Stalle che si autoalimentano, serre alimentate da fonti di energia rinnovabile e aziende indipendenti dal punto di vista energetico. Questo il profilo che si va definendo in ambito europeo per le imprese agricole, e che sempre di più anche in Italia si sta diffondendo come modello da replicare. A cominciare dal connubio tra le agroenergie e i sostegni che arrivano dalla Politica Agricola Comune (Pac).

 

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"L'agrisolare in un'azienda agricola è molto importante - osserva Filippo Zenobi, alla guida dell'Azienda agricola biologica San Biagiolo a Valdicastro (An), di Agia-Cia - offre sostenibilità al 100% in una filiera biologica. Abbiamo avuto l'opportunità di intervenire per ammodernare alcune strutture, come le stalle, e di progettare un impianto fotovoltaico con una produzione massima ammissibile di 185 kilowatt".

 

Inoltre - viene spiegato - "abbiamo progettato delle batterie di accumulo per far sì che l'energia venga sfruttata al 100% per l'attività vera e propria, per la trasformazione, per la vendita, ma anche per le operazioni all'interno dell'agriturismo".

 

La nuova Pac, quella partita dal 2023, nelle intenzioni della Commissione Ue per come è stata predisposta punta ad avvicinare sempre di più l'agricoltura alle ambizioni climatiche del Green Deal europeo.

 

La Pac incorpora infatti al suo interno l'ambizione di essere uno degli elementi che contribuiranno alla mitigazione dei cambiamenti climatici.

 

Obiettivo principale è coniugare lo sviluppo agricolo insieme con la fornitura di energia sostenibile.

 

Tra gli elementi in evidenza, oltre a promuovere naturalmente l'energia rinnovabile, anche il raggiungimento di target di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e l'applicazione di tecnologie per il sequestro dell'anidride carbonica.

 

"Le agroenergie, in particolare l'agrivoltaico, l'agrisolare e il biogas - afferma Copagri - rappresentano una componente imprescindibile del futuro; permettono di conciliare lo sviluppo economico con la tutela ambientale, favorendo la decarbonizzazione e la sostenibilità. Fondamentale diventa quindi sfruttare appieno le innumerevoli possibilità derivanti dalla Pac e dai bandi del Psr".

 

Per esempio, nell'allevamento avicolo Le Sibille di Montefortino (Fm), associato a Copagri Marche, dopo "l'ultimo biennio, in cui si è registrato un incremento senza precedenti del costo dell'energia", si è deciso "di investire sul fotovoltaico, così da puntare sull'autoconsumo e andare incontro alle richieste dei consumatori, sempre più attenti all'economia circolare e alla sostenibilità". Grazie alla misura 4.1 del Psr Marche - spiega Samuele Bruni dell'allevamento - "abbiamo ottenuto il finanziamento di un progetto che entro la primavera ci permetterà di produrre circa 50 kilowattora".

 

Sostenibilità, tra obiettivi e investimenti

Confagricoltura Siena ricorda gli obiettivi generali posti dall'Unione Europea in ambito economico, ambientale, sociale: promuovere un settore agricolo intelligente, competitivo, resiliente e diversificato che garantisca la sicurezza alimentare a lungo termine; sostenere e rafforzare la tutela dell'ambiente, compresa la biodiversità, e l'azione per il clima e contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell'Unione in materia di ambiente e clima, compresi gli impegni assunti a norma dell'Accordo di Parigi; rafforzare il tessuto socioeconomico delle zone rurali.

 

Il Piano Strategico Nazionale (Psn) prevede "investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole". Tra questi - fa presente Confagricoltura Siena - "migliorare l'orientamento al mercato e aumentare la competitività dell'azienda agricola nel breve e nel lungo periodo, anche attraverso una maggiore attenzione alla ricerca, alla tecnologia e alla digitalizzazione; contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all'adattamento", anche con il taglio delle emissioni di gas a effetto serra; "favorire lo sviluppo sostenibile e un'efficiente gestione delle risorse naturali come acqua, suolo, aria"; promozione dell'innovazione e dei "processi di digitalizzazione nell'agricoltura e nelle aree rurali".

