Ieri, 10 aprile 2025, il Consiglio dell'Unione Europea ha raggiunto un accordo provvisorio con il Parlamento Europeo su una Direttiva che istituisce un quadro normativo per il monitoraggio del suolo al fine di migliorare la resilienza e gestire i rischi dei siti contaminati.

 

La Direttiva definirà inoltre principi di mitigazione del consumo di suolo, con particolare attenzione all'impermeabilizzazione e alla rimozione del suolo.

Le norme saranno rilevanti anche per il settore agricolo. L'accordo provvisorio dovrà ora essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento. Sarà poi formalmente adottato da entrambe le istituzioni, previa messa a punto giuridico-linguistica.

 

Suoli sani, un patrimonio

I suoli sani sono alla base del 95% del cibo che mangiamo, ospitano oltre il 25% della biodiversità mondiale e costituiscono la più grande riserva di carbonio terrestre del pianeta. Tuttavia, il suolo è una risorsa limitata e oltre il 60% dei suoli nell'Ue non è in buone condizioni. L'accordo provvisorio mantiene l'obiettivo ambizioso e non vincolante di raggiungere suoli sani entro il 2050.

 

"Con l'accordo raggiunto oggi, abbiamo istituito il primo quadro normativo Ue in assoluto per la valutazione e il monitoraggio dei suoli in tutta Europa. È giunto il momento di agire, poiché oltre il 60% dei suoli europei è malsano e le sue condizioni stanno peggiorando. Un suolo sano e resiliente è fondamentale per garantire cibo sicuro e nutriente e acqua più pulita alle generazioni future" ha dichiarato Paulina Hennig-Kloska, ministra polacca per il Clima e l'Ambiente.

 

Quadro di monitoraggio completo

Gli Stati membri, con il supporto della Commissione, monitoreranno e poi valuteranno innanzitutto lo stato di salute di tutti i suoli presenti sul loro territorio, in modo che le autorità di tutta l'Ue possano fornire un supporto adeguato al fine di prevenire e contrastare il degrado del suolo.

 

Sia il Consiglio che il Parlamento hanno concordato sulla necessità di realizzare un quadro di monitoraggio solido e coerente, con dati comparabili. Hanno concordato che gli Stati membri definiscano i punti di campionamento per il monitoraggio, sulla base di una metodologia comune a livello Ue. I colegislatori hanno concordato i primi passi verso il monitoraggio dei Pfas e degli agrofarmaci.

 

Valutazione della salute del suolo

L'accordo provvisorio mantiene il concetto di descrittori comuni del suolo (parametri fisici, chimici e biologici), come riflesso nell'approccio generale e già presente nella proposta iniziale della Commissione.

 

Introduce inoltre prescrizioni per descrivere la salute del suolo, che si baserebbero sui valori target e di soglia stabiliti nell'approccio generale del Consiglio:

  • valori obiettivo sostenibili non vincolanti a livello Ue per riflettere gli obiettivi a lungo termine;
  • valori di attivazione operativi, stabiliti a livello di Stato membro per ciascun descrittore del suolo al fine di stabilire le priorità e attuare gradualmente le disposizioni che portano a uno stato sano del suolo.

 

Mitigazione del consumo di suolo

La nuova Direttiva definirà i principi di mitigazione del consumo di suolo, concentrandosi sui suoi aspetti più visibili: l'impermeabilizzazione e la rimozione del suolo. Gli Stati membri terranno conto di questi principi, mentre le decisioni nazionali in materia di pianificazione territoriale saranno rispettate, anche in materia di edilizia abitativa, attività minerarie, agricoltura sostenibile e transizione energetica.

Leggi ancheSuolo, nel 2023 persi altri 7.250 ettari

Condizioni ottimali entro il 2050

Secondo la strategia dell'Ue per il suolo, presentata dalla Commissione nel 2021, la mancanza di una legislazione specifica a livello Ue è stata individuata come una delle cause principali dello stato allarmante dei suoli dell'Ue. Per garantire al suolo lo stesso livello di protezione esistente per l'acqua, l'ambiente marino e l'aria nell'Ue, il 5 luglio 2023 la Commissione ha presentato la Direttiva sul Monitoraggio del Suolo.

 

L'obiettivo finale ambizioso di questa Direttiva è raggiungere condizioni di salute ottimali per tutti i suoli entro il 2050, in linea con l'obiettivo "Inquinamento Zero" dell'Ue. La Direttiva contribuirà inoltre al raggiungimento dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.

 

Anbi, positivo accordo Consiglio Ue - Parlamento

"In Italia il 47% del territorio è considerato degradato e tale percentuale raggiunge il 60% nel Vecchio Continente: è quindi importante che il Consiglio Ue abbia raggiunto un accordo seppur provvisorio con l'Europarlamento su una direttiva, che determina i riferimenti per il monitoraggio del suolo, definendo anche principi per la riduzione del suo consumo con particolare attenzione all'impermeabilizzazione, vale a dire la cementificazione. In Italia, la proposta di legge contro l'indiscriminato consumo di territorio giace nei meandri parlamentari dal 2013, quando premier era Mario Monti". A ricordarlo è Francesco Vincenzi, presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi).

 

"Non solo - aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di Anbi -, un terreno organicamente vivo trattiene maggiormente le acque di pioggia, garantendone la filtrazione nel sottosuolo e riducendo il rischio idrogeologico. Per questo, i consorzi di bonifica ed irrigazione sono coinvolti e talvolta promotori in progetti sperimentali per la rigenerazione delle campagne attraverso una diversa gestione agronomica e sistemazione dei terreni".

 

"Importante - conclude Vincenzi - è non solo che Consiglio Ue e Parlamento Europeo abbiano convenuto sulla necessità di realizzare una metodologia comune di monitoraggio in tutta la Ue, ma anche di avviare controlli sui nuovi inquinanti, quali i Pfas, la cui presenza, come quella delle microplastiche, non solo pregiudica l'ambiente, ma nel nostro Paese ostacola l'utilizzo delle acque reflue in agricoltura".