Il settore del biologico è in salute ed è sinonimo per l'appunto di salute e benessere.

In estrema sintesi è questa la fotografia scattata al comparto nel corso della sesta edizione di Rivoluzione Bio, il convegno che si è tenuto lo scorso 24 febbraio nell'ambito di Sana Food 2025 a BolognaFiere.

 

A confermare la crescita del bio italiano sono i dati dell'Osservatorio Sana presentati da Nomisma proprio nel corso della prima sessione degli Stati generali del biologico organizzati nell'ambito di BEING ORGANIC in EU, un progetto coordinato da FederBio in partenariato con Naturland DE e cofinanziato dall'Unione Europea nell'ambito del Reg. EU n.1144/2014.

 

Nel 2024 le vendite alimentari di prodotti bio sul mercato nazionale superano i 6,5 miliardi di euro, mentre l'export agroalimentare biologico consolida il suo andamento positivo raggiungendo i 3,9 miliardi di euro (+7% rispetto al 2023).

 

"Il biologico è un settore che progressivamente ha mostrato una crescita sia sul mercato interno che sul mercato internazionale", mette subito in evidenza Silvia Zucconi, chief operating officer di Nomisma. "Sul mercato interno la crescita non è stata sempre così brillante, ma quest'anno possiamo dire che il biologico ha attestato una crescita positiva sul mercato interno sia a valore che a volume, una crescita reale. Un valore che il consumatore riconosce a questo prodotto". Ed è una crescita "che non si limita al mercato interno, ma si produce anche sui mercati internazionali".

 

Focus sul mercato italiano del bio con Nomisma

Focus sul mercato italiano del bio con Nomisma

(Fonte foto: Giulia Romualdi - AgroNotizie®)

 

Come sta il biologico in Italia

Come evidenzia Veronica Cecchini della Direzione Filiere ed Analisi dei Mercati di Ismea, negli ultimi cinque anni si è assistito a una crescita delle superfici biologiche in Italia del +25,4%, pari ad oltre più di 500mila ettari in termini assoluti.

 

Ma il quadro nazionale non è però omogeneo tra le diverse regioni: in alcuni territori, come in Trentino Alto Adige, in Molise e in Abruzzo, le superfici sono cresciute ad un ritmo superiore rispetto ad altre regioni. In Valle d'Aosta e in Calabria c'è stata invece per esempio una flessione delle superfici certificate.

 

Oggi, con oltre 2 milioni di ettari coltivati con il metodo biologico e una percentuale di Sau bio che sfiora il 20%, circa il doppio della media europea, l'Italia si conferma uno dei Paesi protagonisti del biologico.

 

Crescono anche gli operatori biologici: +19,5% dal 2018 al 2023, in particolare è la categoria dei produttori preparatori ad evidenziare l'incremento migliore, +40,2%.

 

Il mercato del bio in Italia

Positivo, come anticipato, l'andamento del mercato: le vendite di prodotti bio sul mercato interno nel 2024 sono cresciute del +5,7% rispetto all'anno precedente. A trainare la crescita del mercato sono prevalentemente i consumi domestici che sfiorano i 5,2 miliardi di euro. Si ridimensiona, invece, la crescita del fuori casa osservata nella precedente rilevazione, per un valore complessivo di 1,3 miliardi di euro.

 

Le dimensioni del mercato bio

Le dimensioni del mercato bio

(Fonte foto: Osservatorio Sana - Nomisma)

 

La distribuzione moderna (3,3 miliardi di euro, +5,3% rispetto al 2023) è traino per il bio riconfermandosi il primo canale per gli acquisti bio degli italiani e pesa per il 64% del totale delle vendite legate ai consumi domestici.

 

All'interno della distribuzione moderna, iper e supermercati sono i canali che veicolano la maggior parte delle vendite bio, superando gli 1,6 miliardi di euro nel 2024. Fra gli altri canali, in forte espansione spiccano i discount con vendite di prodotti biologici pari a quasi 350 milioni di euro, in crescita del +6% rispetto all'anno precedente. Performance leggermente negativa invece per l'ecommerce, che segna una flessione del -0,4% a fronte di vendite pari a 75 milioni di euro.

Il canale specializzato bio supera il miliardo di euro nel 2024, segnando un significativo incremento (+9%) rispetto alla crescita più contenuta degli anni precedenti.

 

Il biologico made in Italy nel mondo

La performance dell'export di prodotti agroalimentari italiani bio è positiva: nel 2024 raggiunge i 3,9 miliardi di euro, con un incremento del +7% rispetto al 2023. Dall'indagine Nomisma su trecentotrentasei imprese italiane emerge che le principali destinazioni per i prodotti bio sono la Germania, la Francia, la Scandinavia, il Benelux e gli Stati Uniti.

