattuale della distribuzione e dalla situazione congiunturale fanno nascere l’esigenza di fare sistema attraverso l’aggregazione delle realtà industriali. In conclusione, i benefici di questo processo possono essere sintetizzati con lo schema seguente che evidenzia le possibili prospettive per il settore.

 

 

Benefici
Economico / strategici

Superare le barriere all’ingresso in un nuovo mercato

Sfruttare le economie di scala, in particolare all’interno di un contesto produttivo di PMI

Ampliare e diversificare la propria offerta di beni  e servizi

Acquisire maggior potere contrattuale, verso i fornitori e verso i clienti

Raggiungere una posizione dominante nel mercato

Benefici Finanziari / Patrimoniali

Creare il livello di capitalizzazione adeguato per realizzare un progetto di crescita

Stabilizzare e migliorare la situazione dei flussi finanziari

Ottenere una maggior affidabilità patrimoniale nei confronti delle banche e quindi assicurarsi una maggior facilità nell’apertura di linee di credito

Benefici indiretti

Poter progettare strategie più ambiziose

Aumentare le competenze e professionalità di tipo relazionale

Ottenere maggior efficienza complessiva della struttura