'Siamo soddisfatti per le posizioni fin qui tenute dal ministro Zaia nei negoziati Ue', lo ha detto il presidente dell'Unione generale coltivatori (Ugc) Franco Verrascina, che ha aperto con una ampia relazioni i lavori dell'Assemblea annuale dell'organizzazione.
Sulla questione delle quote latte Verrascina ha invitato tutti 'ad abbassare i toni', ha affermato di aver 'sentito cose offensive verso produttori in difficolta', ha promesso di contrastare nelle sedi opportune chi continuerà a farlo, ha dichiarato di non vergognarsi ad essere definito un 'cobas'.
Soprattutto, però, Verrascina ha auspicato che si lavori per trovare soluzioni. 'L'agricoltura non vuole assistenza, ma attenzione e rispetto', ha continuato il presidente, mettendo in evidenza piu' volte che la qualita' dell'agricoltura italiana e' una chiave di volta. 'Esistono in Italia', ha fatto notare, 'produzioni di qualita' diffusa, accessibile a prezzi contenuti ma sconosciute'. Nella sua relazione Verrascina ha scandito le tappe di un percorso che deve portare l'agroalimentare ad un ruolo centrale nella sfida alla crisi economica.
Puntando sul nostro sistema agricolo ed agroalimentare, fatto appunto di profondo, peculiare e costante impegno  sulla sicurezza e sulla qualita' e' possibile contribuire in modo concreto e significativo alla ripresa dell'economia nazionale.
'Occorre però', ha detto Verrascina, 'uno sforzo generalizzato tra tutti i protagonisti della filiera per rendere questo sistema accessibile a tutti sul piano dei prezzi e, quindi, delle opzioni all'atto della spesa e dei consumi. Sono le tre direttrici che portano al cuore del problema e dalle quali possono derivare soluzioni importanti per una prospettiva di sviluppo solido e duraturo', ha detto ancora Verrascina con riferimento ai temi oggetto del dibattito.
'Su sicurezza e qualita' non abbiamo da invidiare nulla a chicchessia, sui prezzi occorre fare quel salto di qualita' che ci permetterebbe di conquistare nuove e ampie fette di mercato. La carta acquisti inaugurata dal governo rilancia una nostra sempre valida proposta, ovvero stimolare proprio con il coordinamento istituzionale, un accordo di filiera finalizzato alla riduzione dei prezzi al consumo bilanciata da un avanzamento dei processi di liberalizzazione commerciale, da un marchio premiante e da una campagna promozionale ad hoc. sul modello anglosassone, una distribuzione che puo' ampliare la propria offerta puo' contribuire al contenimento dei prezzi. Penso a servizi legali, assicurativi, creditizi, oltre a consulenze di vario genere e fino ai distributori di carburante.la stessa volonta' politica che ha generato le misure anticrisi', ha concluso Verrascina, 'puo' fare molto per un percorso di questo tipo. E' giusto che la filiera per intero risponda ognuno per le proprie competenze' .
A proposito delle carni contaminate dalla diossina Verrascina ha detto: 'E' solo l'ultimo episodio di una serie che negli anni dimostra la necessita' di puntare su sicurezza e qualita' secondo il modello produttivo italiano, intervenendo affinche' tale modello si traduca anche in prezzi al consumo accessibili. il problema delle carni irlandesi esiste, non va eluso e va condannato anche in considerazione di un sistema di controllo europeo che dovrebbe ormai escludere tali episodi, ma occorre fare molta attenzione a restare sulla realta' dei fatti ed evitare assolutamente allarmismi ingiustificati. Le ultime stime parlano, infatti, di un 10% di produzione irlandese contaminata, della quale peraltro il nostro paese importa una quantita' irrisoria, circa 1,5 milioni di kg e per di piu' in netto calo. E' giusto guardare anche l'altra faccia della medaglia, ovvero i controlli nel nostro paese, che ci sono e funzionano con un'efficacia ed una tempestivita' che il mondo intero ci invidia. il prodotto italiano e' sicuro e di alta qualita' e l'unico vero rischio e' che allarmismi ingiustificati generino il crollo di una produzione gia' in sofferenza'.
 
Gli interventi di Bonanni (Cisl) e Paolo Bruni (Fedagri)
'Il lavoro umano e' stato sottovalutato e  ancor piu' lo e' stata l'agricoltura nell'epoca dell'economia di carta. Un'economia drogata che ci ha rubato molta, molta democrazia'. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, intervenendo all'assemblea della Unione generale coltivatori-Cisl.
A suo giudizio questo e' un momento molto fecondo per rivalutare la funzione del lavoro e per avviare un dibattito sul futuro del paese. Un confronto non basato sulla contrapposizione, ma sulla cooperazione.
Nel corso dell'assemblea e' intervenuto anche il presidente della Fedagri, Paolo Bruni.  Anche lui ha sollecitato dibattiti costruttivi e scevri da demagogia. 'Dobbiamo riuscire a far si  che qualita' e sicurezza abbiano un giusto prezzo, cosa che', ha sottolineato , 'non e' ancora completamente possibile'.
A proposito della polverizzazione delle aziende agricole (recentemente confermata da un'analisi di nomisma) il presidente della Fedagri ha osservato che probabilmente questa caratteristica puo' permettere di fare economia. 'E' altresi' vero', ha proseguito, 'che per stare sul mercato queste aziende hanno bisogno di forme aggregative'.
 
Nel corso dell'assemblea sono anche intervenuti il coordinatore delgli assessori all'agricoltura Enzo Russo; Antonio Uda, segretario generale dei pensionati della Cisl; Paolo Landi, segretario generale Adiconsum, Luigi Pelliccia, responsabile ufficio studi e ricerche della Federalimentare; Marco Pedroni, presidente Coop consumatori nord est. In sala erano presenti, fra gli altri, il presidente della Confagricoltura Federico Vecchioni; Filippo Pecora, presidente di Agroenergie Italia; Fiorito Leo, direttore dell'Epaca Coldiretti; Carmelo Vazzana, presidente dell'Unacoa.