Dal punto di vista quantitativo, in Piemonte si è evidenziato in questi ultimi anni un costante decremento in superficie investita ed in quantità prodotta. Basti pensare che nel 2008 è previsto un calo in superficie coltivata pari all'1%, come già era avvenuto nel 2006 con un meno 2%. Sul fronte qualitativo, invece, è fondamentale il contributo del Creso, consorzio di ricerca, sperimentazione e divulgazione per l'ortofrutticoltura piemontese. Per dare maggiore competitività al prodotto ed al settore il Creso ha attivato vari progetti specifici di ricerca e sperimentazione con la finalità di valorizzare maggiormente il prodotto in termini di qualità e di riconoscibilità: ad esempio, con le ricerche volte al miglioramento degli aspetti qualitativi, elemento di forte interesse ed impatto. E' importante ottenere frutti di ottimo sapore con elementi zuccherini ben bilanciati dall'acidità dei succhi, di colorazione rossa brillante sia in fase di raccolta che in post raccolta, forma conico-allungata, regolare, di buona consistenza della polpa e lunga shelf-life.

 

La fragolicoltura piemontese

Attualmente la cultivar più diffuse sono Alba (33%) ed Arosa (31%) seguite a distanza da Maya e Clery. E' però molto importante segnalare come un'importante fetta della fragolicoltura sia rappresentata da cultivar rifiorenti come Irma, Diamante (da preferirsi in zone più basse) e Seascape (da preferirsi in zone più alte) che permettono una produzione anche nel periodo estivo-autunnale (fuori stagione) determinando così una produzione particolareggiata ma comunque significativa e remunerativa.

Le varietà unifere coltivate con la tecnica tradizionale rappresentano circa l'80% della superficie fragolicola con un periodo di raccolta che va da fine maggio ai primi di luglio in relazione all'altitudine, all'esposizione dei terreni ed alla protezione o no della coltura. Circa il 20% è invece rappresentato dalle varietà rifiorenti che permettono appunto di produrre per tutto il periodo estivo a partire dalla fine di Luglio (cioè quando termina il precedente) fino all'avvento dei primi freddi e cioè verso la fine di Ottobre. In questo modo si può produrre per un periodo di tempo molto più lungo rispetto ad altre aree permettendo di porre sul mercato in un momento dove non sono presenti grandi quantitativi di prodotto nostrano creandosi così una nicchia nel mercato. 

Il carattere rifiorente a giorno neutro in grado di rifiorire continuamente e quindi di produrre fragole indipendentemente dalla lunghezza della luce giornaliera è stato introdotto nella fragola coltivata da un clone rinvenuto nello Utah di fragola selvatica Fragaria virginiana sp. Glauca. A partire dal 1977 sono poi state create, a seguite d'incroci, alcune varietà che sono state poste in sperimentazione e successivamente in commercio. Esso sono poi sopraggiunte in Italia all'inizio degli anni '80 dove inserite all'interno di programmi di miglioramento genetico hanno permesso di ottenere alcune varietà adatte ai nostri ambienti. Inoltre hanno permesso utilizzando incroci con varietà unifere di poter creare individui che presentassero la caratteristica rifiorenza con le qualità delle unifere.

 

A cura di Lorenzo Cricca