Inizio anno, tempo di progetti e buoni propositi: quali aspetti non si potranno sottovalutare nel 2023 per l'agricoltura?

 

L'elenco potrebbe essere lunghissimo, anche perché si apre con un'importante novità: la riforma della Politica Agricola Comune (Pac). Sesta revisione, grandi ambizioni di tipo ambientale, alcuni aspetti ancora da definire (ad esempio il sistema Classyfarm per accedere ad alcune opportunità dell'ecoschema 1 dedicato alla zootecnia), ma tutto sommato gli agricoltori sono abituati a investire. Potrebbe essere l'occasione di concentrarsi un po' meno sul rafforzamento delle superfici e delle mandrie e magari migliorare aspetti quali benessere animale, robotizzazione (una delle tendenze che nel corso degli ultimi due anni ha avuto maggiore successo, con una crescita complessiva del 65% in Italia solo nel 2021, meglio di Cina, Germania, Usa e Giappone, secondo i dati della International Federation of Robotics), agricoltura di precisione e sistemi digitali.

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Voce del verbo innovare

Se vogliamo un'agricoltura smart, gli imprenditori agricoli dovranno diventare loro stessi "smart". Servirebbe quella che lo studioso François Schneider ha definito "innovazione frugale", un percorso cioè di introduzione di nuove tecnologie e/o soluzioni, ma con lo scopo di durare, non di essere bruciate in tempi record per essere rimpiazzate in una rincorsa frenetica.

 

L'innovazione, anche in agricoltura, viaggia su binari ultraveloci. Ecco, facciamo in modo che portino cambi di rotta duraturi, per mirare a incrementare le produzioni, migliorare la redditività, ridurre gli input, avviare una nuova era di condivisione di dati, numeri, informazioni. Una sorta di "cattedre ambulanti" 4.0, dove la cooperazione e la condivisione delle informazioni diventa uno strumento utile alla crescita dell'intera comunità.

 

Una spinta ad investire in ricerca e sviluppo e nelle nuove tecnologie potrebbe rappresentare un incentivo a formare nuove professionalità, utili per l'impiego in agricoltura e nelle filiere agroalimentari, ma anche per i settori produttivi che precedono il campo e la stalla. Pensiamo alla mangimistica, al segmento della chimica e dei biostimolanti, alle Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea), alla genomica, all'ingegneria, alle energie pulite, agli imballaggi, fino al marketing e ai nuovi modelli di valorizzazione delle produzioni e di vendita. Entreremo molto velocemente in una nuova era e non possiamo entrarci senza preparazione. Una criticità da risolvere per non rimanere incollati ai blocchi di partenza: la produzione di chip. L'Europa dipende quasi totalmente dall'estero?

 

Sos acqua

Il 2022, uno degli anni più caldi degli ultimi due secoli, ci ha insegnato (forse) a utilizzare l'acqua in maniera razionale. I prossimi anni potrebbero vedere intensificarsi i fenomeni estremi, che già nei dodici mesi precedenti hanno fatto segnare fenomeni siccitosi in Europa (6 miliardi i danni in agricoltura solo in Italia), Cina e negli Stati Uniti, inondazioni in Pakistan (fra i 30 e i 40 miliardi i danni registrati nel Paese), carenza di acqua in Africa.

 

Gli agricoltori dovranno fare i conti con una possibile carenza di acqua e, dunque, dovranno attrezzarsi per una gestione più oculata. Sistemi di irrigazione connessi a centraline meteo e a satelliti, utilizzo della microirrigazione e di pratiche agronomiche conservative, approcci finalizzati alla difesa delle colture (anche nel caso di sistemi di microjet e nebulizzazione per proteggere le piante dal rischio delle gelate).

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Le risorse per investire ci sono e qualsiasi impresa, se non investe, rischia di rimanere al palo, essere sorpassata, finire fuori mercato e morire. Dalla Pac al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) i fondi a disposizione non mancheranno, magari con la consueta formula del cofinanziamento. Gli imprenditori dovranno, pertanto, rischiare anche del loro e soppesare in quale ambito indirizzare gli sforzi. Non esiste una soluzione valida per tutte le imprese, ciascuna dovrà pianificare il proprio futuro sulla base delle proprie esigenze, ma anche della conformazione. Un esempio: il turismo rurale e l'enoturismo stanno vivendo una stagione felice, eppure non tutte le imprese agricole possono avventurarsi nella gestione dell'agriturismo o nella vendita diretta o, ancora, fare consegne a domicilio. A ciascuno, quindi, il proprio metro.

