Gli agricoltori italiani sono consapevoli del ruolo chiave della digitalizzazione nel settore?
A questa domanda vuole rispondere BASF Italia con la campagna "L'agricoltore, il più grande lavoro sulla Terra" dedicata alle nuove sfide dell'agricoltura e al supporto che può arrivare dagli strumenti digitali. Nello specifico, la campagna ha l'obiettivo di sensibilizzare gli agricoltori al ruolo chiave della digitalizzazione nel settore agricolo, con innovazioni capaci di rendere i campi più efficienti e i business più remunerativi.
Per parlare di digitale l'azienda, in collaborazione con l'Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano e Hort@ - nata come spinoff dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e ora parte del gruppo BASF, ha quindi riunito agricoltori, esperti e tutti gli attori della filiera in due appuntamenti, prima in Toscana e successivamente in Puglia; territori dove l'agricoltura riveste un ruolo di primo piano nel contesto economico, regionale e nazionale, con coltivazioni intensive e significativamente moderne dal punto di vista tecnologico.
"Gli agricoltori sono chiamati a produrre sempre di più e meglio, soprattutto considerando che nel 2050 saremo in 10 miliardi sulla Terra" ha affermato Andrea Boccuni, communication & sustainability manager di BASF, nella tappa pugliese dello scorso 24 ottobre presso il Vivaio Digitale a Gravina in Puglia (Ba). Di fronte alle sfide del futuro, BASF è convinta che l'utilizzo di soluzioni digitali può essere un valido supporto per tutti gli attori della filiera.
"Per le sfide che il futuro riserverà agli agricoltori, sia per la popolazione in aumento, sia per i cambiamenti climatici - è intervenuto Simone Cerutti, global business manager di BASF -. ci impegniamo a fornire gli strumenti e le conoscenze con l'obiettivo di garantire un'agricoltura sostenibile ed efficace".
Adottare soluzioni digitali, quali sono le barriere?
Riguardo all'utilizzo delle soluzioni digitali, durante l'evento gli agricoltori in sala hanno avanzato alcune perplessità sull'utilizzo diffuso delle soluzioni.
"Non mi fido"
La diffidenza può essere un sentimento diffuso quando ci si approccia a strumenti nuovi e digitali ma conoscerli è il primo passo per iniziare a utilizzarli.
"Hort@ ha cambiato il modo in cui i dati vengono trasmessi, perché se non vengono trasformati non sono effettivi vantaggi per gli agricoltori" ha puntualizzato Vittorio Rossi, professore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e cofondatore di Hort@ nell'introdurre il tema dei dati della loro affidabilità.
Cosa rende quindi un processo affidabile?
- la definizione delle informazioni che il modello deve restituire agli utenti;
- la concettualizzazione del processo biologico ed ecologico;
- l'acquisizione della conoscenza biologica;
- lo sviluppo del quadro matematico;
- la validazione degli output del modello in diversi contesti agricoli;
- la valutazione dei benefici derivanti dall'uso del modello;
- la codificazione degli algoritmi del modello all'interno del Dss.
Per questo è fondamentale "rassicurare" l'agricoltore e supportarlo durante l'intero ciclo vegetativo della coltura. E Hort@ lo fa con un Sistema di Supporto alle Decisioni (Dss) che supporta nella gestione delle colture secondo i principi dell'agricoltura sostenibile e di precisione.
"Non riesco a valutare i benefici"
Un'altra barriera riguarda sia i ritorni sugli investimenti, che non sempre sono chiaramente percepiti dagli agricoltori, sia i benefici facilmente comunicati.
È proprio questa mancanza di chiarezza sui benefici conseguibili con l'utilizzo di soluzioni 4.0 che porta le aziende agricole a non valutare strumenti digitali ma a continuare ad operare con soluzioni tradizionali.
A questo proposito in campo entra l'Osservatorio Smart Agrifood, "la nostra mission è quella di comprendere in profondità le innovazioni digitali che stanno trasformando la filiera agricola e agroalimentare - ha spiegato Maria Pavesi, senior researcher dell'Osservatorio, che ha poi aggiunto - ma anche veicolare i risultati della ricerca ai decisori e fare cultura, creando occasioni di incontro e confronto per promuovere il dialogo e l'innovazione di valore".
Fabbisogni e benefici delle soluzioni di agricoltura 4.0
"Dal 2019 ad oggi c'è stato un aumento degli investimenti in questo settore - precisa Maria Pavesi – e nel 2022 il 70% delle aziende agricole, su un campione di circa un migliaio di aziende intervistate nella Survey dell'Osservatorio Smart Agrifood, ha dichiarato di utilizzare almeno una soluzione di agricoltura 4.0".
Tra gli obiettivi soddisfatti da queste soluzioni, primi su tutti, si trovano quelli legati all'efficienza, ovvero all'ottimizzazione dei vari fattori produttivi quali l'utilizzo di input tecnici, l'utilizzo di acqua, l'utilizzo del parco macchine e il lavoro degli operatori.
A seguire si hanno quelli legati all'aumento di consapevolezza di quanto accade nell'impresa come ridurre i tempi di adempimento agli obblighi normativi o il danno di parassiti e infestanti. Avere un panorama chiaro è fondamentale per prendere le decisioni giuste per ottimizzare gli input.
Infine si riscontra l'importanza di rendere il lavoro fisico degli operatori meno faticoso, un dato non in cima ai fabbisogni ma tra i benefici riscontrati.
C'è infatti piena coerenza tra i fabbisogni e i benefici riscontrati dalle aziende agricole.