In Campania non c’è ancora un nome per il successore di Daniela Nugnes alla carica di assessore all’Agricoltura all’indomani del voto di fine maggio. Il vincitore della competizione, Vincenzo De Luca, aveva promesso una diretta assunzione di responsabilità dalle presidenza nel settore, anche se chi è a diretto contatto con il neopresidente spiega “Ciò non vuole dire che ci sarà un interim, ma l’agricoltura sarà una delle prime preoccupazioni del presidente”. Del resto, De Luca, per effetto della legge Severino, dovrebbe presto lasciare la sua delega ad un vicepresidente.

Il prossimo assessore all’Agricoltura in Campania – chiunque esso sia - avrà sulla scrivania due belle gatte da pelare. Intanto c’è il Psr 2014/2020,  rispedito al mittente da Bruxelles con 600 osservazioni. Da Napoli fanno cenno che sarebbero “facilmente riparabili” almeno a detta di alti funzionari dell’assessorato all’Agricoltura. E continua a preoccupare l’andamento lento della spesa del Psr Campania 2007/2013,  che si conferma ancora a fine aprile con un'ingente cifra a rischio disimpegno automatico.

Sul Psr 2014/2020 pesano alcuni ritardi: la definitiva notifica del documento ad ottobre invece che a luglio 2014, e le lentezze introdotte nella macchina burocratica regionale dalla riforma dell’ordinamento regionale del 2013. In ballo c’è uno strumento da un miliardo e 836 milioni di euro, sul quale la Ue chiede scelte strategiche più chiare sulle singole priorità.

Altra storia quella del Psr 2007 /2013: qui pesa il rischio disimpegno automatico dei fondi: secondo Rete rurale nazionale, al 30 aprile ci sono ben 393,7 milioni di euro di spesa pubblica da effettuare entro il 31 dicembre, pari a 241,6 milioni di fondi Feasr che rischiano di tornare a Bruxelles, pari al 21,7% del totale. Mentre su molti di questi soldi pesa su pesa l’incognita tempo: quello necessario ad impegnarli, vista la data prossima di rendicontazione.