Veneto
Prosecco, stoccaggio del 10% per mantenere i prezzi di mercato
La Regione Veneto, di concerto con la Regione Friuli Venezia Giulia, ha decretato lo stoccaggio di almeno il 10% del prodotto ottenuto dalla vendemmia 2012 atto ad essere designato con la Doc Prosecco. In sostanza, ogni produttore dovrà escludere dalla vendita almeno un decimo della propria produzione fino al 31 luglio 2013, salvo modifiche al Decreto stesso."Come Regioni interessate a questa produzione – spiega l'assessore veneto all'agricoltura Franco Manzato – abbiamo deciso di 'sposare' la specifica proposta del Consorzio di tutela della denominazione di origine controllata 'Prosecco', in quanto permette di tener sotto controllo la gestione dei volumi di prodotto messi in commercio, mantenendo un livello dei prezzi accettabile e stabilizzando così il funzionamento del mercato dei vini rispetto ad un prodotto che ha dimostrato di essere abbondantemente apprezzato in Italia e all'estero".
Il decreto consente al Consorzio di tutela di disporre degli strumenti necessari per la gestione del Prosecco Doc. Peraltro il prodotto potrà, in qualsiasi momento, essere svincolato dallo stoccaggio mediante istanza motivata del Consorzio stesso.
"Si tratta di una misura equa e non discriminante – specifica l'assessore – in quanto ogni ditta produttrice dell'uva o azienda di prima vinificazione verrà coinvolta da una riduzione della vendita del Prosecco Doc ricavato, stoccato nella fase di trasformazione".
Il quantitativo di prodotto che non può essere immesso al consumo fino alla data stabilita può, in particolari situazioni di perdurante crisi di mercato, essere totalmente o parzialmente riclassificato e destinato alla produzione di vini Igp, previa comunicazione motivata da parte del Consorzio alle competenti strutture regionali almeno 30 giorni prima e comunque non oltre il 30 giugno 2013.
Fonte: Regione Veneto
Toscana
Candia, l'irrigazione di soccorso salva la vendemmia
L'investimento dell'acquedotto agricolo ha già prodotto i primi frutti: evitare il dramma della siccità nelle colline del Candia. La vendemmia in Candia è salva grazie all'irrigazione di soccorso. Se in molte aree della Toscana la siccità e le alte temperature hanno prodotto grande sofferenza tra le viti e regalato più di una incognita ai produttori, per il Candia dei Colli Apuani Doc la prossima vendemmia si preannuncia "strepitosa". A dirlo è Aurelio Cima, presidente del Consorzio di tutela, sottolineando che le aziende vitivinicole del Candia, ma anche gli hobbisti, hanno trovato un importante alleato nell'acquedotto agricolo realizzato dal Comune di Massa: 6,224 metri di lunghezza che ha permesso a circa 180 utenti di effettuare l'irrigazione nella fase di maggiore criticità.
La vendemmia inizierà nei primi giorni di settembre, con un anticipo di una quindicina di giorni rispetto al solito: si inizierà con Merlot e Syrah per poi passare a Vermentino, Sangiovese e Massaretta.
Coldiretti Massa Carrara prevede una produzione di 3 mila quintali di uva, di cui 2 mila di bianca e mille di nera, con un calo produttivo stimato intorno al 15%. La crisi idrica ha imposto, infatti, interventi di diradamento dei grappoli piuttosto consistenti riducendo il carico produttivo delle piante. Molte aziende che non hanno la possibilità di effettuare irrigazioni di soccorso – nel versante di Carrara e in quello di Montignoso – hanno sopperito all'emergenza con interventi agronomici (lavorazioni superficiali) riducendo, in tal modo, le perdite di evaporazione di acqua del suolo.
Fonte: Coldiretti Massa Carrara
Trentino
Maltempo, grandine sulle mele
Forti grandinate si sono abbattute in Trentino sulle mele proprio all'inizio della raccolta distruggendo in pochi minuti il lavoro di un intero anno. Particolarmente colpite le campagne di Levico e Caldonazzo. E' la Coldiretti a fare il bilancio del danni provocati dall'arrivo della perturbazione soprannominata "Beatrice" con nubifragi e violente tempeste di vento, acqua e grandine. Un duro colpo alle campagne già messe in ginocchio dalla peggiore siccità da quasi dieci anni che ha provocato perdite per oltre un miliardo di euro e la richiesta della dichiarazione di stato di calamita in molte Regioni.Il passaggio di Beatrice ha dunque provocato danni a macchia di leopardo nelle campagne senza peraltro portare alcun sollievo dalla siccità.
