L'industria alimentare per ovviare ad abitudine poco sane, e considerando l'importanza di una dieta equilibrata, ha proposto una soluzione offrendo prodotti freschi, già lavati e pronti al consumo, ormai presenti in tutti i frigoriferi della grande distribuzione e in quelli di molte case: la quarta gamma.
Ma come arriva dal campo alla tavola?
Il processo produttivo prevede cinque fasi:
- la selezione degli ortaggi. La scelta ricade su materie prime idonee sulle quali si limita fortemente l'utilizzo di fitofarmaci in campo o in serra, con una conseguente riduzione dei residui;
- la cernita;
- l'eventuale monda e taglio;
- il lavaggio. L'ortofrutta è sottoposta ad almeno un doppio lavaggio industriale e a un trattamento di decontaminazione che ne garantisce la sicurezza igienica;
- l'asciugatura e il confezionamento. Il prodotto viene verificato al metal detector e identificato per mantenere la rintracciabilità di filiera. Successivamente viene posto in cella a temperature non superiori a 6°C.
Per promuovere lo sviluppo del settore e della corretta conoscenza dei prodotti, nel 2004 è stato ufficialmente istituito Aiipa quarta gamma, il gruppo che rappresenta le imprese e che opera all'interno dell'Associazione di settore "Prodotti vegetali" dell'Associazione italiana industrie prodotti alimentari.
I dati
Oltre ad una scelta alimentare dettata da un trend salutista, secondo una ricerca di Ismea sui dati Nielsen market track, la carenza di offerta di prodotto fresco sfuso ha orientato l'incremento della quarta gamma nei primi quattro mesi del 2016 e del 2017 da parte dei consumatori non abituali di questo segmento.Crescita positiva che non accenna ad arrestarsi e che vede un forte incremento anche nei primi sei mesi del 2018. Secondo rilevazioni Nielsen, rispetto a giugno 2017, la crescita nelle vendite è stata pari al +5,2% in volume e al +4,5% a valore.
Il successo si deve in primo luogo all'aumento degli acquirenti. Secondo i dati aggiornati a giugno 2018, infatti, il numero di famiglie risulta aumentato di circa 300mila unità, toccando quota 19,6 milioni.
"Il costante incremento del numero di famiglie che acquistano i prodotti è un segnale molto importante - commenta il presidente di Aiipa quarta gamma Gianfranco D'Amico - I dati presentano un atteggiamento di apprezzamento e fiducia da parte del consumatore reso ancora più significativo dall'aumento della frequenza d'acquisto".
Del resto i numerosi vantaggi offerti da questi prodotti non si discutono. Freschi e pronti per il consumo, non necessitano di ulteriori lavaggi domestici e, dal punto di vista nutrizionale, sono del tutto equiparabili agli ortaggi di prima gamma.
Una storia made in Romagna
Sipo è un'azienda italiana storica nel settore dell'ortofrutta.Nasce negli anni '50 a Bellaria Igea Marina (Rn) come azienda agricola di famiglia con Dario Ceccarini e il figlio Franco, oggi guidata dalla terza generazione con Massimiliano e Simona.
Attenta alle dinamiche di mercato e al consumatore, l'azienda ha investito anche nella quarta gamma con linee dedicate come ad esempio l'ultima nata 'Super Veggies', insalate con germogli in vaschetta pronte al consumo.
La società coltiva a cielo aperto e in serra su oltre 300 ettari in Italia, privilegiando le aree più vocate rispetto al prodotto desiderato e alla sua più appropriata stagionalità. In particolar modo, viene data priorità al territorio romagnolo dalla primavera fino all'autunno, valorizzando le sue colture e l'intero sistema produttivo, cercando allo stesso tempo di dare continuità al prodotto e alla migliore qualità possibile.
Da anni Sipo è anche produttrice di ortaggi biologici.
Super veggies, le insalate già pronte con i germogli
(fonte: © Sipo)
Ma l'azienda segue solo questo business?
