L'Unione Europea fa l'occhiolino all'agricoltura sociale, le regioni della penisola la supportano: questo scampolo di attività legata al settore primario, che rientra nel concetto più ampio chiamato multifunzionalità, rappresenta un tassello importante nel panorama agricolo nazionale. La multifunzionalità è una componente fondamentale del tessuto produttivo, un ruolo confermato dai dati del 7° Censimento generale dell'Agricoltura diffusi dall'Istat nel corso del 2022.

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L'incidenza di queste imprese sul totale delle aziende agricole italiane è cresciuta, tra il 2010 e il 2020, passando dal 4,7% al 5,8% in conseguenza di una minor riduzione del numero di aziende (-14,5% per le aziende multifunzionali, contro -30% per le aziende totali, dati Istat). Le aziende multifunzionali sono spesso condotte da imprenditori giovani, fortemente digitalizzate, in particolare quelle che svolgono attività di fattoria didattica, agriturismo e agricoltura sociale. Proprio queste ultime, da anni, producono molto più del cibo che mettiamo in tavola, ma offrono servizi di inclusione sociale.

 

Ascolta l'intervento di Angela Galasso, consulente di Ismea e presidente AiCare, Elisabetta Giovenali della Cooperativa sociale Edit e Rosemarie Tedeschi del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università degli Studi di Torino.
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Questo segmento agricolo, che assume sempre più un peso, ha dato vita anche ad una rete con lo scopo di valorizzare iniziative di agricoltura sociale e offrire la possibilità a diversi interlocutori di conoscersi, incontrarsi e collaborare. Si chiama "Rete Fattorie Sociali", il cui presidente, Marco Berardo Di Stefano, ne sottolinea il grande valore della solidarietà come impegno.

 

Secondo l'Associazione le fattorie sociali in Italia sono circa 3.500 in totale. "In queste realtà - spiega Di Stefano - le imprese agricole entrano in contatto e collaborano con le associazioni del territorio che si occupano a vario titolo di vittime di violenza e di soggetti fragili, mettendo a disposizione la ricchezza di un contesto naturale che offre la possibilità di avviare interventi che in altri contesti non sarebbero possibili, sia dal punto di vista dell'inserimento lavorativo, sia dal punto di vista terapeutico o riabilitativo".

 

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Ci sono bandi che finanziano iniziative di agricoltura sociale, come nel caso dell'Emilia Romagna, che ha previsto interventi socio assistenziali nelle imprese agricole con l'approvazione di uno specifico provvedimento nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2022. Il bando mette a disposizione risorse per 1,6 milioni di euro per sostenere progetti socio assistenziali gestiti dalle imprese agricole con l'obiettivo di favorire la diversificazione e l'integrazione del reddito delle aziende, in cooperazione con comuni o altri enti pubblici. Il sostegno finanziario della Regione sarà erogato come contributo in conto capitale pari al 60% delle spese d'investimento, entro un massimo di 200mila euro.

 

Di questo aspetto si è occupato un convegno promosso da Donne in Campo Emilia Romagna, l'Associazione delle imprenditrici agricole di Cia - Agricoltori Italiani. L'evento, svolto a Fidenza (Parma), ha ospitato l'assessore regionale alla Programmazione Territoriale, Edilizia, Politiche Abitative, Parchi e Forestazione, Pari Opportunità, Cooperazione Internazionale allo Sviluppo Barbara Lori. "In molti ambiti si fa ancora fatica a parlare di parità. La nostra Regione si è impegnata con la Legge per i caregiver e con la Legge sull'agricoltura sociale che rappresenta un'opportunità straordinaria di diversificazione del reddito delle aziende agricole, generando dinamiche virtuose".

 

Poi ci sono iniziative come "Agrinet4Education: storie di sostenibilità" che attraverso un programma radiofonico racconta esperienze di produzione agricola e di consumo ispirate agli obiettivi della Pac, e come ParteciPAC22 che si occupa di diffondere e divulgare la nuova politica comunitaria con i numerosi interstizi rivolti al sociale.

 

Le esperienze in campo

Non mancano le esperienze di aziende impegnate nel sociale come "AsiNando", Impresa condotta da Elisa Lorenzani a Sala Baganza (Parma) che ha portato la propria testimonianza al convegno. Sui primi colli parmensi gli asini Maurizio, Giannetta, Viola e Cristino accolgono scolaresche, persone diversamente abili, anziani delle case di riposo e persone che hanno intrapreso un percorso di cura per far riscoprire il piacere di vivere con lentezza e a diretto contatto con la natura ed i suoi ritmi terapeutici.

