Fra i principali capitoli sui quali il Consiglio si è maggiormente impegnato figurano il benessere animale e la definizione di un sistema univoco per l’etichettatura degli alimenti.
Le due cose, ha ricordato la ministro Klöckner, sono strettamente legate, perché l’impegno degli allevatori nel favorire un più elevato benessere degli animali deve trovare nel consumatore la disponibilità a sostenerne i maggiori costi. Ma al contempo è necessario dare allo stesso consumatore adeguate garanzie sulle condizioni di allevamento.
Un compito che può essere svolto da un adeguato sistema di etichettatura degli alimenti. I progetti allo studio prevedono più piani di intervento e fra questi anche sostegni agli allevatori che più si impegnano sul fronte del benessere animale.
In Germania, è stato ricordato, un progetto che va in questa direzione è già in fase avanzata di realizzazione e si collega idealmente alla filosofia comunitaria indicata dal “Farm to Fork”.
Il miglioramento del benessere animale è peraltro fra gli obiettivi della riforma Pac e andrebbe sostenuto con adeguate risorse finanziarie.
L’ideale sarebbe riconoscere in modo uniforme fra i paesi membri quale sia il livello di benessere con il quale le derrate animali sono state prodotte, cosa realizzabile ricorrendo a un modello unico di etichettatura.
Il no dell’Italia
In tema di etichette, in particolare per quanto riguarda l’origine delle materie prime, esiste una forte difformità nelle tipologie adottate dai diversi paesi membri e anche in questo caso l’auspicio è quello di uniformare le tipologie adottate.Su questa scia si colloca il controverso capitolo delle etichette nutrizionali.
Fra le ipotesi allo studio quella che sembra raccogliere i maggiori consensi fra i paesi europei è il “Nutriscore", l’etichetta a semaforo.
Un modello che però penalizza alcune eccellenze del nostro agroalimentare e per questo motivo la delegazione italiana, guidata dalla ministro Teresa Bellanova, ha espresso voto contrario alla scelta del Nutriscore.
Un deciso no condiviso però solo da altri due paesi, la Grecia e la Repubblica Ceca, mentre gli altri 24 paesi della Ue si sono dichiarati a favore. Un dissenso che tuttavia è valso ad evitare un voto unanime alle etichette a semaforo, approvate solo a maggioranza e dunque adottate solo come conclusioni della presidenza europea.
Niente benessere, niente soldi
Il commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, nel concludere la conferenza stampa ha ricordato i punti chiave dei recenti accordi, che hanno portato il bilancio dell’agricoltura a ottenere 22 miliardi in più rispetto alle proposte iniziali.Non meno importante il raggiungimento dell’intesa sul “regolamento di transizione”, una sorta di ponte fra la Pac ormai in scadenza e quella che prenderà il via nel 2023.
A questo proposito ha anche ricordato che i criteri di condizionalità già insiti nella politica agricola europea rappresentano la base giuridica sulla quale innestare anche il benessere animale.
In altre parole i sostegni comunitari potrebbero essere vincolati al rispetto delle norme in divenire sul benessere animale.
La parola alla Commissione
Ora le decisioni finali su questi argomenti passano al vaglio della Commissione, che dovrà scrivere le regole alle quali attenersi.Regole che in ogni caso dovranno tenere conto, per quanto riguarda le etichette, delle riserve manifestate dall’Italia, che al posto del Nutriscore propone un metodo di etichettatura più completo, il Nutrinform Battery.
Spuntarla non sarà facile, ma la posizione espressa da Teresa Bellanova è netta, ricordando che se si ha a cuore un’informazione corretta a garanzia della salute dei consumatori non è sufficiente indirizzare le loro scelte con “semplicistiche classificazioni degli alimenti in buoni e cattivi”.
“I segreti del successo delle diete tradizionali come quella Mediterranea - ha continuato Bellanova - non si sostituiscono con un colore.”
E’ stato poi ricordato come il Nutrinform battery risponda al dettato di una norma comunitaria (Regolamento 1169) che viene messa da parte, ha detto la ministro, “per un interesse che non è né dei consumatori né del mondo agricolo”.
Origine per tutti
Anche sulle etichette di origine Bellanova ha criticato la volontà di dare priorità solo a latte e carne, come proposto dal Consiglio dei ministri all'Agricoltura.L’Italia su questo argomento ha chiesto che l’origine in etichetta sia adottata per tutti i prodotti alimentari e in particolare per quelli che per la nostra economia agricola hanno maggiore importanza, come ad esempio pasta, riso e derivati del pomodoro.
La partita è solo alle prime battute e si preannuncia lunga e difficile.