"La biodiversità è una condizione imprescindibile per il nostro benessere – ha sottolineato Cristiana Pasca Palmer, segretario esecutivo della Convenzione sulla diversità biologica – E' alla base dei sistemi alimentari e della nostra salute. Non possiamo permetterci di trascurare la nostra dipendenza dalla natura e dare per scontata l'abbondanza dei suoi frutti".
Tra i partner Convenzione sulla diversità biologica vi è Slow Food. "La biodiversità dei microrganismi, delle specie animali e vegetali, degli ecosistemi, dei saperi tradizionali, è la nostra garanzia per il futuro perché consente l'adattamento ai cambiamenti climatici e garantisce il benessere delle comunità locali - ha sottolineato Carlo Petrini, presidente di Slow Food-. Per questa giornata mondiale, Slow Food chiede ai governi di adottare misure incisive a favore di un modello agroalimentare sostenibile, che rispetti la salute umana e quella ambientale. Agli agricoltori e ai produttori di cibo chiede di impegnarsi per promuoverlo e applicarlo e ai consumatori di sostenerlo con le loro scelte alimentari quotidiane".
Anche se l'offerta commerciale è sempre più diversificata, i prodotti che i consumatori acquistano e mangiano sono sempre più omogenei, si legge nella nota di Slow Food che prosegue: "La semplificazione, ben più che la diversificazione, è la colonna portante del sistema di produzione alimentare globale e questo è un rischio, sia per la conservazione della biodiversità che per la tutela della salute umana".
Negli ultimi 100 anni più del 90% delle varietà vegetali sono scomparse dai suoli coltivati, così come la metà delle specie animali domestiche, riporta l'associazione nella nota, aggiungendo: "Lo sfruttamento ittico delle 17 principali zone di pesca del globo attualmente tocca o supera i limiti di sostenibilità e numerose specie ittiche sono vicine alla scomparsa o si sono già estinte. La perdita di copertura forestale, zone umide costiere e altri ambienti selvatici incolti, il degrado dei suoli, la distruzione di ambienti marini e terrestri e la diffusione di specie invasive accentuano l'erosione genetica dell'agrobiodiversità, causata dalla sostituzione delle varietà locali con specie o varietà 'migliorate'. L'impatto di questa globale omogeneizzazione sugli individui e le comunità è impressionante. I sistemi di produzione alimentare locali, con i relativi patrimoni di conoscenze e saperi indigeni tradizionali, così come le diverse culture e competenze dei coltivatori e coltivatrici di piccola scala, sono seriamente a rischio".
Anche la salute umana potrebbe risentirne perché, scrive Slow Food, "L'abbandono di diversi tipi di dieta è direttamente legato a malattie non trasmissibili come il diabete e l'obesità e ha un impatto diretto sulla disponibilità di alimenti sani e medicine tradizionali".
"La promozione dell'agrobiodiversità e di produzioni alimentari autoctone, stagionali e diversificate è una misura concreta che - conclude l'associazione -, se assunta dai governi, dai coltivatori e dai consumatori, è in grado di aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici, migliorare la qualità dei cibi e della salute e incrementare la sicurezza alimentare".
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Fonte: Slow Food