Il Nord Italia è un'area che fino a pochi anni fa si pensava indenne dal problema della carenza idrica. Ma estati siccitose come quella del 2022 hanno messo agricoltori e amministratori locali davanti all'evidenza che anche nella Pianura padana l'acqua può scarseggiare, con pesantissime ricadute per l'agricoltura.
Per questo motivo il Consorzio di Bonifica Leb, che gestisce il più importante apparato irriguo del Veneto, con un canale di 48 chilometri che preleva l'acqua dall'Adige e la convoglia fino a Bacchiglione, garantendo l'irrigazione fino a Venezia, ha varato un ambizioso programma di rifacimento delle opere idrauliche e lo sviluppo di un software che permette di ottimizzare l'uso dell'acqua.
"Il nostro è un consorzio di secondo grado, che rappresenta tre consorzi di bonifica elementari: il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta con sede a San Bonifacio (Vr), il Consorzio di Bonifica Adige Euganeo con sede a Este (Pd), e il Consorzio di Bonifica Bacchiglione con sede a Padova”, racconta Moreno Cavazza, presidente del Consorzio Leb.
"Il Canale Lessinio Euganeo Berico (Leb) è una infrastruttura lunga 48 chilometri, in parte a cielo aperto (16 chilometri) ed in parte in condotta sotterranea (28 chilometri), che preleva le acque del fiume Adige, a Belfiore, e nel suo percorso si dirama in un fitto sistema idraulico a beneficio di un comprensorio di 350mila ettari di campagne, di cui 90mila ettari irrigui, nelle province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia".
Con una portata di 34 m3 al secondo nei mesi estivi, il canale fornisce acqua ad una vasta pianura in cui si pratica un'agricoltura molto diversificata, dal mais per alimentare la filiera zootecnica, fino ai frutteti e ad eccellenze orticole come il radicchio. Una infrastruttura importante, ma che iniziava a far sentire il peso degli anni.
"Grazie ad un finanziamento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nell'ambito dei fondi del Pnrr, il consorzio ha intrapreso un importante progetto di ristrutturazione ed ammodernamento del canale per un ammontare complessivo di 57 milioni di euro che ha permesso la sistemazione dell'infrastruttura per 14 chilometri", racconta Paolo Ambroso, direttore del Consorzio Leb.
"Ulteriori risorse del Ministero, pari a 16,5 milioni di euro, saranno destinate agli interventi di sistemazione del canale sotterraneo per una lunghezza di 27 chilometri circa, assicurando un sistema di accesso alla 'galleria irrigua' (la terza per lunghezza al mondo) sicuro ed efficiente ai fini della gestione dell’infrastruttura, e dell'ulteriore tratto del canale di derivazione dell'area termale euganea per una lunghezza di 4 chilometri circa, completando così l'opera di rifacimento del sistema Leb a cinquant'anni dalla sua realizzazione".
L'inaugurazione del primo tratto ristrutturato grazie ai fondi del Pnrr. Gli interventi conclusi e programmati permetteranno di risparmiare complessivamente più di 100 milioni di metri cubi di acqua annui
(Fonte foto: Consorzio di Bonifica Leb)
Ma al di là del calcestruzzo e dell'acciaio utilizzati, la più grande innovazione che sta vivendo il consorzio è immateriale, ed è rappresentata da un software messo a punto dal Centro di Sperimentazione per l'Innovazione Irrigua, che ha sviluppato un applicativo in grado di gestire in maniera efficiente l'acqua che scorre nel canale.
"Il Modello Leb utilizza i dati meteo, immagini satellitari e le conoscenze che abbiamo sul territorio, ad esempio per quanto riguarda le tipologie di terreni e le colture in essere, per elaborare un consiglio di gestione dell'acqua irrigua", ci racconta Giulia Sofia, ricercatrice dell'Unità Tecnico Scientifica del Canale Leb.
"Il modello è in grado di stimare la disponibilità idrica dei suoli interessati dalla rete idrica che dipende dal canale Leb e grazie a modelli previsionali stabilisce dove è meglio far transitare l'acqua, sempre in accordo con i consorzi elementari e rispettando i termini dei regolamenti di concessione".
Insomma, non si tratta di razionare l'acqua, ma di razionalizzarne l'impiego, destinandola lì dove si prevede ce ne sia più bisogno nel breve-medio periodo. Il software fa la differenza, ovviamente, quando la richiesta di acqua dal territorio è elevata e si deve decidere dove allocare le risorse disponibili.
"Dal nostro Centro di controllo siamo in grado di azionare da remoto le paratoie e di far defluire l'acqua secondo le priorità suggerite dal sistema", sottolinea Giulia Sofia. "L'obiettivo è fare in modo che tutti gli agricoltori abbiano acqua a sufficienza per soddisfare i bisogni delle proprie colture".
Ad alimentare il modello ci sono i dati delle centraline Arpa regionali, che forniscono informazioni meteorologiche precise, ad esempio per quanto riguarda temperature, precipitazioni e venti. A questi si aggiungono le immagini satellitari, tra cui quelle fornite dall'European Space Agency (Esa), che invece forniscono una stima delle condizioni di salute e di sviluppo delle colture al suolo.
Di base ci sono poi le informazioni sul territorio, ad esempio per quanto riguarda le tipologie di suolo presenti nelle diverse aree. Un dato importantissimo da conoscere visto che due suoli differenti, come uno sabbioso e uno argilloso, riescono a trattenere l'umidità in maniera differente. Il software permette di conoscere la disponibilità idrica per le colture che insistono su un'area di 90mila ettari irrigui che si estende da Verona a Chioggia.
"Il Modello Leb è un Dss a scala di comprensorio, un Sistema di Supporto alle Decisioni che ci permette di scegliere come gestire l'acqua conoscendo meglio le necessità del territorio e quindi dando priorità a chi ha un bisogno più impellente di risorsa idrica", conclude Giulia Sofia.