La siccità presenta il conto
È un quadro delle difficoltà che sta vivendo l'agricoltura, a iniziare dalla siccità, quello proposto da Marco Cimminella sulle pagine dedicate all'economia (Affari & Finanza) di Repubblica del 25 luglio.
Stime della Coldiretti parlano di un dimezzamento delle piogge, con cali della produzione del 39% per il riso e del 45% per mais e foraggere.
Analogo scenario è quello tratteggiato da Cia, che evidenzia la caduta della produzione di mais, con raccolti dimezzati, riducendo al 30% la quota di autoapprovvigionamento.
In calo anche la produzione del latte (meno 20%), come sempre accade durante la stagione calda.
Ai problemi legati al cambiamento climatico si aggiungono le tensioni geopolitiche che mettono sotto pressione i mercati delle materie prime, con aumenti record per i concimi (+170%) e per i mangimi (+129%).
Pesanti le ripercussioni sui margini della aziende agricole, quasi 300mila delle quali si stima siano in situazioni di forte criticità.
La crisi idrica è poi aggravata dalla inefficienza delle infrastrutture irrigue e dalla carenza di invasi per la raccolta e stoccaggio dell'acqua, ma dal Centro italiano per la riqualificazione pluviale avvertono che il progetto di realizzare migliaia di invasi presenta alcune criticità.
Il grano e la fame
La fame nel mondo aumenta e in un anno ha coinvolto 46milioni di persone in più, come scrive Anna Maria Capparelli, citando i dati dell'Onu, sulle pagine de Il Quotidiano de Sud del 26 luglio.
Alla crescita dell'emergenza fame contribuisce quanto sta avvenendo nella guerra che coinvolge Russia e Ucraina e il conseguente blocco della movimentazione di cereali, con almeno 25 milioni di tonnellate di grano ferme nei silos.
Qualche speranza è riposta negli accordi in corso per sbloccare almeno parte di queste risorse, indispensabili per soddisfare le richieste di parte di Medio Oriente e Africa.
Già ora la situazione si fa esplosiva e aumentano le proteste, come accade in Sri Lanka e poi a Panama ed Ecuador.
L'apertura dei porti dell'Ucraina ha subìto qualche ritardo, ma la Turchia, che svolge un importante ruolo di mediazione, continua a lavorare per far partire i primi carichi.
Nel frattempo si sta procedendo alla realizzazione di un centro di coordinamento a Istanbul per garantire il passaggio e la consegna del grano.
Agrofarmaci, progetti inattuabili
Bruxelles è pronta a dare un giro di vite all'impiego degli agrofarmaci, ma la proposta della Commissione europea, che prevede un taglio del 50% entro il 2030, solleva molte perplessità.
Come spiega Giorgio Dell'Orefice su Il Sole 24 Ore del 27 luglio, le contestazioni riguardano vari aspetti e fra questi il metodo di calcolo utilizzato per fissare gli obiettivi da raggiungere.
Fra i punti critici, l'assenza di proposte alternative all'impiego di agrofarmaci che offrano soluzioni adeguate sotto il profilo agronomico ed economico.
Si vuole evitare di ripetere quanto accaduto in Francia con il glifosate, prima bandito e poi riammesso di fronte alle evidenti conseguenze negative sul fronte produttivo.
Il presidente di Agrofarma, Riccardo Vanelli, si dice d'accordo con i principi ispiratori della strategia Farm to Fork, ma non con il metodo messo a punto per raggiungere i risultati previsti.
I produttori di agrofarmaci sono peraltro al lavoro per realizzare nuove formule utilizzabili in agricoltura biologica e per lo sviluppo di tecnologie innovative in grado di ridurre il ricorso alla chimica, ricerche sulle quali sono investiti complessivamente circa 14 miliardi di euro.
Più tempesta che pioggia
Come prevedibile, la pioggia è arrivata, ma sotto forma di tempeste e fortunali, aggiungendo al danno della siccità quello della grandine e del vento.
L'ultima ondata di maltempo, scrive Riccardo Bruno sul Corriere della Sera del 28 luglio, ha colpito le regioni del Nord per poi spostarsi sino all'Abruzzo e in Puglia.
Piogge che tuttavia non hanno risolto il problema della siccità, come conferma Arpa Piemonte, che stima la riduzione del deficit idrico in soli due punti percentuali, passando dal 52 al 50%.
Fenomeni violenti e di breve durata non aiutano a rimpinguare falde e invasi, mentre il ruscellamento sui terreni provoca perdite di suolo.
