La Jti, Japan Tobacco International, titolare di marchi come Camel, Winston e Natural American Spirit, rinnova l'accordo con i produttori italiani di tabacco e fissa un ordine di 8mila tonnellate per il 2022.

Ad annunciarlo è stato l'amministratore delegato del gruppo Gian Luigi Cervesato, durante l'incontro che si è tenuto il 14 dicembre 2021 a Roma sulla sostenibilità della filiera del tabacco italiana, segnata dal mancato rinnovo di alcuni contratti di acquisto e dal rincaro di materie prime ed energia, che ha fatto aumentare i costi di produzione fino al 20% in più.

Cervesato ha sottolineato la volontà di investire in Italia riconoscendone il livello di eccellenza e il valore economico, sociale e culturale della filiera tabacchicola, che però oggi vive un periodo di incertezza e di crisi.

Il nuovo ordine vede un aumento di mille tonnellate di prodotto rispetto all'anno appena trascorso, che aveva visto una richiesta di 7mila tonnellate, e conterà principalmente sulla produzione del Veneto e dell'Alta Valle del Tevere in Umbria.

Il rapporto tra Jti e il tabacco italiano, iniziato nel 2012, compie così dieci anni e vede all'attivo un giro di affari di 300 milioni di euro e un indotto che, solo in Umbria, conta oltre 2mila occupati.

Soddisfazione per la nuova commessa di Jti è stata espressa anche dal presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, che come associazione di categoria ha lavorato per arrivare all'accordo.

Mentre per Matteo Bartolini, presidente di Cia Umbria, questo accordo non basta per rispondere alle necessità delle aziende e ribadisce la necessità di accordi pluriennali e di affrontare la questione dei costi di produzione, aprendo un tavolo di lavoro ad hoc.

Intanto sul fronte politico, gli assessori all'agricoltura delle quattro regioni più importanti per la produzione del tabacco - Umbria, Veneto, Toscana e Campania - hanno presentato al sottosegretario Gian Marco Centinaio un documento comune per affrontare le difficoltà e le sfide del comparto, a partire appunto dal problema dei costi di produzione e dei contratti.

E una nuova riunione a Roma per fare il punto sullo stato della filiera è stata fissata per il 13 gennaio 2022.