Su AgroNotizie abbiamo parlato spesso di startup attive nello sviluppo di tecnologie utili a migliorare la vita degli agricoltori, a rendere le aziende agricole più produttive e sostenibili. Uno strumento interessante disponibile online è The global food tech map. Si tratta di una mappa interattiva che attualmente ha geolocalizzato circa 1.700 startup a livello globale che lavorano nel settore agroalimentare.

Basta navigare sulla mappa per vedere dove i team sono localizzati ed è possibile filtrare le ricerche attraverso otto categorie (AgTech, Food processing, Smart appliances & kitchen management, Next-Generation Food & drinks, Food safety, Surplus & waste, Consumer app e Food delivery). Questo strumento, a detta di Alessio D'Antino, italiano trapiantato a Londra e fondatore di Forward fooding, la società che edita la mappa, è uno strumento per mettere in comunicazione startup, partner industriali, ricercatori ed investitori.
 

D'altronde secondo il report Global food tech market, pubblicato da Report Consultant, il settore dell'innovazione in campo agroalimentare dovrebbe raggiunge il valore di 249 miliardi di dollari nel 2022. Grandi aziende e fondi stanno facendo investimenti importanti per assicurarsi una posizione di primo piano in un settore che sta evolvendo rapidamente. Basta pensare alla quotazione in Borsa a New York di Beyond meat, società statunitense che produce 'carne' con prodotti vegetali. Partita con un prezzo di 25 dollari per azione oggi è arrivata a 72 (con un picco di 92 dollari) e ha investitori come Bill Gates e Leonardo DiCaprio.

Quello lanciato da Forward fooding non è il primo database del genere. Uno dei più grandi al mondo è forse F6S, una piattaforma che conta oltre 800mila startup appartenenti a tutti i settori, dal FoodTech al FinTech, che mette in collegamento team creativi con acceleratori e investitori. Ma The global food tech map è la prima mappa verticale sul settore agroalimentare.
 

Le startup italiane

Ma quali sono le startup italiane presenti sulla mappa? Alla data di pubblicazione dell'articolo i team creativi attivi nel settore agro erano 21 (molti di più nella realtà). Orthoponics ad esempio è una startup torinese che costruisce moduli per l'agricoltura urbana verticale. Korto dà la possibilità di adottare un orto e ricevere a casa i prodotti. E anche 3bee, di Como, gioca sul concetto dell'adozione, questa volta però di alveari. Da Trento arriva invece Melixa, che offre tecnologie per l'apicoltura digitale.

Robonica è una startup milanese attiva nell'indoor farming, mentre Cynomys (di Genova) sviluppa sensori e software per il monitoraggio dei gas nocivi nelle stalle. Da Bologna arriva Horticultural Knowledge, una società di consulenza che ha lanciato un prodotto, Perfrutto, per assistere i frutticoltori nell'ottimizzazione delle proprie scelte agronomiche.

A Perugia ha la sua base Agricolus, che sviluppa soluzioni per l'agricoltura digitale, mentre a Napoli ci sono due startup innovative. Evja, che sviluppa soluzioni per monitorare le colture, e Cystellar, che invece sfrutta le immagini satellitari per analizzare lo stato di salute dei campi.

Nella capitale hanno invece trovato casa Elaisian, che ha messo in piedi un Dss dedicato all'olivicoltura, e Revotree, che invece sta cercando di rendere smart l'irrigazione attraverso l'utilizzo di sensori e algoritmi di analisi dei dati. Sempre a Roma si trovano FruitsApp, un marketplace che fa incontrare chi produce e compra frutta, e WallFarm, un sistema che automatizza la nutrizione nelle coltivazioni verticali.

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