Un evento che ha visto 43 regioni europee provenienti dai 13 stati membri a confrontarsi su temi come l'agricoltura di precisione, economia circolare, ruolo delle foreste e delle bioregioni come elementi della lotta ai cambiamenti climatici, e poi le prospettive per la Pac post 2020 ed il ruolo dell'innovation broker quale promotore delle sinergie tra settore privato e pubblico nello sviluppo rurale.
Un'occasione per condividere le migliori iniziative svolte e in corso di attuazione su tale importante tema, nei settori agricolo, forestale e agroalimentare con l'obiettivo generale di tenere insieme redditività e sostenibilità dei sistemi agricoli, conservazione e riproduzione delle risorse naturali e della biodiversità, produzione di servizi ambientali volti alla mitigazione dei cambiamenti climatici, la produzione di cibi sani, salutari e di elevata qualità e, non ultimo, relazioni tra agricoltura e comunità locali in grado di assicurare la qualità della vita nelle aree rurali scongiurando l'abbandono delle campagne.
Tra i principali progetti innovativi presentati 18 riguardano la filiera viti-vinicola, 15 quella cerealicola e proteoleaginose, 13 la filiera olivo-oleicola e 11 quella zootecnica. I restanti 27 progetti sono suddivisi fra colture industriali e officinali, il florovivaismo, l'ortofrutta, il settore forestale e le multi filiere.
Progetti che riguardano innovazioni di processo e di prodotto, il miglioramento della qualità dei prodotti e nutraceutica, la difesa biologica e sostenibile delle colture da fitopatie, la riduzione degli input nei processi produttivi agricoli, l'applicazione di tecniche di agricoltura di precisione e di sistemi di supporto alle decisioni, della migliore gestione del suolo e della sua fertilità, dell'uso razionale delle risorse idriche in orto-frutticoltura, olivicoltura e floro-vivaismo.
Altri progetti hanno riguardato l'approvvigionamento e l'utilizzo di fonti rinnovabili, la bioeconomia e l'economia circolare con l'utilizzo di sottoprodotti, dei materiali di scarto e di altre materie prime non alimentari, la riduzione delle emissioni di gas serra in viticoltura, nelle produzioni zootecniche e l'incremento della resilienza dei sistemi produttivi.
Al termine dei quattro giorni di lavoro ci sono state le visite ad alcuni porgetti pilota che si stanno attuando in realtà toscane.
Tra queste le esperienze di ottimizzare l'irrigazione nel vivaismo ornamentale in contenitore e favorire l'uso di tecniche per il risparmio idrico e ridurre l'impatto ambientale del progetto Irrigo, che coinvolge la Vannucci piante di Pistoia.
Sempre nel settore vivaistico sono state mostrate le esperienze di valutazione l'uso della fibra di cocco come substrato di coltivazione in vivaio al posto della torba, le nuove metodologie di concimazione per favorire la resistenza a periodi siccitosi dopo il trapianto, del progetto Vivaistica Innovativa per prodotti di Alta Adattabilità, o il progetto Autofitoviv che affronta la problematica dell'introduzione di organismi utili per la lotta biologica a parassiti animali, del progetto stessi vivai e nelle aree circostanti.
Per il settore forestale il progetto visitato è stato quello della foresta modello presso il Centro di formazione forestale di Rincine, in provincia di Firenze, dotato di impianti ad energie rinnovabili e che svolge anche un ruolo di corretta gestione per la prevenzione degli incendi boschivi.
Nel vitivinicolo invece è stata visitata l'azienda vinicola Ruffino di Castellina in Chianti, che nell'ambito dell'agricoltura di precisione ha sviluppato un kit per la modifica degli atomizzatori in grado di eseguire trattamenti fitosanitari a dose variabile ottimizzata in funzione della chioma e in grado di ridurre l'utilizzo e la dispersione dei fitofarmaci.
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Fonte: Regione Toscana