Valorizzare l'ingente biomassa di scarto proveniente dalla lavorazione del finocchio: a questo si sta dedicando il progetto Fennel, partito a fine settembre 2019 e tuttora in corso, finanziato dal Psr 2014-2020 della Campania, regione in cui la produzione di finocchio è pari a 1.348 t/anno e dove le parti non edibili (il 60%) di questo ortaggio costituiscono uno dei principali scarti agroindustriali.

Da rifiuto a risorsa economica, tali biomasse possono diventare infatti fonte di sostanza organica da reimpiegare in agricoltura e di biomolecole con un ampio potenziale applicativo in vari settori industriali.

Questo l'ambizioso obiettivo che si è posto il partenariato di progetto, il cui capofila è il Distretto tecnologico Campania Bioscience Scarl, distretto ad alta tecnologia nel settore della salute, delle biotecnologie e dell'agroalimentare, che, in linea con la propria mission istituzionale e con le proprie principali traiettorie tecnologiche, si occupa del coordinamento del partenariato e della programmazione e gestione di attività, tempi e costi di progetto, nonché della comunicazione interna al partenariato, al fine di garantire la necessaria informazione sui processi organizzativi messi in campo.

L'azienda F.lli Napolitano C. e G. società agr. Snc, partner del progetto, rappresenta una delle realtà più significative a livello nazionale nell'ambito della coltivazione, produzione e commercializzazione del finocchio e nell'ambito del progetto Fennel mette a disposizione le biomasse di scarto per le finalità estrattive e analitiche secondo le modalità e i tempi dettati dalle esigenze sperimentali.

Presso l'azienda si è svolta la coltivazione del finocchio e sono stati effettuati i rilievi agronomici sulla coltura da cui sono stati prelevati gli scarti da inviare a compostaggio e alle determinazioni analitiche. Il Dipartimento di agraria dell'Università di Napoli Federico II, di cui fa parte la prof.ssa Stefania De Pascale, responsabile scientifico del progetto, si sta occupando delle valutazioni quali quantitative e della trasformazione degli scarti di finocchio tramite due repliche del processo di compostaggio.

Dalle prove di trasformazione sono stati ottenuti compost, tè di compost e sostanze umiche da compost, di cui sarà testata la bioattività su colture orticole coltivate in camera di crescita, in serra e in pieno campo. I risultati attesi permetteranno di sviluppare tecnologie per il riutilizzo/riciclo della biomassa di scarto in un contesto di economia circolare e di agrotecnologie per il recupero di suoli degradati.

Nell'arco dei due anni di progetto si prevede di sviluppare almeno due bioprodotti utilizzabili come compost/fertilizzante/biostimolante e i relativi protocolli di produzione/utilizzo.

Gli scarti di finocchio sono anche una ricca fonte di molecole interessanti, come gli antiossidanti, che possono essere recuperate e utilizzate efficacemente come ingredienti nella progettazione di nuovi alimenti o in formulazioni nutraceutiche. Il Dipartimento di farmacia sempre dell'Università di Napoli Federico II si sta occupando dell'identificazione e caratterizzazione chimico, fisica e biologica di fitoestratti la cui attività nutraceutica potrebbe essere utilizzata e commercializzata sia direttamente come nutraceutici oppure come ingredienti funzionalizzanti in alimenti convenzionali per acquisire attività positive sulla salute.

Nel corso del progetto, inoltre, saranno valutati la gastroresistenza dei fitoestratti analizzati in vari formulati, la loro shelf life e, nel contempo, la tecnoresistenza necessaria a queste molecole per essere introdotte in maniera efficace nei cicli produttivi di bevande o alimenti, altrimenti considerati convenzionali. I risultati attesi potranno trovare applicazioni nel campo della nutraceutica e della produzione di ingredienti funzionali per la prevenzione o il supporto a patologie dismetaboliche e/o cronicodegenerative.

Tutti i risultati inoltre saranno diffusi agli agricoltori in modo da renderli fruibili grazie alla Fondazione Idis-Città della scienza, partner del progetto.

Visita la pagina dedicata a Fennel o chiedi maggiori informazioni al contatto: direttore@campaniabioscience.it
 
Progetto Fennel
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