"Se le precipitazioni sono intense i terreni secchi - spiega la Coldiretti - non riescono ad assorbire l'acqua che tende ad allontanarsi per scorrimento, con il pericolo di frane e smottamenti".
Piemonte
Moscato, siglato accordo per la vendemmia 2012
Dopo settimane di trattative è stato siglato l'accordo sul Moscato da parte della Ccommissione paritetica, composta da una parte industriale e da una parte agricola con la mediazione dell'assessorato regionale all'Agricoltura. L'accordo prevede per il 2012 una resa di 108 quintali per ettaro, con un compenso di 105,50 euro netti al quintale (erano 100 nel 2011, con un incremento del 5%).Si è detto soddisfatto Roberto Cabiale, presidente di Coldiretti Asti e membro di giunta con delega al settore vitivinicolo della federazione regionale: l'accordo "permette di mantenere il reddito delle imprese" in un "difficile momento economico" e "consente alle circa 4500 imprese agricole piemontesi che producono Moscato di iniziare la vendemmia con la certezza di un prezzo".
Più tiepida la reazione di Confagricoltura Asti. Commenta il direttore Francesco Giaquinta: "Se i buoni accordi sono quelli che accontentano solo parzialmente le parti, allora quello di quest'anno sul Moscato è un buon accordo". "Di buono - spiega Giaquinta - c'è che si è fatto l'accordo in un momento in cui i rischi di non averlo e di andare al mercato libero, con tutte le incognite del caso, erano molto concreti".
Marche
Vendemmia di qualità, soprattutto per i vitigni autoctoni
La vendemmia nelle Marche è iniziata con la raccolta delle uve base spumante Verdicchio, Passerina, Pecorino e Bianchello ed entrerà nel pieno nella seconda decade di settembre con la raccolta delle uve Sangiovese e Verdicchio, mentre a metà ottobre terminerà con le ultime uve di Verdicchio, Pecorino, Passerina e Montepulciano per la tipologia passiti.La resa uva-vino quest'anno è inferiore alla media a causa dell'andamento climatico che ha influito sulle piante con un minore rigoglio e in alcune varietà anche per dimensione degli acini, che sono leggermente al di sotto della media.
La quantità di uva raccolta nel 2012 si stima leggermente superiore di circa del 0,5% in più rispetto al 2011, ossia di 780.000 ettolitri di vino, mentre per la qualità i livelli sarebbero addirittura superiori rispetto alle raccolte precedenti. Ma i prossimi giorni saranno decisivi e ci si augura che settembre porti delle condizioni climatiche e meteoriche favorevoli atte a siglare un'annata sicuramente eterogenea compresa tra il buono e l'ottimo.
"In molte zone le alte temperature hanno consentito un processo di maturazione naturale, abbattendo o limitando i trattamenti - commenta Alberto Mazzoni, direttore dell'Istituto marchigiano di tutela vini nonché presidente regionale e numero due nazionale di Assoenologi - Con l'eccezione di questa ultima settimana abbiamo registrato sempre delle ottime escursioni termiche: le ondate di caldo sono arrivate con un giusto intervallo l'una dall'altra e i venti provenienti da Nord hanno appunto favorito le escursioni notturne".
Il punto di forza delle Marche sono i vitigni autoctoni . "La novità di quest'annata dal punto di vista agronomico è che i vitigni autoctoni (Verdicchio, Bianchello, Lacrima, Pecorino, Passerina, Sangiovese, Vernaccia e Montepulciano) resistono di più rispetto ai vitigni alloctoni o internazionali(Chardonnay, Cabernet e Merlot)" spiega Mazzoni. "Chiaramente di questo caldo si avvantaggeranno i vitigni a bacca nera come il Sangiovese e il Montepulciano: quest'ultimo sarà quello che ci potrà dare più soddisfazioni dal punto di vista qualitativo".
Nel 2011 il vino marchigiano ha superato quota 45,7 milioni di euro, il 10% in più rispetto al 2010. Segnali positivi anche dai mercati: i prezzi all'ingrosso stanno registrando un incremento pari al 10% rispetto al 2011. Circa l'80% delle uve verrà utilizzato per la produzione di vini Doc e Docg.
Veneto
Cancro del kiwi, provvedimenti della Giunta regionale
La Giunta veneta ha adottato un provvedimento di disciplina regionale degli indennizzi a favore delle aziende produttrici di kiwi che hanno eradicato le colture per prevenire il diffondersi del cancro batterico dell'actinidia. L'intervento passerà ora all'esame della competente Commissione consiliare prima della definitiva approvazione."Proponiamo in sostanza l'apertura dei termini per la presentazione di domande di indennizzo – spiega l'assessore veneto all'agricoltura Franco Manzato – da parte degli imprenditori agricoli le cui aziende sono state interessate da provvedimenti obbligatori di estirpazione. La procedura sarà quella già utilizzata lo scorso anno per un analogo intervento. Abbiamo infine proposto di finanziare prioritariamente le domande d'indennizzo per i frutteti di actinidia in produzione, in ordine decrescente di superficie estirpata, seguite dalle domande che riguardano frutteti non ancora in produzione".
