La portata del fiume Po è vicina alla drammatica soglia psicologica dei 100 metri cubi al secondo al rilevamento ferrarese di Pontelagoscuro, che ne decreterebbe la fine dell'immagine di "grande fiume" con tutte le conseguenze soprattutto di carattere ambientale, che ne stanno derivando. Lo ha comunicato ieri, 28 luglio 2022, l'Osservatorio sulle Risorse Idriche dell'Anbi, Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue.
Per avere un'idea della gravità di tale condizione "basti pensare che il record di portata minima mensile di luglio (2006) era stata finora di 237 metri cubi al secondo (mc/sec) - sottolinea Anbi - mentre quest'anno ci si attesterà presumibilmente al di sotto di mc/sec 170". Contestualmente la risalita del cuneo salino sfiora adesso i 40 chilometri dalla foce del Po di Goro durante l'alta marea. Anbi segnala anche come il fenomeno interessi i tratti terminali della gran parte dei fiumi settentrionali (ultima arrivata, la Livenza in Veneto), intaccando i prelievi ad uso potabile.
"Nel Nord Italia è una condizione di siccità finora sconosciuta ed è evidente che non basterà qualche temporale a riportare in equilibrio il bilancio idrico - evidenzia Francesco Vincenzi, presidente dell'Anbi -. In questa prospettiva è ancora più preoccupante che siano proprio Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, le regioni che, nel 2021, hanno maggiormente consumato e cementificato suolo, sottraendolo all'agricoltura ed alla naturale funzione di ricarica delle falde, accentuando al contempo il rischio idrogeologico." Il presidente Anbi si riferisce ai recenti dati pubblicati da Ispra sul consumo di suolo in Italia che nel 2021 è progredito toccando i 70 chilometri quadrati, il dato più elevato degli ultimi dieci anni.
Grandi laghi del Nord
Ad eccezione del lago di Como che, pur segnando nuovi record minimi è leggermente risalito dal parametro "riempimento zero" delle scorse settimane (ora 2,4%), i grandi bacini settentrionali si avvicinano al livello (percentuale di riempimento zero), al cui raggiungimento non potrà essere rilasciato un quantitativo d'acqua superiore a quello affluito nell'invaso: Iseo 2,9%; Maggiore 14,1%; Garda 30%.
I fiumi del Nord capitolano nonostante i temporali
A Nord Ovest è la Dora Baltea, in Valle d'Aosta, a godere di maggiore salute idrologica, mentre cala il torrente Lys e, in Piemonte, i violenti fenomeni temporaleschi hanno portato gravi disagi al territorio, senza sostanziali miglioramenti alla condizione idrica complessiva.
Analoga è la situazione in Lombardia, dove il fiume Adda resta su valori praticamente dimezzati rispetto al consueto e le riserve idriche sono il 70% inferiori a quelle dell'anno scorso, segnando -64% rispetto alla media mensile.
In Veneto, nonostante una leggera ripresa come per il Piave, il fiume Adige (secondo corso d'acqua italiano) stenta a superare la soglia dei quattro metri sotto lo zero idrometrico. Tra i fiumi appenninici dell'Emilia Romagna restano in grave difficoltà il Reno e l'Enza, mentre il Nure è ormai in secca.
Siccità assedia l'Italia centrale
In Toscana, fatta eccezione per l'insufficiente ripresa del fiume Serchio che resta molto al di sotto dalla portata minima vitale, i corsi d'acqua ristagnano a livelli di grave sofferenza idrica, esattamente come quelli delle altre regioni del Centro Italia, dove le piogge tardano ad arrivare e le temperature si mantengono su livelli molto alti.
Nella Marche riappare lo spettro della siccità estrema, registrata lo scorso anno: i volumi d'acqua, disponibili negli invasi, in una settimana si sono ridotti di quasi un milione e mezzo di metri cubi, scendendo sotto la quota dei 41 milioni, inferiore a quella registrata nella stessa settimana del siccitoso 2017 (42,1 mln/mc). A concorrere all'aggravarsi della condizione idrica, oltre alle alte temperature (in luglio, anche 5 gradi più della media) è un deficit mensile pluviometrico, che si aggira intorno al 90% nelle province di Pesaro Urbino, Ancona ed Ascoli Piceno con il record di -98% nel comune di Fano.
A causa del grave deficit di pioggia - nel 2022, a Roma è finora piovuto il 63% in meno rispetto alla norma: solo 157 millimetri anziché i consueti mm 422 - anche gli alvei di fiumi e bacini del Lazio vedono diminuire la risorsa, che li alimenta: il livello del Tevere è calato di oltre dieci centimetri, l'Aniene ha una portata ridotta fino al 50% rispetto alla media, il Sacco registra minimi storici, i laghi sono in costante decrescita.
In Abruzzo, il beneficio apportato dalle piogge cadute a giugno è stato rapidamente vanificato dalla forte evapotraspirazione provocata da temperature fino a 5 gradi superiori alla media, mantenendo così negativo il bilancio idroclimatico regionale.
Il Sud resiste con gli invasi
In Campania permane stabile la condizione di siccità nel bacino idrografico dei fiumi Liri-Garigliano e Volturno, mentre si consolida nella bassa valle del bacino del Sele; si segnalano in deciso calo i volumi idrici nei bacini del Cilento e nel lago di Conza.
Infine, a testimonianza del caldo torrido, si distribuisce acqua a pieno regime dai bacini di Basilicata e Puglia: il ritmo è di 2 milioni di metri cubi al giorno in ciascuna regione, assai più di quanto accadesse l'anno scorso. In questo periodo nel 2021 gli invasi apulo lucani distribuivano settimanalmente 9 milioni di metri cubi d'acqua; quest'anno si tocca quota 14 milioni. Ciò comporta che, in Basilicata, le disponibilità idriche segnano un deficit di quasi 44 milioni di metri cubi sul 2021, mentre quelle pugliesi registrano ancora un saldo positivo di circa 6 milioni.
"È evidente che là dove le condizioni climatiche registrate negli anni scorsi, nel Sud Italia come in Sardegna, hanno suggerito la creazione di invasi per la raccolta delle acque meteoriche, oggi si riesce a rispondere meglio alle esigenze idriche dei territori - conclude Massimo Gargano, direttore generale di Anbi -. È un'infrastrutturazione, che deve essere estesa al Centro Nord Italia, in sintonia con le comunità locali e l'ambiente. Il Piano Laghetti con 223 progetti già cantierabili, proposti da Anbi e Coldiretti, va in questa direzione".