"Si sta accentuando un carattere torrentizio per i fiumi italiani, i cui apporti idrici diventano incostanti, condizionando l'andamento agronomico delle campagne. E' evidente la necessità di nuovi invasi, che stabilizzino le disponibilità idriche, dando maggiore sicurezza al reddito degli agricoltori". E' questo il commento di Francesco Vincenzi, presidente dell'Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue, sui dati settimanali dell'Osservatorio Anbi sullo stato delle risorse idriche.

Dopo alcuni significativi eventi piovosi, al Nord solo i grandi laghi mantengono livelli costanti nelle disponibilità idriche: tutti sopra la media stagionale con il lago d'Iseo vicino al massimo storico e, come Maggiore e Garda, sopra il 90% nella capacità di riempimento (il lago di Como è al 72,9% e quello d'Idro al 49,5%).

Il bollettino dell'Osservatorio Anbi sullo stato delle risorse idriche indica in forte discesa le portate dei fiumi Tanaro e Stura di Lanzo in Piemonte (pur rimanendo superiori ad un anno fa), mentre restano largamente deficitari rispetto alla media ed alle portate 2019 i fiumi Savio (flusso dimezzato), Taro, Trebbia, Secchia (oggi 3,81 metri cubi al secondo; un anno fa: mc/sec 49,94; media: mc/sec 19,5!).

A conferma della crescente dipendenza dall'andamento pluviometrico ci sono i dati di altri corsi d'acqua in Emilia Romagna: Nure, Enza e Panaro sono infatti superiori alla media del periodo, ma inferiori allo scorso anno; va così anche in Lombardia dove le portate di Adda, Mincio, Brembo, Chiese, Ticino registrano impennate in occasione di eventi meteo sempre più concentrati nel tempo e nello spazio.

Positivo è l'andamento del fiume Po, le cui portate sono superiori all'anno scorso e che, a Pontelagoscuro, superando i 2.000 metri cubi al secondo è maggiore anche della media storica del periodo; è in calo, invece, la portata del fiume Adige in Veneto.

Scendendo nel Centro Italia, rimane negativa la situazione idrica dei bacini nelle Marche (47,94 milioni di metri cubi è la quantità invasata, cioè la più bassa del recente quinquennio, quando mai si era scesi sotto i 50 milioni), mentre il lago di Penne, in Abruzzo, è quasi alla massima capacità d'invaso (8,80 milioni di metri cubi) ed è positiva anche la situazione del lago di Bracciano nel Lazio, migliore dello scorso anno, così come quella dei bacini in Sardegna.

Permangono, infine, note dolenti nel Sud Italia: in leggero miglioramento è la condizione idrica della Basilicata, stabilmente deficitaria in Calabria e Sicilia, mentre continua ad aumentare la carenza d'acqua in Puglia, dove ormai sono quasi 127 i milioni di metri cubi che mancano all'appello dall'anno scorso.

"Nel Sud - conclude Massimo Gargano, direttore generale di Anbi - la stagione irrigua in corso prosegue senza certezze verso i mesi più caldi; qui, accanto ad un aumento della capacità d'invaso, è necessario investire nell'efficientamento delle reti idriche, promuovendo anche l'utilizzo di risorse idriche complementari come le acque reflue. È altresì necessario che i Consorzi di bonifica e irrigazione possano espletare ovunque la loro funzione nel rispetto dei principi di autogoverno e sussidiarietà, oggi impediti da alcuni commissariamenti senza fine in Puglia e Sicilia, segno di una mal interpretata funzione della politica, che rallenta qualsiasi ipotesi di rilancio operativo nel segno dell'efficienza".