Leggi anche I buoni propositi agricoli per il 2023

Per la Toscana, ad esempio, il totale dei fondi disponibili per il Complemento di Sviluppo Rurale (Csr) 2023-2027 è di quasi 750 milioni, di cui il 40,70% proveniente dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (Feasr) e il 59,30% da risorse nazionali (Stato e regione).

 

Progetti e priorità

La Rete Rurale Nazionale analizza regolarmente le azioni per il trasferimento della conoscenza e dell'innovazione e nel giugno 2023 ha pubblicato lo "Stato di avanzamento delle Misure 1, 2, 16.1 e 16.2 a dicembre 2022", dove evidenzia, con riferimento alle agroenergie e in particolare nel caso del Piemonte, come a dicembre 2022 l'avanzamento finanziario della spesa ammessa fosse pari al 45% di quella programmata, ma di fatto il pregresso fosse da considerarsi chiuso, restando da assegnare solamente le ultime risorse del bando 2022: "la spesa è collegata prioritariamente alla focus area 5C, che mira a favorire l'approvvigionamento e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto, residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia".

 

Dal punto di vista dei progetti avviati, il database di InnovaRurale consente di approfondire casi di studio e applicazione di modelli organizzativi e innovazioni di prodotto e processo finanziati anche attraverso misure dello sviluppo rurale, con riferimento sia all'attuale sia alla precedente programmazione.

 

È il caso del Gruppo Operativo M.ER.LI.n, il cui progetto "mira ad intervenire nel contenimento del divario informativo e di conoscenza esistente tra imprese agricole e fornitori di soluzioni tecnologiche e servizi nell'ambito delle opportunità esistenti nel campo del risparmio energetico. Se da un lato le imprese hanno nel tempo rinunciato alle colture più 'energivore' per contenere i costi di produzione, dall'altro si stanno diffondendo soluzioni tecnologiche che potrebbero essere molto utili ad elevare il valore aggiunto e a differenziare le produzioni, in particolare in serra".

 

La prima innovazione, segnala la scheda riportata sul portale "consiste nel fornire alle imprese florovivaistiche liguri la possibilità di valutare, in un'ottica di sistema e con un supporto professionale e multidisciplinare, le potenzialità offerte dalle più recenti tecnologie relative all'efficienza energetica e all'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (energia solare, biomasse, pompe di calore geotermiche o ad aria, cogenerazione ad alto rendimento, sistemi di illuminazioni efficienti, sistemi intelligenti di regolazione, gestione e monitoraggio remoto) in modo da orientare le scelte di investimento aziendale in questo ambito con una maggiore consapevolezza rispetto alla situazione attuale".

 

Oppure ancora il progetto Orticoltura 2.0, che vede Cia Umbria fra i partner, ha preso in considerazione l'utilizzo di energie rinnovabili, ad esempio il calore residuo del biogas, per riscaldamento serre e disidratazione prodotti.

 

Altri progetti relativi alle agroenergie sono presentati nella banca dati dei Gruppi Operativi di InnovaRurale.

 

Per saperne di più sul tema è possibile ascoltare anche i seguenti podcast.

 

Ascolta l'intervento di Stefano Amaducci, professore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Marco Tam del Gruppo Greenway, Christian Curlisi, direttore del Consorzio Italiano Biogas (Cib) e Giovanni Bosio del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte.
Puoi trovare tutti i podcast della playlist "Con i Piedi in Campo" in questa pagina

 

Ascolta l'intervento di Lorella Rossi, agronoma del Consorzio Italiano Biogas (Cib), Ernesto Folli, titolare dell'Azienda Agricola Palazzetto e Giovanni Bosio del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte.
Puoi trovare tutti i podcast della playlist "Azzurro Verde e Marrone" in questa pagina


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