 

In generale, le prospettive per il biologico italiano sui mercati esteri sono molto promettenti: circa un terzo delle aziende italiane del settore food & beverage che oggi non esporta bio prevede di farlo nei prossimi due-tre anni. Dunque, i mercati internazionali hanno un potenziale enorme per le imprese italiane.

 

Come sottolineato da Silvia Zucconi, "la reputazione del bio italiano nel mondo è molto forte". Il binomio bio-made in Italy si conferma infatti un fattore di successo, con un'ottima reputazione e percezione sui mercati esteri. Per il 49% delle aziende del settore food e per il 64% delle aziende del settore wine, l'origine italiana e la notorietà del territorio di produzione rappresentano uno dei principali fattori di successo dell'export bio sui mercati internazionali. Non solo, perché l'Italia è sul podio tra i Paesi produttori bio di maggiore qualità secondo il consumatore dei principali mercati esteri di riferimento, negli Usa per esempio il 45% cita proprio il nostro Paese quando pensa al bio di qualità.

 

"I dati hanno rivelato quanto il marchio biologico rappresenti un boost per le imprese italiane nel presidio dei mercati internazionali: circa quattro su dieci sostengono che il bio abbia molto favorito il posizionamento dell'azienda oltreconfine, ma anche l'origine italiana o territoriale è un fattore di successo indispensabile per imprese e consumatori. In questa direzione - continua Silvia Zucconi di Nomisma - l'adozione di un logo biologico made in Italy risulta cruciale per certificare in modo chiaro l'autenticità, la qualità e l'origine dei prodotti bio italiani, non solo oltre confine: anche il 75% degli italiani ritiene che la presenza di un logo bio italiano rappresenti una garanzia aggiuntiva all'origine del prodotto".

 

Biologico: numeri e mercato

 

Biologico, l'identikit del consumatore italiano

I risultati dello studio di Nomisma, che ha coinvolto un panel rappresentativo di responsabili degli acquisti alimentari italiani, ha dimostrato l'attenzione crescente verso il benessere e verso stili di vita più salutari, con una particolare attenzione rispetto alla corretta alimentazione. Quest'ultima emerge come il secondo fattore che influisce positivamente sul proprio benessere: più di otto italiani su dieci prestano molta attenzione a ciò che mangiano, principalmente per sentirsi bene (49%), per mantenersi in forma (45%) e per prevenire malattie (43%). Il consumatore italiano infatti è sempre più alla ricerca di benessere e di salute e presta sempre più attenzione a ciò che mangia.

 

Chi acquista bio sceglie prevalentemente in base all'origine del prodotto: il 47% dei consumatori presta attenzione all'origine italiana o locale/chilometro zero (32%) delle materie prime, mentre il 34% cerca la presenza di certificazioni Dop/Igp. Aumenta inoltre l'interesse per prodotti bio con confezioni sostenibili (20%) e 100% vegetali (20%).

 

Se si prendono in considerazione le categorie di prodotti healthy, il biologico si conferma un driver di scelta, guidando il 22% dei frequent user nell'acquisto di prodotti vegetali. Tra le motivazioni legate all'acquisto delle diverse categorie di prodotti healthy, il biologico conferma le maggiori garanzie in termini di salute (30%), rispetto per l'ambiente (24%), qualità (12%) e gusto e sapore migliore (5%).

 

Biologico, il futuro del settore

La seconda parte dell'incontro mattutino è stata dedicata a una tavola rotonda che ha visto un confronto tra esperti e istituzioni per analizzare le migliori strategie a supporto e a sostegno del settore e le politiche necessarie a sostenerne lo sviluppo.

 

Da tutti i partecipanti è arrivata la soddisfazione per il traguardo raggiunto dal comparto, con la precisazione però che ci sono ancora ampi margini di espansione. Il settore va quindi sostenuto e tutelato, anche per arrivare a una Sau bio del 25% in tutto il Paese, come richiesto dall'Ue.

 

"Negli anni il biologico è uscito dalla dimensione di nicchia, ma c'è ancora ampio spazio di espansione, considerato che molti Paesi europei hanno consumi interni superiori rispetto ai nostri. Per questo - afferma la presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini - è importante continuare a dare impulso al settore, con attività di informazione, promozione ed educazione alimentare, a partire dalle scuole. Un sostegno concreto arriverà dal marchio biologico italiano, che, oltre a favorire la presenza dei prodotti bio nei mercati internazionali, assicura un'immediata riconoscibilità, rafforzando il ruolo degli agricoltori e favorendo la collaborazione tra produzione, trasformazione e distribuzione".

 

Un momento della tavola rotonda dedicata (anche) alle politiche per il comparto

Un momento della tavola rotonda dedicata (anche) alle politiche per il comparto

(Fonte foto: Giulia Romualdi - AgroNotizie®)