La coltivazione di actinidia in Veneto interessa una superficie complessiva di oltre 3.200 ettari, per una produzione di 76 mila tonnellate e un valore di oltre 40 milioni di euro. Nuovi impianti sono vietati per tutto l'anno corrente.
Fonte: Regione Veneto
Lombardia
Caldo e siccità colpiscono anche gli uliveti
"Il caldo e la siccità di questi giorni stanno mettendo in difficoltà anche i nostri uliveti. Vero è che l'olivo è una pianta mediterranea e ben resiste alle alte temperature e alla carenza idrica, ma i valori di questa estate e le ondate di caldo che si sono susseguite stanno mettendo a dura prova la loro resistenza e la tenuta delle produzioni. E parliamo di una produzione di assoluta qualità che, nel suo piccolo, per Brescia vale oltre dieci di milioni di euro". E' quanto sottolinea Ettore Prandini presidente di Coldiretti Brescia. Quello olivicolo è un settore che coinvolge 1.500 ettari coltivati, 530 mila piante, 2.000 produttori e 21 frantoi."La nostra produzione – spiega Prandini - è vista con interesse anche a livello di associazioni nazionali olivicole, perché rappresenta un modello che funziona e ha riscontri positivi di mercato, grazie alla passione e all'intraprendenza dei produttori che da anni investono solo sulla qualità".
In riferimento alle tematiche di qualità e mercato, Silvano Zanelli, presidente di Aipol (Associazione interprovinciale produttori olivicoli lombardi), sta portando avanti un nuovo progetto per valorizzare l'olio extravergine monocultivar della Casaliva, tipica e autoctona oliva del Garda, che si potrà inserire a pieno titolo nel mercato emergente degli oli monocultivar.
Viste le alte temperature registrare nelle ultime settimane, l'ufficio tecnico di Coldiretti Brescia ha stimato che potrebbe esserci un certo anticipo nella raccolta delle olive.
Fonte: Coldiretti Brescia
Sicilia
Al via la vendemmia nella Valle dei Templi
Si vendemmia nella Valle dei Templi di Agrigento, negli storici vigneti del Parco archeologico. Sono uve importanti quelle che si inizia a raccogliere oggi nei vigneti posti sotto il tempio di Giunone, nel cuore del Parco archeologico.Giovanni Greco, presidente di Cva Canicattì, alla guida della Cantina da oltre cinque anni, sottolinea il valore strategico di questa prima vendemmia, frutto dell'accordo firmato un anno fa con l'ente Parco: "Sarà un vino che richiamerà la storia e la cultura del nostro territorio e che metterà in luce l'anima viticola ed enologica di questo agro. Il territorio è la chiave di volta su cui si fonda la nostra produzione enologica di qualità".
"E' la zonazione di questi vigneti che fa la differenza - spiega Tonino Guzzo, l'enologo siciliano che con Cva ha condiviso il progetto del "Vino dei Templi" - con suoli molto profondi, sabbiosi, ideali per le nostre varietà di tradizione: Nero d'Avola, Nerello Cappuccio e Nerello Mascalese".
A Cva, le autorità del Parco hanno affidato la conduzione delle attività agronomiche sui vigneti impiantati nella Valle, la gestione della vendemmia e, ovviamente, la vinificazione delle uve prodotte. Da questa vendemmia nascerà il primo vino della Valle firmato Cva, che, nelle intenzioni (e i presupposti vendemmiali ci sono tutti), dovrà essere un rosso di grande armonia, eleganza e longevità.Una parte della produzione, secondo l'accordo siglato, verrà commercializzata dall'ente Parco con il marchio Diodoros, come già avviene per l'olio prodotto dalle olive raccolte all'interno del perimetro dell'area archeologica.
"Questi vigneti - prosegue Guzzo - costituiscono insieme un giacimento viticolo di grande interesse, frutto di una selezione "naturale" che i vignaioli della valle, di generazione in generazione, hanno saputo attuare, interpretando al meglio gli aspetti pedoclimatici di questo territorio".
Sulla qualità dell'annata Tonino Guzzo non ha dubbi: "Ad oggi posso dire che la vendemmia si presenta un po' scarica, forse anche un po' spinta, ma che si ricorderà, soprattutto per le uve rosse, per l'integrità del frutto giunto a maturazione in perfette condizioni".
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Fonte: Agronotizie