 

Confagricoltura, inoltre, ha portato a termine la settima edizione di "Coltiviamo Agricoltura Sociale", una iniziativa che ha voluto dimostrare come l'agricoltura non sia solo il settore primario, ma sia anche capace di intraprendere strade innovative, di riscatto sociale e di welfare per le fasce più fragili della popolazione. Senza perdere la propria dimensione economica e imprenditoriale. Nell'edizione 2022 ad essere premiati con 40mila euro e una borsa di studio ciascuno per il "Master di Agricoltura Sociale" presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata sono stati i progetti: Parco Archeologico di Pompei, storia di una rinascita - Azienda Agricola Di Landro Francesco (Napoli-Salerno); Fili d'Erba - Azienda Agricola La Fattoria di Bubi e Mimi (Cuneo); L'Orto Terapeutico di Lu - Azienda Agricola Mirai (Cagliari).

 

A Latina è nato il "Progetto Orto", un'Organizzazione di reti territoriali in orti d'aiuto per persone con disabilità e donne vittime di violenza che propone la realizzazione di una rete di agricoltura sociale formata da realtà aziendali agricole, operatori di agricoltura sociale, nonché strutture pubbliche e del terzo settore che operano nell'ambito dei servizi territoriali sociali e socio sanitari.

 

In coerenza con la definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), "la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità", afferma la professoressa e fondatrice dell'Orto di Aiuto e project manager del progetto Assunta di Matteo. "È per questo - continua - che ormai da dieci anni sto attuando progetti pilota dove l'orto diventa quindi un laboratorio delle relazioni, del benessere, del mettersi in gioco, del prendersi cura dell'altro da sé" .

L'Orto di Aiuto è stato quindi il vettore di questo progetto finanziato dalla Regione Lazio attraverso i fondi Por Lazio Po Fse 2014-2020 nell'ambito dell'avviso pubblico "Reti per lo sviluppo dell'agricoltura sociale per l'inserimento socio lavorativo dei soggetti in condizione di svantaggio", ove l'intervento di aiuto attraverso l'utilizzo delle piante diventa un segno di speranza, aiuto e supporto a persone fragili.

 

Le attività di Orto di Aiuto nella Fattoria Solidale del Circeo, capofila del Progetto Orto

Le attività di Orto di Aiuto nella Fattoria Solidale del Circeo, capofila del Progetto Orto

(Fonte foto: Fattoria Solidale del Circeo)

 

Nelle Marche opera l'Azienda Agricola Stachys di Stefania Scarabotti, che aderisce a Copagri Marche, specializzata nella produzione e nella vendita di erbe aromatiche, legumi, farine, miele e oli essenziali. Da tempo è impegnata in prima linea in numerosi progetti di inclusione sociale, con particolare riferimento agli immigrati e ai pazienti dei centri di salute mentale.

 

Ascolta l'intervento di Francesca Giaré, ricercatrice del Crea Politiche e Bioeconomia, Stefania Scarabotti dell'Azienda Agricola Stachys e Rosemarie Tedeschi del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università degli Studi di Torino.
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Infine un'altra realtà situata a Reggiolo, in provincia di Reggio Emilia, è la Cooperativa Sociale Il Bettolino dove si coltiva e si confeziona basilico biologico e non biologico.

"Il prodotto principe della Cooperativa Sociale Il Bettolino è il basilico" racconta infatti la presidente Francesca Benelli nel video "L'Altra Metà del Campo""Il nostro basilico - continua - ha un profumo diverso dagli altri, dietro c'è una bella storia, una grande professionalità e un valore aggiunto che altri non hanno". Il principale scopo della cooperativa è l'inserimento lavorativo di persone diversamente abili ma anche di persone fragili che hanno bisogno di una seconda possibilità. Contribuisce a perseguire il benessere della collettività e della comunità locale, cooperando attivamente con altre imprese sociali ed organismi del terzo settore e con gli enti pubblici del territorio. L'attenzione al sociale è affiancata da investimenti in tecniche all'avanguardia, ponendo una grande attenzione all'ambiente, dall'impianto di cogenerazione all'implementazione della lotta integrata e di produzione tramite floating system.

 

La Cooperativa Sociale Il Bettolino è certificata ISO 14001 per la coltivazione di basilico biologico e non biologico e suo relativo confezionamento (IAF 01)

La Cooperativa Sociale Il Bettolino è certificata ISO 14001 per la coltivazione di basilico biologico e non biologico e suo relativo confezionamento (IAF 01)

(Fonte foto: Tratta dal video di L'altra metà del campo)

 

Per maggiori approfondimenti sui progetti dedicati all'agricoltura sociale è possibile visitare questa pagina di InnovaRurale, il portale della Rete Rurale Nazionale.


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