I Sistemi di Supporto alle Decisioni o Dss, Decision Support System, sono dei software in grado di fornire utili consigli all'agricoltore per quanto riguarda la gestione delle colture, ad esempio a livello di difesa, di concimazione o di irrigazione.

 

I Dss si basano su modelli complessi che riproducono la biologia delle piante e dei patogeni (per quanto riguarda il settore difesa) e vengono alimentati dai dati provenienti da sensori di campo, in prevalenza capannine meteo.

 

Sulla base dei modelli e dei dati di campo, i Dss sono in grado di dare delle indicazioni utili agli agricoltori. Ad esempio per quanto riguarda il rischio che una pianta, come la vite, possa essere colpita da un fungo, come ad esempio la peronospora. Tempo fa abbiamo proprio pubblicato un articolo che spiegava come, nel 2023, gli agricoltori che avevano seguito i consigli dei Dss avevano ridotto i danni da peronospora, che invece ha devastato molti vigneti, da Nord a Sud.

 

Solo dei supporti alle decisioni? Non secondo il Csr della Pac

Spesso si dice che i Dss forniscono esclusivamente un consiglio, ma è poi l'agricoltore a decidere se e come trattare. Insomma, si è sempre sottolineato il fatto che è l'agricoltore l'unico soggetto ad avere davvero il polso della situazione. E visto che i campi sono di sua proprietà e che eventuali danni lo colpiscono direttamente, è bene che si assuma tutte le responsabilità del caso.

 

Tuttavia, leggendo il Complemento per lo Sviluppo Rurale (Csr), ex Psr, Programma di Sviluppo Rurale, della Regione Piemonte, salta agli occhi l'intervento SRA24 | ACA24 - Pratiche di agricoltura di precisione, dove viene finanziato l'utilizzo di Sistemi di Supporto alle Decisioni.

 

Nella Sezione Impegni si può leggere: "I pagamenti sono accordati, su tutto il territorio regionale, per un periodo di 5 anni, qualora siano rispettati i seguenti impegni (...). In funzione dell'impegno assunto, raccolta e digitalizzazione dei dati aziendali, nonché digitalizzazione del registro dei trattamenti, delle fertilizzazioni e degli apporti irrigui, mediante l'adesione a piattaforme di servizi digitali e DSS in agricoltura, aperte ed interoperabili verso la pubblica amministrazione sulla base delle specifiche che saranno definite nei bandi attuativi della Regione. I DSS supporteranno gli agricoltori nelle scelte strategiche per quanto riguarda la fertilizzazione, la difesa dalle principali avversità fitosanitarie e per l'irrigazione".

 

Dunque, il Csr finanzia l'adozione di Dss, che tuttavia devono essere utilizzati dall'agricoltore, che deve dimostrare di aver trattato (o irrigato o concimato) in accordo con quanto suggerito dal Dss stesso. E infatti l'agricoltore ha anche l'obbligo di mantenere le informazioni che provino la correttezza del suo intervento: "Il beneficiario deve conservare in azienda per tutto il periodo di impegno grafici o tabelle sull'andamento epidemiologico relativo all'avversità fitopatologica o le curve di sviluppo fenologico dell'insetto, derivanti dai modelli utilizzati, registro digitale dei trattamenti, eventuali modelli rilasciati da contoterzisti e registro digitale del magazzino".

 

E nell'Allegato 2 la Regione è ancora più precisa: "La distribuzione di prodotti fitosanitari dovrà avvenire in accordo con il/i modelli utilizzati per i trattamenti fungicidi e/o insetticidi o la strategia di diserbo scelta".

 

Per chi dunque aderisce a questo intervento del Csr, i Dss si sono trasformati da Sistemi di Supporto alle Decisioni, che forniscono consigli e lasciano libertà all'agricoltore di agire, in strumenti decisori, in cui l'agricoltore diventa un esecutore di quanto stabilito dal Dss. Ma ci sarebbe da chiedersi: se un agricoltore dovesse subìre dei danni alla coltura per aver seguito un Dss, chi sarebbe chiamato a rispondere?