È dal 2019 che la Sardegna fa i conti con i problemi causati dalle invasioni di locusta marocchina, Dociostaurus maroccanus.
Si tratta di un insetto altamente polifago capace di causare ingenti danni economici quando si ritrova in fase gregaria. Il sovrapascolamento e il clima sembrano essere i fattori principali che influiscono sulla dinamica di popolazione della cavalletta. La locusta, infatti, depone le uova in zone con vegetazione rada e terreno compattato dal carico eccessivo del bestiame. Inoltre, inverni piuttosto caldi possono favorire lo sviluppo della fase gregaria.
Il 2023, però, sembra essere stato l'anno di svolta, grazie ad un importante lavoro di prevenzione, monitoraggio e disinfestazione che ha visto il coinvolgimento dell'Agenzia Laore, che si occupa dell'attuazione dei programmi regionali in campo agricolo e dello sviluppo rurale, insieme all'Agenzia Forestas, al Corpo Forestale e Vigilanza Ambientale, alle Squadre Comunali Barracelli, al Governo e ai comuni.
In questo articolo abbiamo intervistato Marcello Giovanni Onorato, dell'Agenzia Laore, che ci ha spiegato come ha funzionato nella pratica il Piano di lotta antiacrtidica 2023 volto a ridurre la popolazione della locusta marocchina sul territorio sardo.
Gli interventi si sono focalizzati nell'area epicentro delle zone industriali di Ottana, Bolotana e Noragugume. Durante il monitoraggio delle neanidi, tra fine marzo e inizio luglio, ed a partire dalla schiusa fino al raggiungimento della fase adulta, sono state raccolte e georeferenziate 4584 segnalazioni, delle quali quasi il 90% oggetto di disinfestazione, interessando più di 600 aziende.
Il comportamento della locusta marocchina
Dociostaurus maroccanus appartiene alla famiglia degli Acrididae, è originaria del bacino del mediterraneo e la si ritrova soprattutto in Africa settentrionale, nel Centro e nella parte occidentale del continente asiatico e in Italia, in Campania, Puglia, Sicilia e in Sardegna.
È anche detta cavalletta crociata, infatti la si può riconoscere dalla presenza di 2 strisce chiare incrociate ad "x" sul pronoto.
Il ciclo vitale di questa specie dura un anno:
- a fine estate le femmine depongono 2-3 ooteche contenenti circa 30 uova ciascuna, in zone non coltivate con terreni incolti, compatti e aridi;
- tra aprile e maggio dalle uova fuoriescono le neanidi;
- tra maggio e giugno le cavallette maturano, diventano adulte e cominciano ad accoppiarsi.
(Fonte: Fao)
D. maroccanus è altamente polifago e in un contesto agricolo può danneggiare orticole, leguminose, cereali, ecc. I danni maggiori si riscontrano quando le cavallette sono in fase gregaria: si spostano in massa su zone molto estese e possono mangiare tutto ciò che trovano.
Dociostaurus maroccanus in fase solitaria e in fase gregaria
(Fonte: Fao)
Il Piano di lotta antiacridica della Sardegna 2023
Quello messo in pratica in Sardegna è un Piano di controllo della locusta interamente basato sull'agricoltura digitale e sulla lotta integrata.
I lavori sono cominciati a fine febbraio con i monitoraggi: i tecnici Laore hanno ricercato le zone di ovodeposizione dell'annata 2022 in modo da poter anticipare la conoscenza delle aree di schiusa; mentre, grazie alla partecipazione di soggetti privati, agricoltori e allevatori sono state segnalate le presenze delle grillaie attraverso l'app Deomarco (653 segnalazioni ricevute) e Whatsapp (131 segnalazioni ricevute).
La segnalazioni arrivavano nella centrale operativa di Noragugume che, mediante geolocalizzazione, faceva partire le squadre di disinfestazione. Queste ultime hanno agito sul campo con macchine irroratrici a Ulv (ultra basso volume, si tratta di atomizzatori speciali che producono piccole gocce della misura compresa tra 200 e 300 micron). Gli interventi di disinfestazione si sono concentrati in 22 comuni lungo una superficie di circa 35mila ettari e coinvolgendo più di 600 aziende.
I trattamenti sono cominciati il 22 marzo 2023: "Abbiamo usato la deltametrina in maniera localizzata contro le forme aggregate nei soli punti segnalati, e nelle aziende biologiche il piretro, in particolare il prodotto Asset Five con la deroga del Ministero. I trattamenti a Ulv hanno consentito un maggior rispetto dell'ambiente e degli insetti utili", spiega il tecnico Laore.
I trattamenti sono andati avanti fino a metà luglio. In tutto sono state georeferenziate 4584 segnalazioni di cui 3980 sono state oggetto di intervento di disinfestazione (86%).
(Fonte: Agenzia Laore)
I risultati del controllo
A fine campagna, Marcello Giovanni Onorato ci spiega che: "Gli agricoltori hanno constatato la mortalità delle neanidi. Così come abbiamo fatto anche noi tecnici che controllavamo il tasso di mortalità il giorno stesso, andando a vedere il risultato nel punto trattato perché i luoghi dei trattamenti erano georeferienziati.
