L'Unione Europea vuole catturare 310 milioni di tonnellate di gas serra da suoli e silvicoltura entro il 2030. Focus su agricoltura del carbonio, una serie di pratiche anche agricole che contribuiscono alla cattura di CO2 nei suoli. I finanziamenti arriveranno dai fondi Pac e da alcuni programmi europei come Life. Disponibile una guida per orientarsi sulle possibilità di finanziamento europeo. I ministri europei dell'Agricoltura chiedono più investimenti. L'Italia dovrà dimezzare le proprie emissioni di gas serra entro il 2030.
Leggi anche Carbon credits, cosa sono e perché gli agricoltori dovrebbero conoscerli
Agricoltura del carbonio: cos'è e come praticarla
Se ne sente parlare sempre di più ma in pochi sanno cos'è: l'agricoltura del carbonio, conosciuta anche come "carbon farming", comprende una serie di pratiche che contribuiscono a catturare l'anidride carbonica all'interno dei suoli. Agroforestazione, migliore gestione del suolo, colture intercalari, ripristino delle torbiere, rotazione delle colture, piantagione di leguminose e prati permanenti, sono alcune pratiche che contribuiscono a immagazzinare il carbonio nei suoli.
Si tratta delle cosiddette Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali (Bcaa) previste anche dalla Politica Agricola Comune (Pac) 2023-2027, che, tuttavia, secondo l'Ufficio Europeo per l'Ambiente, sono soggette a molte deroghe e vengono scarsamente applicate dalla maggior parte dei Paesi Ue.
Life: come finanziare l'agricoltura del carbonio
Secondo i ministri europei per le Politiche Agricole, oltre ai fondi provenienti dalla Pac servono più investimenti pubblici per finanziare l'agricoltura del carbonio, dato che non esistono ancora politiche mirate. Un appiglio per il momento sono i finanziamenti provenienti da Life, il programma che supporta progetti sostenibili in Ue, fra cui alcuni volti a promuovere l'agricoltura del carbonio.
Sul portale dedicato ai bandi aperti finanziati dal programma Life se ne possono trovare alcuni fra cui Nature Governance e Nature and Biodiversity che, con un budget di circa 145 milioni di euro, finanzia progetti mirati a proteggere gli habitat, a ripristinare le foreste, a prevenire l'erosione dei suoli, sostenendo anche attività legate all'agricoltura del carbonio. Chi fosse interessato può consultare il file completo del bando e presentare la propria proposta sul portale dedicato fino al 6 settembre 2023 alle ore 17:00.
Una guida sulle pratiche del carbon farming
Interreg North Sea, l'Organizzazione dell'Unione Europea che sostiene progetti per un'Europa più sostenibile e inclusiva attraverso un uso mirato dei fondi Ue, ha stilato una guida dettagliata sull'agricoltura del carbonio. Si tratta di un vero e proprio inventario stilato in collaborazione con agricoltori di Germania, Belgio e Paesi Bassi, che hanno fornito degli esempi concreti di pratiche da loro utilizzate: dall'aumento di biomassa grazie all'uso dei seminativi, all'utilizzo di prodotti organici, paglia, residui del raccolto, digestato e biochar come fertilizzanti per il suolo, fino alla progettazione del paesaggio, le tecniche per il sequestro della CO2 sono varie e molteplici.
Gli obiettivi dell'Ue sull'agricoltura del carbonio
Secondo l'Ufficio delle Statistiche dell'Ue (Eurostat), dal 2009 al 2019 il settore Lulucf, uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura, in Ue ha catturato una media di 294 milioni di tonnellate di gas a effetto serra fra cui anidride carbonica, esafluoruro di zolfo, ossido di diazoto, metano e trifluoruro di azoto.
Tuttavia, se nel 2009 le emissioni catturate ammontavano a 332 milioni di tonnellate, nel 2019 sono calate a 237 milioni a causa dall'aumento della domanda di legname, all'invecchiamento delle foreste, ai disastri naturali e alla mancanza di politiche incentivanti sulla protezione dei suoli. Se fino all'anno scorso in Ue si applicava la regola del non debito (disciplinata dal Regolamento 2018/841), che prevedeva che ciascuno Stato membro assorbisse le quantità di CO2 che emetteva, con il nuovo pacchetto Fit for 55, che mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, dal 2026 in poi ciascun Paese Ue dovrà seguire dei vincoli nazionali di assorbimento di sequestro del carbonio al fine di raggiungere l'obiettivo Ue di assorbire 310 milioni di tonnellate di gas serra dal settore Lulucf entro il 2030.
L'Italia deve dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030
Secondo Eurostat, con circa 27mila tonnellate di gas serra sequestrati, nel 2021 l'Italia è risultata fra i primi quattro Paesi Ue ad aver catturato le maggiori quantità di gas serra grazie al settore Lulucf. Nonostante ciò, la strada per l'Italia è ancora lunga: infatti, in base alle nuove norme stabilite dal pacchetto Fit for 55, il Belpaese dovrà ridurre le proprie emissioni di gas a effetto serra del 43,7% entro il 2030. Una percentuale che sembra alta ma non lo è poi così tanto considerando che cinque Paesi in Ue (Svezia, Finlandia, Lussemburgo, Germania e Danimarca) dovranno ridurre le proprie emissioni del 50% entro il 2030.
Il ruolo della Pac
La nuova Pac italiana dovrebbe mettere in campo 10 miliardi di euro a favore di clima e ambiente, di cui 518 milioni di euro per la promozione dell'agricoltura integrata (un sistema che prevede l'utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale), e 37 milioni di euro per una migliore distribuzione di fertilizzanti ed effluenti zootecnici nei suoli.
Leggi anche Carbon farming, il ruolo della Pac (e non solo)
Proposta di aumento previsto degli obiettivi entro il 2030 per Stato membro (in %)
(Fonte foto: Unione Europea)