 

La crisi del 2022, fra pandemia, guerra, inflazione, ha innalzato il costo del denaro. Sarà bene tenerlo presente, in caso di mutui, prestiti, finanziamenti. Per anni ci siamo abituati a tassi di interesse ridottissimi, oggi non è più così. Non deve spaventare gli agricoltori, ma serve consapevolezza: investire su misura e per step.

 

Sarebbe opportuno riscoprire il più possibile la cooperazione, il dialogo, lo scambio di idee. Insieme si pensa e si riesce meglio. E, forse, si strappano condizioni di mercato più favorevoli. Talvolta gli agricoltori si considerano in competizione fra loro. E se invece si considerassero alleati? Un numero sempre maggiore di analisti invita a superare la visione da "singolo imprenditore" per lasciare spazio a una dinamica sistemica. Serve coraggio, ma la direzione sembrerebbe essere quella.

 

Suolo, obiettivo: tutelarlo di più e meglio

Un altro aspetto da considerare riguarda il suolo. Non lo si può maltrattare. Gli agricoltori hanno il dovere di lasciare un terreno più in salute rispetto a come lo hanno ereditato. Fin qui, il concetto è chiaro e molto spesso il sistema agricolo ha già imparato a correggere alcuni errori (alcuni commessi in buona fede). Serve un passo ulteriore. La ricerca sta dando sempre maggiore spazio - anche in virtù della raccomandata transizione ecologica - ai biostimolanti e alla cosiddetta "chimica soft", così come si stanno sempre più diffondendo (ed è un peccato che le regioni italiane non abbiano concesso le medesime opportunità nei futuri Psr) le soluzioni orientate verso l'agricoltura rigenerativa. Ogni impresa si regoli, perché i suoli non sono tutti uguali.

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Energie rinnovabili nel futuro

Il 2023 dovrà vedere le imprese agricole impegnate nella sfida energetica. L'agricoltura italiana e le relative catene di approvvigionamento sono ancora alle prese con le anomalie del caro energia legato alla guerra in Ucraina e alle speculazioni che inevitabilmente si sono innescate.

 

Sembra necessaria una crescita delle energie rinnovabili in termini di produzione e di diffusione. Ragionare in termini di comunità energetiche, consorzi fra imprese (non solo agricole), opportunità di cedere a prezzi di mercato il surplus inutilizzato è un passaggio obbligato. Così come, pensiamo, arrivare ad avere una gestione europea della materia, con regole certe e uguali per tutti. L'orizzonte dovrà essere una maggiore produzione di energia rinnovabile e, forse, di nucleare di ultima generazione. Non ha senso gridare alla vittoria per aver ridotto le importazioni di gas dalla Russia e aver abbracciato altri Paesi forse altrettanto instabili.

 

Una nuova globalizzazione

Una visione dell'agricoltura e della partita agroalimentare europea passa da una nuova globalizzazione. È impossibile pensare di raggiungere la sovranità alimentare e l'autosufficienza nella produzione di tutte le materie prime e i beni alimentari necessari. Questa necessità di ricorrere agli scambi internazionali, però, fa bene al commercio e all'economia. Servono, però, nuove regole. Innanzitutto, se si richiede agli agricoltori di rispettare alcune regole vincolanti, sarebbe utile richiedere il diritto di reciprocità e richiedere, il più possibile, l'osservanza dei medesimi parametri.

 

L'ultimo triennio, fra covid-19, guerra in Ucraina, blocco temporaneo del Canale di Suez, difficoltà a reperire i container per gli scambi intercontinentali, ha evidenziato notevoli fragilità sia in termini di logistica che di scambi internazionali, che inevitabilmente hanno subìto una frenata. Da dove ripartire? Una delle soluzioni che le fratture in ambito geopolitico sembrano indicare riguardano gli scambi a corto e medio raggio e fra Paesi amici. Per l'Italia significherebbe potenziare le proprie reti infrastrutturali e concentrarsi, in primo luogo, verso Unione Europea, Nord Africa, Medio Oriente e Nord America. Potremmo partire da qui.

 

Buon 2023 a tutti i lettori. E come sempre, se avete idee, suggerimenti, spunti, sono ben graditi.