Il diserbo è una delle fasi più critiche della cerealicoltura. Se non debitamente controllate le infestanti sono in grado di deprimere anche significativamente la produttività del campo e la qualità della granella. Per lungo tempo gli agricoltori si sono affidati esclusivamente a trattamenti erbicidi in post-emergenza a base di inibitori dell'ACCasi e dell'ALS che garantivano un controllo ottimale delle malerbe.
Negli ultimi anni tuttavia nelle principali aree vocate alla cerealicoltura, come la Puglia, l'Emilia Romagna o il Piemonte, sono comparse con sempre maggiore insistenza popolazioni di malerbe resistenti a questi meccanismi d'azione. Gli agricoltori coinvolti sono dovuti correre ai ripari, mentre per gli altri è necessario un cambio di approccio che deve passare da una gestione integrata delle infestanti.
La gestione integrata delle infestanti
"Per gestione integrata dobbiamo intendere un approccio agronomico che si avvale di tutti gli strumenti oggi a disposizione del cerealicoltore per il controllo delle infestanti", spiega Maurizio Sattin, dirigente di ricerca del Cnr Ipsp (Istituto per la protezione sostenibile delle piante) e membro del Gire (Gruppo italiano resistenze erbicidi). "L'obiettivo della gestione integrata è quello di contenere la flora spontanea in campo e al contempo limitare il rischio che insorgano resistenze verso uno o più meccanismi di azione con effetto erbicida".La gestione integrata si basa su tre pilastri: la rotazione delle colture, i metodi di coltivazione e l'uso degli erbicidi.
Rotazione
La rotazione delle colture è lo strumento principale e più antico per il controllo delle infestanti (nonché di insetti e microrganismi patogeni). Alternando colture mono e dicotiledoni e colture primaverili e autunnali si scoraggia la selezione di malerbe di difficile controllo e si consente l'uso di erbicidi con differenti meccanismi d'azione.Metodi di coltivazione
La preparazione del terreno e l'aratura sono fondamentali per la gestione della banca semi. Lo si vede bene nei campi seminati su sodo o in minima lavorazione, dove la gestione delle infestanti è più problematica. Anche la falsa semina o la semina ritardata possono essere efficaci per contenere la pressione delle malerbe. Così come l'uso di seme certificato, vigoroso e puro, permette di 'bruciare' sul tempo le infestanti, limitandone lo sviluppo.
Erbicidi
Il terzo pilastro della gestione integrata riguarda l'uso degli erbicidi che deve avvenire in maniera corretta per scongiurare fenomeni di resistenza. "La selezione di specie resistenti agli erbicidi è un fenomeno naturale che tuttavia può essere contrastato efficacemente se si mettono in campo tutti gli strumenti della gestione integrata e soprattutto se si utilizzano gli erbicidi in modo corretto".Per questo è bene:
- Rispettare le dosi e le modalità di applicazioni presenti in etichetta.
- Utilizzare attrezzature efficienti e ben tarate.
- Alternare erbicidi con differenti Mda - Meccanismi di azione (attenzione: due sostanze attive possono avere lo stesso Mda).
- Utilizzare, quando possibile, erbicidi non selettivi in modo da eliminare qualunque tipo di infestante.
- Non affidarsi esclusivamente al diserbo in post-emergenza, ma prevedere anche quello in pre-semina o post-precoce, in modo da ampliare il ventaglio delle molecole impiegabili.
La resistenza agli erbicidi
Se la gestione integrata delle infestanti viene implementata in maniera corretta il rischio che si selezionino popolazioni resistenti agli erbicidi si riduce di molto. Ma che cosa fare nel caso in cui nel proprio campo ci siano delle malerbe resistenti."La prima cosa è essere sicuri che si tratti di infestanti resistenti e per questo è necessario monitorare il campo dopo il trattamento, verificando se ci sono delle piante sopravvissute in presenza di altre della stessa specie devitalizzate. In quel caso occorre contattare un tecnico per studiare la strategia migliore di difesa", sottolinea Sattin.
I dati del Gire ci parlano di diverse specie infestanti del frumento che posseggono resistenze ad un singolo meccanismo d'azione (Avena spp., Alopecurus myosuroides, Phalaris spp. e Sinapis spp.) e a più Mda (Lolium spp. e Papaver rhoeas). "Il loietto è certamente la specie oggi più difficile perché possiede una lunga serie di resistenze", sottolinea Sattin. "Nel Foggiano, così come in Toscana, rappresenta un vero ostacolo alla produttività".
Nel caso in cui si sia accertata la presenza di malerbe resistenti si possono mettere in campo questi accorgimenti:
- Impiegare erbicidi con diverso meccanismo d'azione o erbicidi non selettivi.
- Cambiare coltura intervenendo con una primaverile-estiva.
- Provvedere ad una aratura profonda, in modo da portare in profondità i semi delle infestanti resistenti. Bisogna poi avere l'accortezza di non smuovere eccessivamente il terreno negli anni successivi, almeno finché i semi non hanno perso vitalità. Per il bromo, l'avena o il loietto bastano due-quattro anni (sul sito del Gire ci sono le tabelle di vitalità per le varie specie).
- Provvedere all'estirpo manuale della pianta prima che vada a seme. Questo metodo è efficace se viene fatto ai primi segnali di presenza di malerbe resistenti. Richiede tuttavia livelli di monitoraggio della coltura e tempestività d'azione elevati.
"L'importante è non abbassare mai la guardia. Se ci si accorge per tempo della presenza di infestanti resistenti si possono mettere in atto le strategie di contenimento. Ma se non si interviene immediatamente poi è molto difficile recuperare la situazione", conclude Sattin. "Ancora una volta occorre ricorrere ad una gestione integrata. Non basta semplicemente usare un altro erbicida perché il rischio concreto è che si selezionino nel giro di pochi anni popolazioni multi-resistenti di difficile gestione".
Bayer ha pubblicato una interessante brochure proprio sulla gestione integrata delle infestanti e mette a disposizione degli agricoltori diversi prodotti erbicidi. Come Zodiac DFF, l'erbicida di pre-emergenza e post-emergenza precoce a base di diflufenican (Mda appartenente alla classe HRAC F1) e clortoluron (HRAC C2 ) che permette di eliminare graminacee e dicotiledoni nelle primissime fasi di sviluppo.
Mente per il post-emergenza c'è la famiglia Atlantis (Activ, Pro e Flex) a cui si aggiunge Hussar Maxx Pro, pensato per chi deve fronteggiare infestazioni miste e in grado di controllare malerbe difficili come Lolium, Bromus e Galium.
Mai dare spazio alle infestanti
Gli erbicidi oggi sul mercato sono prodotti sofisticati frutto di molti anni di ricerca. La loro efficacia è tuttavia strettamente legata al loro corretto utilizzo. Se infatti non si seguono i principi della gestione integrata delle infestanti la comparsa di malerbe resistenti può comprometterne l'efficacia, lasciando l'agricoltore senza strumenti di difesa. Per questo è l'agricoltore il primo a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per l'iniziativa AgriCampus.Image Line è partner e su AgroNotizie ha creato una rubrica per ospitare i contenuti provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo
Appuntamento a marzo per la nuova puntata di Bayer AgriCampus dedicata al tema della gestione delle resistenze.