Il Conaf, il Consiglio dell'Ordine nazionale dei dottori agronomi e forestali, sposa l'idea di Fico e vuole investirci, anzi lo sta già facendo.

Come detto alla giornata di apertura della Fabbrica italiana contadina, il Conaf considera il parco agroalimentare di Bologna un programma ambizioso di sensibilizzazione alla produzione agricola, dove dedicare attività e spazi soprattutto agli studenti e ai giovani, per educare il visitatore al consumo consapevole di prodotti agroalimentari che non sono il risultato di un processo industriale, ma di una filiera agricola che nasce dal terreno e si valorizza nei nostri piatti e nei nostri bicchieri.

Per il Conaf un obbiettivo non secondario di Fico è stato quello di riqualificare un'area marginale e dismessa per realizzare un progetto culturale importante e sottraendo nello stesso tempo oltre 1 ettaro al cemento e al degrado di un'area marginale per far posto a campi e stalle con più di 200 animali e 2mila cultivar.

Un posto dove viene narrata la professione che ogni giorno oltre 21mila agronomi svolgono sul territorio. Gli agronomi infatti, come progettisti del cibo, intervengono in tutte le fasi del processo agroalimentare dalla raccolta alla trasformazione.

E, come sottolinea il Conaf, sono anche i portatori del sapere attraverso la formazione e l'informazione del consumatore per renderlo più consapevole del valore alimentare dei prodotti ed una miglior programmazione degli acquisti, evitandone gli sprechi.

L'obbiettivo, come spiega Andrea Sisti, presidente Conaf e dell'Associazione nazionale degli agronomi, il Waa, è quello di fare di Fico un campus per la formazione della professione di agronomi progettisti di filiere agroalimentari sostenibili.

Un campus, che per Sisti dovrà avere un carattere internazionale, in modo che ci si possano formare agronomi in grado di lavorare in ogni parte del mondo.

Da sempre infatti l'agricoltura e le sue fasi successive sono la base economica del nostro paese come di tutto il mondo e le moderne tecnologie devono essere di aiuto a ridurre gli impatti ambientali in tutta la filiera.

Un proposito, quello illustrato da Andrea Sisti, che sta iniziando a concretizzarsi tramite l'Epap, l'Ente previdenziale dei dottori agronomi e forestali, che ha deciso di investire concretamente in questo progetto, in modo che Fico diventi un punto di lavoro e di riferimento per gli agronomi di tutta Italia.

Anche per Andrea Segrè, agronomo e professore ordinario di Economia agraria all'Università di Bologna, oltre che presidente del Centro agroalimentare di Bologna, vede in Fico una casa ideale per gli agronomi.

Segrè è stato uno degli ideatori iniziali del parco agroalimentare e attualmente è presidente della Fondazione Fico per l'educazione alimentare e la sostenibilità agroalimentare, una fondazione che, come ha dichiarato, considera l'anima scientifica e didattica della fabbrica italiana contadina.

Formazione e didattica per la scuola e l'università caratterizzano infatti le iniziative della Fondazione e in questo contesto la professione del dottore agronomo e del dottore forestale è fondamentale per la realizzazione del progetto.

Fico, ha concluso Segrè, "sarà così la casa naturale degli agronomi che sono i ricercatori, gli studiosi, i consulenti e soprattutto i progettisti delle filiere agroalimentari non solo italiane, ma di tutto il mondo".