Esg: in agricoltura le sigle sono tante, questa però non è propriamente una sigla agricola, eppure, sempre di più, diventerà una sigla con la quale fare i conti. Esg è l'acronimo di Environmental, Social e Governance, ovvero ambientale, sociale e di governo.

 

Nell'ottica di raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica stabiliti dall'Unione Europea con il Green Deal e poi con la strategia Farm to Fork, che tocca proprio la produzione primaria, alle aziende sempre più sarà chiesto di comunicare al mercato e ai cosiddetti stakeholder, investitori e banche comprese, informazioni documentate sulle performance in fatto di impatti e rischi relativi all'ambiente, sulle ricadute sociali della loro attività e relative alla gestione dell'azienda, sempre con riferimento ai criteri Esg.

 

Sebbene fino ad ora le aziende agricole non siano state coinvolte nella necessità di quantificare i loro impatti con documentazione scritta, nel giro di qualche anno anche le piccole e medie aziende si troveranno a fare i conti con i criteri Esg. Oggi le imprese soggette ad obbligo di rendicontazione di sostenibilità sono di grandi dimensioni, perlopiù quotate, ma con la Direttiva UE nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che mira proprio a migliorare la trasparenza attraverso obblighi di reporting, sempre più aziende, negli anni, saranno coinvolte nella rendicontazione Esg.

 

L'ambiente chiama, le aziende agricole rispondono

Quali dunque le informazioni che potrebbero essere chieste, in un futuro non troppo lontano, anche alle aziende agricole?

 

Per quanto riguarda la E di Environmental, cosa sta facendo l'azienda per mitigare il suo impatto sull'ambiente e per adattarsi al cambiamento climatico? Per esempio andrà quantificato il consumo di energia da fonti rinnovabili e da fonti non rinnovabili, le emissioni di gas serra, l'eventuale inquinamento di aria, acqua o suolo e se c'è una strategia per ridurre le sostanze inquinanti. Guardando invece alla S di Social, il tema è quello della sicurezza sul lavoro e del rispetto dei diritti, si guarderà quindi alle politiche di gestione del personale, compresa la questione di parità salariale uomo/donna, di presenza di donne e di persone facenti parte delle categorie protette, al numero di incidenti sul lavoro e al tipo di inquadramento del personale. G significa, come si diceva, Governance, sotto la lente saranno quindi le procedure interne e le forme organizzative proprio atte a governare le altre due tematiche.

 

A spiegarci l'impatto che potrebbero avere a breve i criteri Esg sulle imprese agricole, più o meno grandi, è Cassa Centrale Banca, Gruppo bancario cooperativo che grazie a una presenza in Italia di sessantacinque banche locali è ben radicato sul territorio. "Come Gruppo Cassa Centrale - ci ha raccontato Edro Menin, responsabile Area Attività Creditizie e referente tematiche Esg - sviluppiamo uno stock di crediti indirizzati al mondo agricolo di circa 3,2 miliardi per quasi 15.900 imprese coinvolte, di diverse dimensioni. Guardando alla Direttiva CSRD, nel 2024 sono circa cinquanta le imprese agricole che dovranno redigere bilanci di sostenibilità. Nei prossimi anni, secondo una nostra previsione, il perimetro di imprese coinvolte nell'analisi del proprio profilo di sostenibilità si amplierà gradualmente, non solo in virtù dell'entrata in vigore della CSRD, ma anche per effetto della Direttiva CSDD, Corporate Sustainability Due Diligence, ovvero 'Dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità', che prevede la raccolta e l'analisi di informazioni di sostenibilità sulle imprese appartenenti alla filiera agricola".

 

Sempre secondo le previsioni la maggioranza dei clienti del comparto agricolo dovrà affrontare il tema Esg. "Il consiglio - ha detto ancora Edro Menin - è di iniziare a farlo fin d'ora, per non trovarsi impreparati".

 

Proprio Edro Menin ci ha spiegato le possibili ripercussioni della Direttiva CSDD che è appena stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale europea e che ora andrà recepita dagli Stati membri entro due anni. "Tutta la filiera agricola sarà coinvolta. Chiunque converga verso una cooperativa, un consorzio o verso la Gdo si troverà a fare i conti con i criteri Esg perché saranno i committenti della piccola e media azienda agricola a chiedere di fornire dati Esg".

 

D'altra parte sono proprio le banche stesse a tenere presente il tema quando decidono di prestare o meno il capitale necessario a un'impresa per fare investimenti, aziende agricole incluse. "La normativa europea impone alle banche di rispettare i criteri Esg, concedendo credito. La vigilanza da parte della Bce è molto stretta. In questo modo il legislatore ha condizionato la strategia aziendale delle banche che inevitabilmente devono tenere conto del tema Esg. Noi consideriamo la valutazione Esg della controparte come strategica nel processo di concessione credito. La valutazione Esg è integrata nelle indicazioni delle politiche creditizie, le quali orientano le strategie in materia di concessione del credito, bilanciando fattori tradizionali e fattori Esg", ha continuato Menin. "Per fare alcuni esempi di come migliorare lo score Esg, possiamo pensare a tecnologie per la produzione di energia rinnovabile. Facciamo poi spesso riferimento a certificazioni di conformità ISO 14001 e ISO 50001, che rappresentano una convalida esterna della buona condotta. La certificazione biologica è anche fondamentale".

 

Il dato avrà comunque sempre più un ruolo centrale in agricoltura, anche rispetto ai criteri Esg. In questo senso, tutto ciò che fa parte del perimetro dell'agricoltura di precisione e 4.0 può essere d'aiuto perché va nella direzione della tracciabilità.

 

Focus sui finanziamenti

Quali sono dunque i progetti sui quali il Gruppo Cassa Centrale ha creduto, tanto da aver appunto erogato i finanziamenti necessari per portarli avanti?

 

A darci la misura dell'importanza del settore primario è Giuseppe Savastano, Servizio Credito Agevolato e referente per le tematiche relative al credito all'agricoltura. "Negli ultimi due anni - ha spiegato - abbiamo erogato nuovi finanziamenti per oltre 1 miliardo di euro alle imprese del settore primario. La maggior parte ha riguardato investimenti attinenti la produzione di energia da fonti rinnovabili, spesso collegati a logiche d'economia circolare nonché investimenti orientati all'innovazione dei processi aziendali e dei macchinari in ottica di efficientamento e sostenibilità. Importante spinta agli investimenti è stata data dalle diverse agevolazioni disponibili alle quali le imprese agricole hanno fatto ricorso. Tra le principali segnaliamo la Sabatini, i vari crediti d'imposta (transizione 4.0 e a breve 5.0) e il Pnrr, con la misura Parco Agrisolare, Innovazione e meccanizzazione, nonché il V bando dei Contratti di Filiera, finanziato con il Fondo Nazionale Complementare al Pnrr, per il quale siamo banca finanziatrice per l'erogazione di finanziamenti agevolati, in convenzione con Cassa Depositi e Prestiti".