"Sipo non ha scelto solo il business della quarta gamma - afferma il technical manager e supplies departement Stefano Pazzagli - Opera a 360 gradi sul mercato con una gamma completa di prodotti che vanno dagli ortaggi freschi sfusi al biologico, dalla linea storica delle verdure confezionate di prima gamma 'Sapori del mio Orto' alla linea degli ortaggi 'Verdure di Romagna' tipici del territorio".
Sipo quindi opera dalla prima alla quarta gamma, utilizzando le stesse varietà ortofrutticole, coinvolgendo quindi un'ampia filiera.
Differenze invece sono presenti sulle varietà utilizzate.
Per fare un esempio: "Per il prodotto 'ready to eat' - continua Pazzagli - si usano varietà bionde di indivia al fine di ottenere la massima resa in fase di cernita e taglio della materia prima".
Inoltre l'azienda romagnola, con la sua linea dedicata al territorio, punta su coltivazioni non proprio esclusive della regione ma con un areale di coltivazione abbastanza ristretto come cardo, strigoli e agretti.
Per questa linea l'azienda prosegue inoltre il suo processo di rinnovo delle confezioni, avvenuto già nel marzo 2018 per la linea 'Sapori del mio orto', nell'ottica dell'ambiente e della sostenibilità lanciando i nuovi packaging in cartone.
Una delle varietà della linea 'Verdure di Romagna'
(fonte: © Sipo)
"Crediamo che sia stato un passo doveroso da parte nostra - sottolinea la marketing manager Elisa Monticelli - continuare a porre attenzione ai temi della salvaguardia ambientale, soprattutto considerando che i mercati esteri sono molto attenti al riciclo dei materiali. Crediamo che ciò possa rafforzare il nostro posizionamento come azienda rispettosa dell'ambiente e del territorio e portare all'acquisizione di nuovi clienti sia in Italia che all'estero".
(fonte: © Sipo)
La grande distribuzione
Nel 2016 i supermercati si confermano la principale fonte di approvvigionamento delle famiglie italiane del prodotto confezionato arrivando al 44% del valore del segmento.Seguono gli ipermercati con il 27%, i discount con il 14%, i liberi servizi con il 13% e i negozi tradizionali con il 2%.
Le aree in cui si concentra maggiormente il valore delle vendite di ortaggi quarta gamma sono il Nord-Ovest con il 38% e il Centro e la Sardegna con il 27%. Seguono il Nord-Est con il 22% e il Sud e la Sicilia con il 13%.
Come ha dimostrato la recente ricerca "Il posizionamento dei prodotti vegetali freschi e pronti all'uso nella distribuzione moderna", curata dalla Facoltà di economia e giurisprudenza dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - Sede di Piacenza, è confermata l'esistenza di un nesso tra l'aumento nella quota di famiglie che acquista stabilmente i prodotti di quarta gamma e la maturazione di un atteggiamento "time for money" nei consumatori.
Questi ultimi non solo privilegiano le proposte a maggior contenuto di servizio, ma riconoscono anche che l'offerta in assortimento sta migliorando, rendendo disponibili sullo scaffale prodotti che alla varietà e "completezza" del contenuto uniscono formati e packaging comodi e pratici.
A braccetto con le insalate
Per arricchire le insalate, e renderle magari più sfiziose, il business della quarta gamma si sta espandendo anche a produttori fuori dal comparto ortofrutticolo.E' il caso del famoso provolone di Gennaro Auricchio che, nel 1877, ha fondato la sua azienda a San Giuseppe Vesuviano, vicino a Napoli.
Negli anni l'azienda ha scelto di esplorare a piccoli passi anche il settore della quarta gamma con un rapporto di co-marketing con l'azienda Ortoromi, che rimane però il vero player.
"Attraverso questa collaborazione - afferma la responsabile marketing di Auricchio Enza Bassini - abbiamo la possibilità di proporre al consumatore un suggerimento d'uso del nostro formaggio. La referenza però è di Ortoromi e ne gestiscono anche produzione e commercializzazione".