Il pomodoro da industria beneficia di condizioni pedoclimatiche specifiche e ogni cultivar si adatta ad areali con clima e terreni diversi. 

La produttività varia in base a queste caratteristiche, ma anche in base alla gestione agronomica che incide sulla resa e la qualità del prodotto, determinando la redditività dell'azienda agricola.

 

Aumentare la quantità di concime non è un'opzione, anzi, quantità eccessive di nutrienti possono provocare squilibri nelle piante e nell'ambiente.

 

Aumentare la resa riducendo l'impiego di risorse è possibile

Per migliorare la resa senza ulteriori input, bisogna prima di tutto indagare i fattori che impediscono al pomodoro da industria di raggiungere determinati target produttivi.

Sono diversi gli aspetti da tenere in considerazione.

  • Fattori abiotici. Causano le maggiori perdite produttive. Infatti, elevate temperature, bassa umidità relativa e ridotti sbalzi termici tra giorno e notte possono ridurre l'allegagione e provocare l'aborto dei fiori terminali del grappolo.
    Eccessi di radiazione e temperature diurne molto alte possono, inoltre, provocare l'arresto della fotosintesi, con scarso accumulo di carboidrati nella pianta e nel frutto.
    Altri fattori, come la salinità e la temperatura del suolo, agiscono invece sull'apparato radicale. Nel primo caso, un eccesso di sali nella rizosfera ostacola l'assorbimento dell'acqua e crea squilibri tra i cationi (potassio, calcio, magnesio e sodio); nel secondo caso, specialmente se la copertura del terreno non avviene velocemente, le temperature dei primi 20-25 centimetri di suolo possono aumentare drasticamente riducendo la capacità di sviluppo radicale.
  • Strategia integrata tra difesa e nutrizione. Con la riduzione delle sostanze attive disponibili per la lotta fitosanitaria è fondamentale evitare eccessi di vigoria e favorire l'ispessimento dei tessuti, ma non solo. Si possono stimolare anche le autodifese della pianta con strategie combinate mirate di formulati chimici e nutritivi (concimi minerali, ammendanti e formulati biostimolanti), in grado di rendere la pianta meno sensibile ai patogeni.
  • Fertilità. Il suolo è vivo e contiene microrganismi (benefici e non) e nutrienti, che sono in buona parte disponibili nel suolo (ioni legati alle superfici di scambio, mineralizzazione della sostanza organica, ecc.) e nell'acqua di irrigazione. In altri casi, invece, le caratteristiche del suolo riducono fortemente la solubilità e la biodisponibilità di alcuni nutrienti (ad esempio a causa del calcare attivo o della scarsa dotazione in sostanza organica umificata). Prima di pianificare la strategia di fertilizzazione, quindi, è bene eseguire una:
    • analisi del suolo, secondo aree omogenee sulla base di una mappatura, al fine di individuare, in modo georeferenziato, potenzialità e criticità del terreno su cui si andrà a coltivare;
    • analisi dell'acqua. Molto spesso la sola acidificazione consente di abbattere parte dei bicarbonati, abbassare il pH e liberare ioni calcio e magnesio in forme disponibili per la coltura. Talvolta, a seconda della fonte, nell'acqua possono essere presenti anche altri nutrienti quali nitrati, solfati, ecc., da conteggiare nel piano di concimazione.
  • Gestione del suolo. Ha la maggior influenza sulle performance produttive.
    Il pomodoro da industria risente fortemente dei ristagni idrici e del compattamento. Operazioni quali il livellamento, la ripuntatura e le lavorazioni di affinamento devono essere eseguite in modo mirato, evitando in ogni modo interventi con terreno non in tempera.
    Anche le lavorazioni di affinamento eseguite con macchine operatrici molto invasive, quali erpici rotanti o frese, sono da evitare perché sono strumenti che rendono ottimale il letto di trapianto ma destrutturano il suolo, riducendo le proprietà idrauliche ed aumentando la formazione di crepe ed il compattamento in caso di piogge battenti. 

 

 

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(Fonte: Icl)

 

Concimazione del pomodoro da industria: come ottimizzarla con le soluzioni Icl

Icl, azienda specializzata nell'estrazione e commercializzazione di fertilizzanti minerali, grazie al lavoro della propria Ricerca & Sviluppo, mette a disposizione dell'agricoltore soluzioni e servizi mirati per ogni specifica esigenza.

 

Per preparare la coltura agli stress biotici e abiotici, Icl consiglia Beoz™ Adamite, un innovativo biostimolante a base di estratti d'alga, amminoacidi vegetali e specifici metaboliti. Si applica per via fogliare alla dose di 2-2,5 litri/ettaro per un totale di almeno 3 interventi partendo dalla fioritura del 2° palco. Il prodotto ha un forte effetto citochinino-simile ed una spiccata attività antiossidante.

 

Tali caratteristiche si traducono in:

  • stimolo della moltiplicazione cellulare in fase di ingrossamento frutti;
  • incremento della fotosintesi e accumulo di carboidrati;
  • maggiore stay green della pianta, anche in caso di elevate temperature;
  • incremento dell'allegagione.

Inoltre, Beoz™ Adamite si integra perfettamente con le strategie di difesa fitosanitaria e, favorendo le attività fisiologiche della pianta, ne favorisce un rapido sviluppo anticipando la copertura del suolo.

 

Per aumentare la fertilità del suolo, note le caratteristiche di acqua e terreno, spesso è sufficiente pianificare una corretta acidificazione dell'acqua irrigua per liberare nutrienti e rendere più disponibili quelli già presenti nel suolo.

In questo caso, si consiglia l'impiego di Nova PeKacid® in fertirrigazione, fertilizzante idrosolubile ottenuto dalla reazione tra MKP e acido ortofosforico bianco. Sulla base della durezza dell'acqua impiegata e sapendo che 0,24 grammi/litro di Nova PeKacid® sono in grado di abbattere 1 milliequivalente/litro (61 milligrammi/litro) di bicarbonati, è possibile calcolare la dose ottimale di impiego.

 

Nova PeKacid® è inoltre contenuto in tutti i prodotti idrosolubili NPK della linea NovAcid®.

 

Infine, per preservare la struttura e le proprietà del suolo, si devono preferire lavorazioni poco invasive e con terreno in tempera; tuttavia, le caratteristiche fisiche (elevato contenuto in sabbia, terreni torbosi, ecc.) possono ridurre la diffusione dell'acqua nel terreno e, in caso di irrigazione a manichetta, portare ad un movimento verticale dell'acqua, con cipolle di bagnatura poco espanse.

 

Inoltre, è possibile migliorare la diffusione di acqua e nutrienti e aumentare la ritenzione idrica del suolo grazie a H2Flo®, specialità Icl costituita da un'innovativa miscela di tensioattivi non ionici. Grazie all'elevata concentrazione, il prodotto è impiegabile a bassi dosaggi (2-5 litri/ettaro) per un totale di 2-3 interventi a seconda della lunghezza del ciclo colturale. 

 

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(Fonte: Icl)