Inoltre, abbiamo fatto compilare 87 schede di gradimento dagli agricoltori. Quelle schede dicono che i trattamenti sono stati efficaci e abbastanza tempestivi".
Quindi, la tempestività nella segnalazioni e la precisione degli interventi quest'anno hanno determinare il successo della lotta alle cavallette. Le locuste appena nate, infatti, sono poco mobili, aggregate e molto vulnerabili ai trattamenti insetticidi; il monitoraggio di queste fasi e le previsioni sulle schiuse permettono di organizzare interventi precisi.
Dal questionario fatto agli agricoltori è risultato che il 79% è d'accordo sul fatto che i principi attivi utilizzati abbiano funzionato e l'85% ha osservato quest'anno una quantità di sciami minore rispetto allo scorso anno.
Risultati importanti sono stati ottenuti anche analizzando i residui fitosanitari. È stato fatto un monitoraggio sui residui di deltametrina in campioni di latte e foraggio di 7 aziende del territorio, per capire se vi erano tracce del fitofarmaco una volta trascorsi 15 giorni, cioè il periodo di latenza imposto a livello normativo. Al momento si sono concluse solo le analisi sul latte con risultati positivi, per tutte le aziende campionate: il livello di deltametrina residuo ritrovato è non rilevabile, è quindi al di sotto del limite di rilevabilità (pari allo 0,005 milligrammi per chilogrammo).
Prospettive future...
"Seguendo le procedure Fao, abbiamo marcato 1500 punti dove le cavallette sopravvissute hanno deposto le uova quest'anno. Di conseguenza, sappiamo che le cavallette l'anno prossimo usciranno da quei siti e quindi siamo pronti a trattarle non appena usciranno. I trattamenti sono più efficaci quanto più le neanidi sono piccole e immobili", afferma il tecnico Laore.
Oltre ai trattamenti fitosanitari, altre azioni potenzialmente efficaci riguardano l'uso degli insetti utili e dei biopesticidi. Ci sono invece pareri discordanti sull'efficacia delle lavorazioni del terreno.
L'insetto predatore Mylabris variabilis non è il solo insetto utile presente sul territorio, ma è il più efficace nel ridurre le colonie di cavallette. In Sardegna fu usato con successo già nel 1946. Quest'anno, durante il piano di controllo, l'insetto è stato attentamente spostato e protetto dai trattamenti insetticidi.
"L'anno prossimo vogliamo provare un fungo parassita della popolazione acridica", spiega Marcello Giovanni Onorato. "Con questo fungo le cavallette si ammalano e nel frattempo trasmettono le spore alle cavallette sane. Non è tossico né per l'uomo e né per gli insetti utili".
Si tratta del prodotto Novacrid, un bioinsetticida a base di Metarhizium acridum; è attivo a bassissimo dosaggio con pari efficacia e persistenza più lunga (fino a 6 settimane) rispetto agli antiparassitari chimici di riferimento.
Per quanto riguarda le lavorazioni del terreno invece, c'è chi dice che sia necessario arare tra la fine dell'estate e l'autunno per smuovere il terreno e portare in superficie le uova affinché muoiano. L'Agenzia Laore ritiene che questa pratica non sia in accordo con i protocolli Fao che considerano le lavorazioni non risolutive per svariati motivi: la frequente presenza di grillare in zone non lavorabili meccanicamente, la presenza delle grillare in superfici quasi puntiformi e i danni causati dai fenomeni di erosione.
Vista la presenza della stragrande maggioranza delle grillare nei terreni pascolativi, intensamente sfruttati e calpestati, abbandonati e degradati, ciò che si può fare è minimizzare i fattori che inducono le infestazioni, curando e mettendo a coltura i terreni o minimizzando il carico del bestiame.
Ci sono 2 specie vegetali che indicano questo stato di profondo abbandono: il Pyrus pyraster e la Poa bulbosa. In particolare, quest'ultima è una vera e propria pianta spia perché le femmine di Dociostaurus ovidepongono preferibilmente vicino ai suoi bulbilli.
Poiché il clima gioca un ruolo importante nelle dinamiche della popolazione della locusta marocchina, sarà interessante prevedere come con il tempo potrà cambiare il numero e la distribuzione della specie. In ogni caso, si concorda sul fatto che è improbabile che le conseguenze del riscaldamento globale siano negative per la specie, data la sua necessità di condizioni calde e secche.
Marcello Giovanni Onorato, dell'Agenzia Laore segnala anche un'altra problematica: "Noi abbiamo notato una grandissima scalarità tra le schiuse. Ipotizziamo la presenza quindi di altre cavallette, come il Calliptamus italicus, ma non solo. Il Dociastuarus in un mese dovrebbe finire il suo ciclo di vita, invece non è così e i conti non tornano perché ci sono neanidi oltre il tempo massimo di chiusura". Anche per gli esperti Fao, la scalarità della presenza di forme giovanili potrebbe essere legata alla presenza di più specie di acrididi.