Gli agrofarmaci e i residui di prodotti fitosanitari sono, nella percezione del consumatore, uno dei problemi principali del settore agroalimentare. Si tratta tuttavia di una percezione poco aderente alla realtà, visto che i dati delle autorità di controllo certificano che oltre il 99% dei prodotti che finisce sulle nostre tavole ha residui entro i limiti di legge.

 

A plasmare la cattiva fama degli agrofarmaci, i cosiddetti pesticidi, contribuiscono anche le informazioni errate che circolano in rete (e non solo). Per cercare di fare chiarezza e portare dati oggettivi e basati sulla scienza, Agrofarma - Federchimica ha lanciato l'Osservatorio Agrofarma.

 

"È un progetto che abbiamo patrocinato come Agrofarma ed è volto a fotografare lo stato dell'arte dell'agricoltura e la sua evoluzione. Intendiamo inoltre spiegare quanto sia importante il contributo degli agrofarmaci per un'agricoltura sempre più sostenibile e produttiva", spiega Riccardo Vanelli, presidente di Agrofarma, l'Associazione che riunisce i produttori di agrofarmaci italiani. E proprio Agrofarma ha affidato la responsabilità scientifica dell'Osservatorio ad Areté, Società indipendente di ricerca, analisi e consulenza economica specializzata sui settori dell'agricoltura e del food.

 

Agrofarma - Federchimica ha lanciato l'Osservatorio Agrofarma

 

"Abbiamo voluto impegnarci in questa attività perché pensiamo che al giorno d'oggi alcuni media diffondano informazioni poco autorevoli. C'è dunque bisogno di una voce chiara e indipendente, che fornisca dati sull'agricoltura e sul contributo degli agrofarmaci. È uno strumento rivolto non solo agli addetti del settore, ma anche ai media e ai cittadini che vogliono farsi un'opinione informata", continua Vanelli.

 

Durante un evento a Milano è stata presentata la prima uscita dell'Osservatorio Agrofarma.

Ecco allora quindici dati (oggettivi) sull'agricoltura italiana e sul mondo degli agrofarmaci:

  • Negli ultimi venti anni sono diminuite sensibilmente le emissioni del settore agricolo. Quelle ad esempio dei gas ad effetto serra hanno fatto segnare un -14%.
  • Le emissioni di ammoniaca sono in costante calo e l'Italia ha raggiunto con sette anni di anticipo gli obiettivi fissati dall'Unione Europea.
  • Il Farmland Bird Index registra un peggioramento dello stato di salute degli ambienti agricoli, anche se in misura minore rispetto ad altri Paesi europei, come la Francia. Al contempo le aree protette rappresentano il 21% del territorio, sotto la media Ue (27%). Siamo invece in linea con le aree Natura 2000.
  • Nel 2021 solo nello 0,7% dei campioni di cibo analizzati è stata riscontrata una presenza di residui di agrofarmaci oltre i limiti di legge (in Germania siamo al 4,1%). Al contempo, nel 62,7% dei casi non vi erano affatto residui.
  • I cereali sono la categoria con meno residui oltre i limiti, seguiti da frutta e verdura. Le performance dei prodotti di importazione sono invece più scadenti (7,2% dei campioni oltre i limiti nel 2021).
  • Confrontando il triennio 2019-2021 e 2011-2013, risulta una contrazione degli agrofarmaci utilizzati: fungicidi -16%, insetticidi e acaricidi -15%, erbicidi -7%, mentre la categoria dei "vari", che comprendono i prodotti di origine biologica, ha registrato un +2%. Se si guarda ai principi attivi, contenuti negli agrofarmaci, il calo è ancora più marcato: -23% per i fungicidi, -32% per gli insetticidi e -2% per gli erbicidi.

 

Il momento della presentazione dell'Osservatorio Agrofarma

Il momento della presentazione dell'Osservatorio Agrofarma

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

  • L'Italia è il Paese che ha ridotto di più l'uso di agrofarmaci, mentre Paesi come la Germania e la Spagna li hanno aumentati, rispettivamente +7% e +9%.
  • A fronte di una riduzione delle sostanze ad alto rischio (Gruppi 2 e 4), si è assistito ad un aumento della vendita di sostanze a basso rischio (Gruppo 1).
  • Ad oggi sono autorizzati in Italia 2.112 agrofarmaci, di cui 348 in biologico. Nel periodo 2011-2022 è stata autorizzata una media di 136 prodotti ogni anno.
  • Nell'ultimo anno e mezzo sono stati autorizzati in Italia 175 prodotti (70 fungicidi, 45 insetticidi, 44 diserbanti, 16 "altri").
  • Nel 2022 sono stati autorizzati in Italia 23 prodotti consentiti in agricoltura biologica.
  • In Italia si coltivano 122 specie di interesse agricolo, comprese molte colture minori che contribuiscono alla biodiversità agraria del Paese.
  • Tra le colture con estensione medio-alta crescono il fico d'India, il pomodoro in serra, il pisello da granella, la lenticchia e il pistacchio. Tra le colture minori, invece, sono in forte espansione il cece, il melograno, il lino, lo spinacio in serra e l'arachide.
  • I cambiamenti climatici hanno un impatto negativo sull'agricoltura italiana (siccità e bombe d'acqua, caldo estremo, grandine, eccetera)  e favoriscono l'arrivo di nuovi insetti e patogeni (come la Xylella fastidiosa, Popillia japonica, cimice asiatica, eccetera).
  • Le nuove tecnologie, raggruppabili sotto il termine "smart farming", sono in grado di ottimizzare l'impiego degli agrofarmaci, garantendo aumenti di produzione e al contempo una maggiore sostenibilità ambientale.

 

"Dai dati presentati risulta evidente che oggi gli agricoltori italiani hanno una maggiore professionalità e sono più attenti all'ambiente. Inoltre possono fare affidamento su agrofarmaci sempre più innovativi, sostenibili ed efficaci, segno della vivacità del comparto, che ogni anno investe in R&D il 6% del fatturato", sottolinea Riccardo Vanelli, che poi lancia un appello: "Spero che i decisori politici, nel definire gli obiettivi di sostenibilità del settore, tengano presente gli ingenti sforzi già fatti dai nostri agricoltori".

 

Nella prossima ricerca dell'Osservatorio Agrofarma, prevista tra sei mesi, si parlerà anche di agricoltura 4.0. "Le attrezzature di ultima generazione e le soluzioni digitali, come i Dss, permettono di ridurre, anche sensibilmente, l'utilizzo degli input agronomici e quindi anche l'impatto sull'ambiente", spiega Enrica Gentile, amministratore delegato di Areté, che poi conclude: "Quello che emerge dalla ricerca è un agricoltore sempre più attento alla sostenibilità e all'innovazione, anche se c'è ancora molta strada da fare su questo fronte".

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