A queste si aggiungono i danni per la distruzione dei raccolti a causa del vento (nel cuneese si sono registrati venti di oltre 70 chilometri ora) o della grandine, con chicchi anche di 10 centimetri di diametro.
Se l'agricoltura fallisce
Molti i quotidiani che si sono occupati dell'annuale assemblea nazionale di Coldiretti e fra questi Verità e Affari del 29 luglio, dove Fiorina Capozzi ha concentrato l'attenzione sull'elevato numero di aziende agricole che rischiano il fallimento.
Colpa di più cause concomitanti, come l'aumento dei costi di produzione e le minori produzioni causate dalla siccità.
A rischio crack, stando alle elaborazioni presentate da Coldiretti, sarebbero almeno 250mila aziende e per salvarle si chiedono interventi straordinari.
Si torna così a ripetere la proposta, più volte sentita, di bacini per la raccolta dell'acqua piovana.
Poi cinque priorità per il prossimo Governo, a iniziare da un Ministero dell'Agroalimentare, a quanto pare giudicando insufficiente quanto già viene fatto dall'attuale ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
Più puntale e concreta la proposta di opporsi alle etichette a semaforo (Nutriscore) e ai cibi artificiali.
Non piacciono nemmeno gli accordi con il Mercosur, i mercati sudamericani.
Non poteva mancare un riferimento all'emergenza peste suina africana, con la richiesta di un contenimento della popolazione selvatica di cinghiali, il cui esorbitante numero sta creando molte preoccupazioni.
L'articolo si conclude ricordando l'importanza del settore agricolo, che rappresenta il 25% del PIl ed è la prima ricchezza dell'Italia, motivi che dovrebbero indurre a sostenere con maggiore convinzione questo settore.
A chi andranno gli aiuti
Soldi per promuovere i prodotti a denominazione di origine, per sostenere la filiera del grano, per dare impulso alle infrastrutture irrigue e per risarcire i danni causati dalle misure contro la peste suina africana.
Sono questi alcuni dei provvedimenti sui quali si è trovata un'intesa nell'ambito della recente Conferenza Stato Regioni.
Lo racconta Emiliano Sgambato sulle pagine dei Il Sole 24 Ore del 30 luglio, dove si ricorda che ai consorzi di tutela vanno 15 milioni di euro che provengono dal fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agroalimentari.
Al fondo grano duro vanno 24 milioni per l'anno in corso, ai quali si aggiungono altri 14 milioni per il 2023,12 milioni per il 2024 e infine 10 milioni per il 2025.
Alla progettazione delle infrastrutture irrigue sono destinati 45 milioni di euro, integrati da altri 9,5 milioni di euro destinati all'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po.
Per le imprese della filiera suinicola che hanno subìto danni indiretti in conseguenza delle misure per la prevenzione della peste suina africana sono stanziati 25 milioni di euro.
L'articolo si conclude ricordando l'intesa sul decreto interministeriale "sistema di qualità nazionale per il benessere animale".
Quando il Prosecco è "superiore"
In ballo ci sono 5 miliardi di euro, tanto valgono i 750 milioni di bottiglie che ogni anno vengono prodotte con l'etichetta Prosecco.
Ma non tutto il Prosecco è uguale, come spiega sulle pagine de Il Giornale del 31 luglio Andrea Cuomo, cosa che ha portato a un litigio "in famiglia" fra i produttori che possono fregiarsi della denominazione di origine controllata (Doc) in contrapposizione con quanti possono scrivere sulle etichette del loro vino la sigla Docg, acronimo di denominazione di origine controllata e garantita.
Solo due i Docg: il Prosecco Conegliano-Valdobbiadene e l'Asolo Prosecco, denominazioni che ricomprendono un territorio assai più ristretto rispetto a quello della Doc, estesa a gran parte del Veneto e l'intero Friuli Venezia Giulia.
Il Prosecco Docg ricade invece interamente nella provincia di Treviso, un vino di collina, di maggiore qualità e prezzo e con una minore produzione che si ferma a circa 120 milioni di bottiglie.
Il motivo del contendere ha come protagonista l'impiego della parola "superiore" per il Prosecco Docg, cosa che per i produttori del Prosecco Doc è motivo di concorrenza sleale.
Dal Ministero per le Politiche Agricole un appello a ricucire la controversia.
Ma a quanto pare non sarà semplice.
Ogni lunedì uno sguardo agli argomenti affrontati da quotidiani e periodici sui temi dell'agroalimentare e dell'agricoltura, letti e commentati nell'Edicola di AgroNotizie.
Nel rispetto del Diritto d'Autore, a partire dal 23 novembre 2020 non è più presente il link all'articolo recensito.